Superare il numero chiuso per entrare alla facoltà di Medicina ed anche per frequentare successivamente le scuole di specializzazione, vista la grande mancanza di medici in Italia, con oltre 50 mila camici bianchi che andranno in pensione nei prossimi cinque anni, secondo le stime. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini, ha istituito con decreto un gruppo di lavoro per definire il fabbisogno dei medici e adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario.
La commissione di esperti dovrà “esaminare ed approfondire le criticità afferenti alla carenza di medici e professionisti sanitari nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, misurare l’entità del fenomeno e individuare le cause e le possibili soluzioni, con particolare riferimento alla necessità di garantire un acceso sostenibile alle professioni sanitarie”. Il gruppo di lavoro – presieduto da Eugenio Gaudio, ordinario all’Università La Sapienza di Roma – vede il coinvolgimento anche del ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni.
“Oggi, partendo dal nuovo fabbisogno effettivo di medici e sanitari, abbiamo la necessità di adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario. Con la collaborazione di tutti vogliamo, entro il primo trimestre di quest’anno, offrire una prima risposta per definire un programma di accesso alla facoltà di Medicina ragionato ed efficace. Siamo aperti al confronto, alla valutazione di ogni tipo di esperienza, comprese quelle estere, ad un dialogo costruttivo che ci faccia uscire dall’attuale immobilismo e ci proietti in un domani che abbia al centro la persona, la sua cura ma anche la sua autodeterminazione”, spiega Bernini in una lettera aperta al Corriere della Sera.
La Commissione dovrà fornire proposte al ministro entro la primavera. Soddisfazione per la notizia viene espressa da esponenti politici e associazioni. “Non è da ieri ma da molti anni che continuo a denunciare i problemi causati dal numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina. Questo Governo, finalmente, dà un segnale concreto che interrompe il nulla di fatto”, afferma il govrnatore del Veneto, Luca Zaia.
“Stiamo riaprendo scuole per infermieri in tutto il Piemonte, ma rimane la follia del numero chiuso a Medicina: questo è uno dei problemi della sanità di oggi”, è il commento di Alberto Cirio, presidente del Piemonte. Per il numero uno della Regione Basilicata, Vito Bardi, “L’istituzione di una apposita commissione che, entro la prossima primavera, valuterà la possibilità di modificare l’accesso programmato alla facoltà di Medicina, soddisfa una istanza che viene da più parti e che sosteniamo convintamente”.
Anche il Codacons accoglie con soddisfazione l’insediamento della commissione. Intanto, nelle scorse settimane, il ministero dell’Università ha pubblicato il decreto per il passaggio dal tradizionale test per l’accesso a Medicina al ‘Tolc Med’, secondo la riforma varata dall’ex ministro Cristina Messa e per quest’anno per la prima volta in vigore. Le prove si svolgeranno ad aprile e luglio e si terranno in presenza. I test saranno erogati per ogni candidato tramite la piattaforma informatica Cisia in apposite postazioni predisposte dagli atenei; si possono sostenere i test due volte all’anno, già dalla quarta superiore e si può entrare in graduatoria con il punteggio più alto raggiunto nelle varie prove.