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Bombe su Kiev, Zelensky vola a Londra: «Russia, Iran e Corea del Nord sono una coalizione di assassini»

Nuovo raid russo sulla capitale ucraina: nove morti, tra cui una bambina. Raid a tappeto con droni e missili. Zelensky teme per il fronte e cerca aiuti tra i leader occidentali.

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«Mi sono svegliato con dei mattoni addosso e dei calcinacci in bocca». È la testimonianza cruda di un sopravvissuto all’ennesima notte di terrore vissuta a Kiev, colpita da un massiccio bombardamento russo tra domenica e lunedì. Panico, sirene, bunker affollati. Ancora una volta, la capitale ucraina si è svegliata con il conteggio dei morti, almeno nove le vittime, tra cui una bambina di 11 anni, uccisa nel sonno con sua madre in un quartiere residenziale. Almeno 33 i feriti, mentre l’aeronautica militare ucraina segnala 352 droni e 16 missili lanciati nella notte.

Bombe a grappolo e raid su licei: torna l’incubo dell’attacco indiscriminato

Non solo Kiev: anche la regione di Odessa è finita sotto attacco. Lì due persone sono morte a causa del bombardamento su un liceo chiuso per le vacanze estive. Il monastero delle grotte e la chiesa di Santa Sofia sono stati sfiorati dalle esplosioni. Ancora una volta Putin colpisce obiettivi civili, apparentemente scelti a caso, in una strategia cinica e brutale che punta a intimidire la popolazione e minare il fronte interno ucraino.

La guerra come pressione geopolitica: Zelensky in missione a Londra

Mentre piovono bombe, il presidente Volodymyr Zelensky è volato a Londra per rafforzare i rapporti con il nuovo premier britannico Keir Starmer, incontrare il re Carlo III e i presidenti delle camere parlamentari. In cima all’agenda: la sicurezza del fronte, il sostegno militare e la tenuta dell’alleanza occidentale. Il Regno Unito ha già stanziato per il 2025 5,2 miliardi di euro a favore dell’Ucraina, confermandosi tra i partner più solidi.

Ma Zelensky guarda con ansia anche a Teheran e alla crescente alleanza tra Russia, Iran e Corea del Nord, che definisce «una coalizione di assassini». L’ipocrisia russa nel denunciare i raid americani su obiettivi iraniani e l’intensificarsi dei bombardamenti su Kiev ne sarebbero l’esempio più lampante.

Nessuna trattativa in vista, Trump salta il faccia a faccia

Il fronte diplomatico resta bloccato. Zelensky avrebbe dovuto incontrare Donald Trump al vertice G7, ma l’ex presidente ha lasciato in anticipo per la crisi mediorientale. Un nuovo confronto potrebbe avvenire all’Aja, in occasione della cena del vertice Nato, ma l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica resta un tema sensibile. Il segretario Mark Rutte ha ribadito che il percorso verso l’ingresso è “irreversibile”, ma i tempi restano incerti.

Nuovo tentativo di attentato a Zelensky, Sbu sventa l’operazione

A conferma della tensione altissima, l’intelligence ucraina ha reso noto un nuovo tentativo di assassinio del presidente Zelensky, che sarebbe dovuto avvenire presso l’aeroporto di Rzeszow, in Polonia, sul fianco Est della Nato. Un segnale preoccupante sulla pervasività delle minacce russe anche al di fuori del territorio ucraino.

Intanto, Bruxelles annuncia il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia, con l’ipotesi di un nuovo tetto sul prezzo del petrolio. Ma il Cremlino, rafforzato dai prezzi in rialzo e dalla debolezza diplomatica dell’Occidente diviso, non sembra arretrare di un passo.

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Biden: “Ho concesso io le grazie, l’autopen è legale e usato anche da Trump”

Joe Biden chiarisce al New York Times di aver concesso personalmente tutte le grazie firmate con autopen. “Sistema legale, usato anche da Trump”.

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Joe Biden rompe il silenzio e risponde alle accuse mosse dai repubblicani riguardo al suo stato cognitivo e al presunto mancato controllo sulle grazie presidenziali emesse a fine mandato. In un’intervista concessa al New York Times, l’ex presidente americano ha chiarito che tutte le decisioni di clemenza e grazia annunciate negli ultimi giorni della sua presidenza sono state personalmente autorizzate da lui.

