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Bono e Napoli, la voce e l’anima: «Torna a Surriento è il mio omaggio. Al San Carlo ho portato la mia opera»

L’intervista al Corriere della Sera: il documentario “Stories of Surrender”, il legame con la città e il richiamo all’Europa come unico baluardo contro Trump e Putin.

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«Vid e ’o mare quant’è bello…». Parte così, con un napoletano teneramente imperfetto, il documentario Bono: Stories of Surrender che sarà presentato il 16 maggio a Cannes e debutterà su Apple TV+ il 30. La voce fuori campo dell’artista intona Torna a Surriento, lo stesso brano con cui aveva chiuso il suo emozionante show al Teatro San Carlo di Napoli nel 2023. Un omaggio sentito, profondo, a una città che l’ha accolto come un figlio e che lo ha ispirato. «Non criticare il mio napoletano: è una lingua difficile da padroneggiare», dice con un sorriso nell’intervista al Corriere della Sera.

Napoli, il San Carlo e il coraggio di raccontarsi

Nel documentario diretto da Andrew Dominik, Bono (foto Imagoeconomica) si mette a nudo. Racconta la perdita precoce della madre, il rapporto mai risolto col padre, l’origine degli U2 nella cucina di un amico, la fama, l’attivismo. Il tutto intrecciando monologhi e canzoni in un bianco e nero denso, drammatico, girato tra New York e Napoli. «Al San Carlo ho fatto come i cantanti lirici: nessun incontro prima o dopo lo spettacolo, solo silenzio. Era un tempio sacro», confessa. E aggiunge: «Quando Pavarotti faceva un do di petto, era per far fuggire l’anima dal corpo. Comunicare emozioni senza parole è il dono più grande».

L’uomo, il figlio, il padre

Nel documentario Bono impersona anche suo padre, con cui ha avuto un rapporto complicato: «Era un tenore, ma di poche parole. Si è allontanato dal problema, come fanno tanti uomini». Riflettendo sulla mascolinità tossica, cita i casi italiani di Sara e Ilaria e parla della necessità di una rivoluzione emotiva maschile: «È giusto avere paura, è giusto provare rabbia, ma non possiamo esprimerla con la violenza».

Gli U2, la musica, il futuro

Bono ammette che detesta stare sul palco senza Edge, Adam e Larry. Il nuovo disco della band è in preparazione: «Stanno facendo musica straordinaria. Con Edge ci siamo immersi nel folk, poi con Brian Eno finiamo sempre in altri mondi». E a chi gli chiede del rap risponde: «L’hip hop racconta la violenza, ma preferisco quando lo fa un genio come Kendrick Lamar».

L’Europa come sentimento, la politica come responsabilità

Inevitabile la domanda su Trump: «È un Nerone con orchestra: missili e dazi. L’Europa è l’unica barriera contro questo mostro a due teste, Trump e Putin». Pur non condividendo le posizioni della premier Giorgia Meloni, Bono riconosce: «Mi conforta che abbia capito il valore dell’Europa. Serve meno burocrazia e più visione, come dice Mario Draghi. Le nostre differenze sono la nostra forza».

L’incontro con papa Francesco

Un capitolo speciale riguarda il pontefice: «Un genio della grazia, dell’umiltà e dell’amore come verbo». Bono racconta la loro corrispondenza, la riflessione sul clima e sulla spiritualità contenuta nel Laudato si’. E svela: «Quando era malato, gli mandai il disegno di una pinta di Guinness con scritto ‘sláinte’. Lo feci sorridere».

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Medaglia celebrativa della Zecca di Stato per il quarto scudetto del Napoli

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La Zecca di Stato celebra il quarto scudetto del Napoli con una medaglia ufficiale in argento 925‰, realizzata in versione Fior di Conio e firmata dall’artista-incisore Silvia Ciucci. Dopo la medaglia per il trionfo del 2023, arriva un nuovo riconoscimento numismatico per la stagione 2024-2025, che suggella lo storico quarto titolo nazionale del club partenopeo.

Omaggio alla squadra e alla città

Sul dritto della medaglia spicca il logo ufficiale della SSC Napoli, arricchito da elementi colorati, incorniciato dalla scritta circolare “SSC Napoli campione d’Italia 2024 – 2025”. Il rovescio è un tributo alla città di Napoli, che nel 2025 celebra 2.500 anni di storia: una suggestiva veduta dall’alto del centro storico, patrimonio UNESCO, raffigura i Decumani e un percorso simbolico che attraversa i luoghi più iconici del cuore della città.

Dal Decumano principale emergono lo scudetto e il numero 4, simbolo del quarto trionfo calcistico del Napoli, fusi con eleganza in un’opera che unisce arte, storia e passione sportiva.

Un oggetto per collezionisti e tifosi

Questa medaglia rappresenta un connubio tra memoria sportiva e identità culturale, pensata per i tifosi azzurri e i collezionisti che vogliono celebrare un momento indelebile della storia del club e della città. Coniata in tiratura limitata, si presenta come un oggetto di pregio, destinato a entrare nel cuore dei napoletani e degli appassionati di calcio.

