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Braccio di ferro dei partiti sulla cabina di regia che valuterà le riaperture

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Piu’ riaperture, molti piu’ vaccini, e moltissimi piu’ soldi da mettere a disposizione a sostegno delle imprese e rilanciare cosi’ l’economia, ancora sprofondata dagli effetti della pandemia. Sono queste le direttrici lungo le quali il centrodestra fa sentire la sua voce all’interno del governo, e continuera’ a farlo subito dopo la pausa di Pasqua, per tutto il mese di aprile. Sullo sfondo il braccio di ferro con i “rigoristi” del governo, come Roberto Speranza e Dario Franceschini, sulla convocazione di una apposita cabina di regia sulle aperture: convocazione caldeggiata e data per scontata dal centrodestra ma non ancora prevista da Palazzo Chigi. spiegano fonti della maggioranza, e comunque subordinata , eventualemente, alla registrazione di un miglioramento importanmte dei dati epidemiologici basato su analisi scientifiche delle autorita’ competenti come il Cts. Il lunedi’ dell’angelo ha ruotato intorno a questo tira e molla tra rigoristi e aperturistii con il silenzio ufficiale del governo che , ricordano sempre fonti della maggioranza, si dovrebbe muovere , con una decisione del presidente del Consiglio Mario Draghi, solo in base a nuovi dati ,che ora non ci sono. Intanto nel centrodestra si parla di un possibile faccia a faccia in programma questa settimana tra Matteo Salvini e il premier. Una fase politica in cui Lega e Forza Italia, con le amministrative che si avvicinano, sembrano essersi divisi i dossier su cui fare battaglia, seguendo la tradizionale strategia del “marciare divisi per colpire uniti”. Per Matteo Salvini la partita ora e’ sulle riaperture. Alla Lega va bene che si parli di convocazione della cabina di regia per valutare i dati, ma l’obiettivo e’ quello che conta, cioe’ allentare al piu’ presto le restrizioni. Quanto al resto, la linea e’ evitare di raccogliere quelle che dentro la Lega vengono definite “le provocazioni” dell’ex maggioranza giallorossa, dalla delega sulla droga alla Dadone, al pressing Pd sulla legge Zan o lo ius soli. Ma resta l’irritazione leghista per come il Pd stia tirando la corda in un momento cosi’ drammatico per il Paese. Ora pero’ la priorita’ del “Capitano” e’ chiedere all’esecutivo che aprile faccia rima con ‘aprire’, che si torni alla normalita’ prima possibile, “seguendo la scienza e non l’ideologia” Il partito azzurro invece sceglie un terreno diverso, battendo quotidianamente su un sostanzioso incremento delle risorse pubbliche necessarie per dare respiro alle imprese. “Ci aspettiamo che gia’ questa settimana – osserva Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati – il governo dia indicazioni chiare in merito al nuovo scostamento di bilancio. Forza Italia chiede almeno 20 miliardi ed un veloce passaggio parlamentare in relazione ai tempi del prossimo decreto Sostegni”. Sullo stesso punto il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani che ricorda come le richieste del suo partito intendano ripetere quanto gia’ ottenuto l’anno scorso: “20 miliardi al mese in fondo e’ quello che e’ stato fatto l’anno scorso, quando si e’ arrivati a un totale di 80-100 miliardi. Questo – sottolinea l’ex Presidente del Parlamento europeo – e’ debito buono: significa immettere denaro per far ripartire l’economia. E su uno scostamento che superi i 20 miliardi si e’ posizionato, nei giorni scorsi, anche il M5S. Su questo punto dell’aumento del debito, non tutti nel centrodestra sono totalmente d’accordo. Giorgia Meloni, ad esempio, frena sull’ipotesi che Fdi dica si’, in modo incondizionato, a un ulteriore scostamento di bilancio: “Serve un cambio di passo: non si puo’ piu’ chiedere al Parlamento – chiarisce – di autorizzare altro extradeficit e poi spendere quelle risorse in provvedimenti che non servono a nulla. Chiediamo a Draghi di sapere nel dettaglio cosa intenda fare con queste risorse e poi Fratelli d’Italia valutera’ se votare oppure no”.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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