Le accuse dei repubblicani

Negli ultimi giorni, alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno sollevato dubbi sulla lucidità mentale di Biden, insinuando che non sarebbe stato in grado di decidere autonomamente e che le grazie siano state firmate da altri a sua insaputa. In particolare, hanno puntato il dito sull’uso dell’autopen, uno strumento che replica automaticamente la firma del presidente.

La difesa di Biden: “Tutto legale, anche Trump lo ha fatto”

Biden ha spiegato che l’uso dell’autopen è assolutamente legale e ampiamente utilizzato: “Lo ha usato anche Donald Trump”. L’ex presidente ha precisato che tutte le grazie e commutazioni sono state decise oralmente da lui, e poi i suoi collaboratori hanno proceduto a formalizzarle con lo strumento automatico, dato l’elevato numero di persone coinvolte.

Grazia preventiva ai familiari

Biden ha anche ammesso di aver concesso la grazia preventiva a familiari e membri della sua amministrazione, una mossa pensata per proteggerli da eventuali ritorsioni del suo successore alla Casa Bianca. Una decisione controversa, ma secondo Biden necessaria: “Era un atto di responsabilità”, ha affermato.

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Trump: “Missili Patriot all’Ucraina, pagherà l’Unione Europea”

Donald Trump annuncia l’invio di missili Patriot all’Ucraina: “Ne hanno bisogno, noi non pagheremo nulla. Coprirà tutto l’Unione Europea”.

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Donald Trump durante una conferenza stampa con sfondo bandiere americane e militari.


Trump annuncia l’invio dei missili Patriot all’Ucraina: “Pagherà tutto l’Unione Europea”

Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno i sistemi di difesa aerea Patriot all’Ucraina, affermando che si tratta di un equipaggiamento “di cui hanno disperatamente bisogno”. Il presidente americano ha parlato con i reporter, sottolineando che, sebbene non sia stato ancora deciso il numero esatto di missili, l’invio avverrà a breve.

L’incontro con il segretario generale della NATO

Nel suo intervento, Trump ha anche confermato che incontrerà domani il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per discutere delle forniture militari all’Ucraina e della sicurezza europea. Il colloquio si inserisce in un momento delicato della guerra, in cui Kiev continua a chiedere maggiore supporto militare per difendersi dagli attacchi russi.

Nessun costo per gli Stati Uniti, secondo Trump

Noi non pagheremo nulla”, ha puntualizzato Trump, precisando che l’intero costo dell’operazione sarà a carico dell’Unione Europea. “Loro (gli ucraini, ndr) ne avranno un po’, perché hanno bisogno di protezione”, ha dichiarato. Il presidente ha inoltre aggiunto che gli ucraini pagheranno il 100% per gli altri equipaggiamenti militari sofisticati che saranno forniti da Washington.

Un messaggio politico e strategico

Le parole di Trump arrivano in un contesto di crescente pressione su NATO e Unione Europea per il sostegno all’Ucraina. Il leader americano, pur ribadendo il supporto militare, ha marcato con decisione la linea del “niente spese per gli Stati Uniti”, segnando una chiara posizione di disimpegno economico diretto, ma non operativo.


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Abu Mazen: Hamas rilasci gli ostaggi e consegni le armi all’Anp

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Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha esortato Hamas a rilasciare gli ostaggi israeliani che ancora detiene e a consegnare le armi alla stessa Anp, sottolineando che il gruppo islamista “non governerà la Striscia di Gaza” dopo la fine della guerra in corso con Israele. Lo riportano l’agenzia di stampa palestinese Wafa e i media dello Stato ebraico. In un incontro ad Amman con l’ex primo ministro britannico Tony Blair, Abbas ha chiesto anche il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane, un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e l’ingresso senza ostacoli di aiuti umanitari nell’enclave palestinese. Abu Mazen è tornato a chiedere anche che all’Anp venga concesso il controllo della Striscia di Gaza, un’idea a lungo respinta da Israele.

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