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Cronache

Cresco8, il supercomputer italiano tra i più potenti e “green” al mondo

Il supercomputer Cresco8 dell’Enea a Portici entra nella Top500 mondiale e nella Green Top500 per efficienza energetica.

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Cresco8, l’ultima evoluzione della famiglia di supercomputer sviluppata dall’Enea, ha conquistato un posto di rilievo nella classifica dei 500 calcolatori più potenti al mondo, piazzandosi alla posizione numero 228. Il supercomputer, inaugurato lo scorso aprile presso il Centro Ricerche Enea di Portici, vicino Napoli, è stato realizzato in collaborazione con Intel e rappresenta un’eccellenza italiana nel campo del calcolo scientifico avanzato.

Tra i più potenti e tra i più efficienti

Ancora più prestigiosa è la 134esima posizione nella Green Top 500, la classifica che valuta l’efficienza energetica dei supercomputer. «Un risultato di grande valenza», sottolinea Giovanni Ponti, responsabile della divisione ICT dell’Enea. Il merito va anche all’avanzato sistema di raffreddamento ad acqua, capace di dissipare fino al 98% del calore generato e di abbattere i consumi del 40% rispetto ai sistemi tradizionali.

Motore della ricerca scientifica e tecnologica

Cresco8 è uno strumento chiave per la ricerca in ambiti strategici: dalla fusione nucleare al progetto Divertor Tokamak Test Facility (DTT), in costruzione presso il centro Enea di Frascati, fino allo studio dei cambiamenti climatici, allo sviluppo di nuovi materiali e all’Intelligenza Artificiale applicata all’energia.

«L’Enea ha avuto una visione da pioniere nel calcolo scientifico», afferma il direttore generale Giorgio Graditi. Aggiunge Giulia Monteleone, direttrice del dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili: «Grazie a questa infrastruttura, è nata in Enea una comunità di ricercatori con competenze oggi riconosciute a livello internazionale».

L’Italia nella mappa mondiale del calcolo

Insieme a Cresco8, anche altri due supercomputer italiani sono entrati nella classifica: Pitagora-CPU del Cineca, installato a Casalecchio di Reno, e SpaceHPC dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Frascati. Un segnale della crescente centralità dell’Italia nell’ambito del calcolo ad alte prestazioni.

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Esteri

Bruce Springsteen, il ritorno dei dischi perduti: arriva “Tracks II” con sette album inediti

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Sette album, un cofanetto monumentale, un tour europeo e un film in arrivo: è ufficialmente tornata la primavera di Springsteen. Il 27 giugno uscirà Tracks II: The Lost Albums, raccolta che include sette dischi inediti incisi tra il 1983 e il 2018, definiti dallo stesso Bruce come «album completi, alcuni già mixati, ma mai pubblicati». In parallelo, il docufilm “Springsteen: Liberami dal nulla” con Jeremy Allen White nei panni del Boss è in lavorazione, e a fine mese Springsteen sarà in Italia: due date a San Siro, il 30 giugno e il 3 luglio, a 40 anni dalla sua prima epica esibizione milanese.

Sette dischi, nove LP e cento pagine di storia

Il cofanetto si presenta in tre versioni: 9 LP o 7 CD corredati da un libro di 100 pagine, oppure una versione ridotta in doppio album con selezione di brani. I fan lo attendevano da anni: si parlava da tempo di questi album “fantasma”, di cui si favoleggiava tra collezionisti e appassionati. Ora prendono finalmente forma.

«Durante la pandemia ho preso in mano tutto ciò che avevo nel mio archivio. Suonavo quella musica per me stesso e pochi amici. Ora era giunto il momento di condividerla», ha raccontato Springsteen nella nota di presentazione. E promette: «Ci sarà anche un Tracks III».

Dai suoni lo-fi ai country da saloon: ecco i “perduti” del Boss

I sette album toccano fasi diverse della carriera di Springsteen:

  • LA Garage Sessions (1983): sonorità grezze e sperimentali, evoluzione lo-fi del sound di Nebraska.

  • Streets of Philadelphia Sessions (1993): canzoni nate sull’onda del celebre brano per il film di Jonathan Demme, ma mai pubblicate per non “ripetersi”.

  • Faithless (anni 2000): scritte per un film western spirituale mai realizzato, composte in tre settimane in Florida.

  • Somewhere North of Nashville: scarti “leggeri” e country del cupo The Ghost of Tom Joad.

  • Inyo: storie dalla cultura messicano-americana a Los Angeles, “un sequel spirituale di Joad”.

  • Twilight Hours: canzoni romantiche e atmosfere pop americane d’altri tempi.

  • Perfect World: il disco più recente, definito «un grande album rock» con l’apporto della E Street Band e del produttore Ron Aniello.

Il tour e il film: l’universo Springsteen si espande

Nel frattempo, Bruce è in tour: l’Italia lo attende a San Siro con due sold out annunciati. Il docufilm Springsteen: Liberami dal nulla, che vedrà Jeremy Allen White calarsi nei panni del rocker del New Jersey, racconterà probabilmente anche le ombre e i silenzi di quei “dischi perduti” che ora trovano finalmente voce.

Il messaggio del Boss, a settantacinque anni, è chiaro: «Non esiste un periodo perso. Solo musica che aveva bisogno di tempo per uscire».

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