Collegati con noi

Cronache

Berlino: imminenti finanziamenti a ong per i migranti

Pubblicato

del

“E’ imminente” da parte del governo tedesco un finanziamento da centinaia di migliaia di euro per un progetto di assistenza a terra di migranti in Italia e uno per una ong che opera salvataggi “in mare”. Senza precisare di quali organizzazioni si tratti, lo ha scritto all’ANSA un portavoce del ministero degli Esteri tedesco rispondendo a domande sulla situazione dei finanziamenti tedeschi alle ong che salvano migranti nel Mediterraneo.

“Il ministero degli Affari Esteri federale sta attuando un programma di sostegno finanziario istituito dal Bundestag”, il parlamento tedesco, ha ricordato il portavoce, aggiungendo che “l’obiettivo è quello di sostenere sia il soccorso civile in mare che i progetti a terra per le persone soccorse in mare. Abbiamo ricevuto diverse richieste di finanziamento. In due casi l’esame delle domande è già stato completato. L’erogazione dei fondi, in questi due casi, è imminente”. “Si tratta di un progetto per l’assistenza a terra in Italia di persone soccorse in mare e di un progetto di un’organizzazione non-governativa sulle misure di salvataggio in mare”, ha aggiunto ancora senza indicare nomi.

Anche se il portavoce non l’ha ricordato, Hans-Dieter Lucas – l’ambasciatore tedesco a Roma – appena martedì scorso aveva scritto su X che “Sant’Egidio svolge un lavoro eccellente qui in Italia e nel mondo. La Germania continuerà a sostenerlo. Sono lieto di aver firmato oggi un nuovo progetto sulla migrazione con (il segretario generale della Comunità) Cesare Zucconi. Perché l’Europa può risolvere il tema dei rifugiati solo insieme”. “La portata del finanziamento del progetto in ciascun caso è compresa tra 400.000 e 800.000 euro”, ha invece rivelato il portavoce ricordando che quello “da parte del ministero degli Esteri nel 2023 è limitato a un totale di 2 milioni di euro per tutti i progetti” da finanziare. A giugno il settimanale Der Spiegel aveva scritto che il dicastero stava rimandando il finanziamento all’organizzazione tedesca ‘United 4 Rescue’ che finanzia navi di ong impegnate nel Mediterraneo nel soccorso a migranti Sea Watch, Sos Humanity e Sea Eye forse per favorire il rapporto con il governo italiano.

Advertisement
Continua a leggere

Cronache

Riprende processo a Grillo jr, in aula video violenze

Pubblicato

del

Saranno udienze fiume quelle in programma mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre a Tempio Pausania per il processo, a porte chiuse, per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore del M5s) e tre suoi amici liguri Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. In aula ritornerà la principale accusatrice dei quattro giovani e vittima della presunta violenza, che dovrà proseguire il suo racconto iniziato lo scorso 7 novembre e continuato il giorno successivo.

La giovane italo norvegese, che all’epoca dei fatti, risalenti alla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 a Porto Cervo, aveva 19 anni, dovrà rispondere alle domande dei legali difensori dei quattro. In particolare sarà l’avvocata Antonella Cuccureddu a proseguire con l’esame della ragazza assistita dall’avvocata Giulia Bongiorno che al termine delle scorse due udienze aveva stigmatizzato le domande poste alla teste: “come se la persona offesa improvvisamente fosse sul banco degli imputati”.

Una tesi respinta dalla difesa: “tutte le domande non vengono fatte per vittimizzare la denunciante”, aveva spiegato l’avvocato Gennaro Velle. Uno scontro accentuato anche dalle polemiche sollevate in televisione da Beppe Grillo, che aveva attaccato l’avvocata Bongiorno. Si riprende ora dalla serata del 16 luglio 2019, quando la giovane in compagnia di un’amica – anch’essa presunta vittima di violenza per alcune foto a sfondo sessuale scattate dai ragazzi – e del gruppo di genovesi aveva trascorso la notte nei locali della Costa Smeralda e poi al Billionaire, per concludere la nottata nella villetta di proprietà della famiglia Grillo.

Foto, video, ‘stories’ estrapolate dai social e poi ancora le chat e le conversazioni telefoniche: tutto di quella sera e dei giorni successivi verrà nuovamente scandagliato dai legali dei giovani, compresi alcuni video realizzati con i cellulari dei ragazzi che mostrerebbero momenti intimi in cui sarebbe coinvolta la giovane e che potrebbero essere visionati in aula in sua presenza. “Non ne ha mai voluto sapere niente. Un video, che ovviamente è sconvolgente e non so cosa succederà quando sarà proiettato”, aveva spiegato Bongiorno. Ora si annuncia nuova battaglia in aula.

Continua a leggere

Cronache

Criminalpol, i dati delle vittime donne vanno aggiornati: ora sono 110

Pubblicato

del

I dati dell’analisi sono del tre dicembre “ma vanno purtroppo aggiornati con l’ulteriore vittima che c’è stata negli ultimi giorni”. A riportare il nuovo dato che, quindi, da 109 donne uccise da uomini passa a 110, è il direttore del Servizio analisi criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza, Stefano Delfini, alla presentazione del documento “Il Punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne”. “È un momento particolarmente importante. È un mese dalla morte di Giulia Cecchettin. Ci sono le parole del padre di Giulia, Gino, che sono per noi occasione di ulteriore stimolo – evidenzia – Dobbiamo occuparci di questo fenomeno tutti i giorni non solo quando c’è un evento particolarmente drammatico che cattura la nostra attenzione, o quando ci sono ricorrenze e date riconosciute a livello mondiale”.

Continua a leggere

Cronache

Marocco, donna ‘veste moderna e chatta’: perde custodia figli

Pubblicato

del

“Esce la sera”, “si veste in maniera moderna”, “scambia messaggi whatsapp con uomini”: per questo la Corte di Cassazione di Agadir ha tolto la patria potestà a una donna che ora aspetta in carcere il giudizio della corte d’appello. La vicenda ha fatto scattare l’indignazione della società civile che si è mobilitata: quindi finisce sui giornali locali e si scopre che in realtà si trascina dal 2020, quando un uomo si rivolge al tribunale di Inezgane, in provincia di Agadir, sulla costa atlantica del Marocco, per chiedere il divorzio. Un anno dopo deposita una denuncia contro la moglie per “incitazione alla dissolutezza”: l’avrebbe tradito, dicono le carte processuali, “scambiando messaggi sul telefonino con altri”.

L’uomo ottiene il divorzio e anche la custodia dei tre figli, ma quando la donna viene assolta dalle accuse di dissolutezza, fa subito appello e ribalta la sentenza precedente: la custodia dei figli resta a lei, il padre può far loro visita una volta alla settimana. Tuttavia quei messaggini “inviati ad altri uomini” rappresentano per l’ex marito un “fondamento giuridico” di condanna e per questo si rivolge alla corte di Cassazione che, sulla base della dichiarazione dell’ex marito, a gennaio fa arrestare la donna. Le prove acquisite nel corso dell’istruttoria sono immagini della videocamera a protezione della casa coniugale che mostrano la donna in abiti contemporanei mentre esce di casa, alle 18, e scambia messaggini sul telefono. Secondo la Corte, quanto basta per far cadere di nuovo le condizioni dell’affido. Di qui l’arresto e la nuova istruttoria in attesa della prossima sentenza.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto