Sui 7.375 chilometri di coste marine italiane, nel 2023 sono stati rilevati quasi 23mila reati penali, il 29,7% in più rispetto all’anno prima. Il 45% dei reati riguarda l’abusivismo edilizio, la metà è concentrata nelle quattro regioni a presenza mafiosa. Legambiente anche quest’anno fa il quadro dell’assalto alle nostre coste con il rapporto “Mare Monstrum”. Oltre ai 22.956 reati penali, l’anno scorso sono stati rilevati dalle forze di polizia e dalle Capitanerie 39.294 illeciti amministrativi. Complessivamente, sono state scoperte in media 8,4 violazioni di legge ogni chilometro, una ogni 119 metri.
Quasi metà dei reati penali, il 45%, riguarda l’abusivismo edilizio (10.257): seguono rifiuti e inquinamento (6.372, il 28%), pesca illegale (4.268, il 18%) e violazioni delle norme sulla nautica (2.059, il 9%). Il 50,3% dei reati si concentra nelle quattro regioni a presenza mafiosa: Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371). Seguono il Lazio (1.529 reati) e la Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni ci sono Sardegna, Veneto, Liguria e Marche. Quest’ultima regione è la prima come numero di illeciti complessivi (reati e violazioni amministrative) per km di costa (38,9), seguita da Friuli-Venezia Giulia (31,9 illeciti per km) e Basilicata (30,9). Il numero di violazioni al nostro patrimonio ambientale rimane impressionante.
Ma quella crescita di quasi il 30% dei reati nel 2023 può essere letta in due modi: non solo aumento degli illeciti, ma anche migliore attività preventiva e repressiva. Lo dimostra il numero di persone arrestate (204, +98,1% rispetto al 2022) e quello dei sequestri, pari a 4.026, in crescita del 22,8% sul 2022.
Di fronte a questo quadro, per Legambiente bisogna agire su quattro direttrici: lotta all’abusivismo edilizio, su cui l’associazione ambientalista chiede ad esempio di velocizzare l’abbattimento degli immobili abusivi, anche prevedendo finanziamenti a favore dei Comuni; lotta alla maladepurazione, per uscire dalle onerose procedure d’infrazione dell’Unione europea; il tema dei rifiuti; il contrasto della pesca illegale, con adeguati interventi normativi e sanzioni davvero efficaci. Per Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, l’abusivismo edilizio è “un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese, e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili”.