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Beppe Fiorello compie 50 anni, un carriera costellata di successi: “Ora mi infiltro tra i Narcos” per una coproduzione italo-spanola

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Auguri Giuseppe Fiorello, tra i pochi ‘re’ delle fiction Rai (Salvo Montalbano permettendo), mai detronizzati va detto e sempre seguitissimo dagli spettatori anche per la cura con la quale sceglie le produzioni che interpreta (ma ha una notevole esperienza anche nel campo cinematografico, ha lavorato con Verdone, Tornatore, Risi). Il 12 marzo compie 50 anni e festeggia i primi venti anni di carriera. Nato a Catania il 12 marzo del 1969, è il più piccolo di quattro fratelli, Anna, Catena (scrittrice e autrice televisiva) e del più noto showman Rosario che tante volte lo ha preso bonariamente in giro per il suo essere salutista, per optare sempre per ruoli da buono. Ma Beppe il suo modo di scegliere una sceneggiatura lo ha spiegato piu’ volte, l’ultima nel corso della presentazione del tv movie andato in onda su Rai1 con ottimi ascolti il 19 febbraio scorso, “Il mondo sulle spalle”, ispirato alla storia vera di Enzo Muscia, Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, l’operaio che e’ riuscito a ricomprare l’azienda di Saronno (Varese) nella quale lavorava e a ripartire con l’aiuto dei colleghi. “Dietro ogni uomo si nasconde una storia che vale la pena raccontare. – spiega Beppe- Ho interpretato nel corso della mia carriera tantissimi personaggi, eroi e persone comuni, ma anche commedie, mettendoci sempre il sentimento. La sfida e’ mettermi in gioco per non deludere e non tradire le aspettative del personaggio reale o della famiglia. Scelgo sempre con senso di responsabilita’. Un attore rischia, un percorso narrativo di questo genere ti espone anche ad attacchi politici di vario genere. Lo metto in conto, mi assumo dei rischi”. Come e’ successo per la fiction dedicata al ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che e’ stata bloccata.

“La fiction deve rispettare i termini legali, e’ una situazione particolare: Lucano non e’ condannato ne’ libero. Non mi sono sentito isolato quando e’ scoppiato il caso, semmai impegnato in una battaglia in cui avrei avuto piacere che ci fosse piu’ partecipazione”. A maggio Fiorello tornera’ sul set per girare col regista Alessandro Angelini ‘Gli Orologi del Diavolo’. “E’ la prima lunga serie della mia vita – dice- una bomba, e’ in fase di scrittura, una coproduzione Italia-Spagna, di grande impatto emotivo e adrenalinico. Io interpreto Gianfranco Franciosi, infiltrato quasi per caso nei Narcos per quattro anni, abbandonato dallo Stato, come ha raccontato lui nel libro omonimo scritto con Federico Ruffo”. Il debutto artistico di Beppe Fiorello e’ del 1998, quando viene scelto per ‘L’ultimo capodanno’ di Marco Risi. Poco dopo arriva il battesimo in tv, in ‘Ultimo’, al fianco di Raoul Bova. Insieme al fratello Rosario e’ protagonista in ‘Il talento di Mr. Ripley’, film con Matt Damon, Jude Law, Gwyneth Paltrow. Il successo cinematografico arriva con ‘C’era un cinese in coma’, nel quale Beppe e’ co-protagonista insieme a Carlo Verdone. E’ il trampolino di lancio per le grandi miniserie Rai: ‘La guerra e’ finita’ (2002), ‘Salvo D’Acquisto’ (2003), ‘L’uomo sbagliato’ (2005), ‘Il grande Torino’ (2005), ‘Joe Petrosino (2006) e ‘Giuseppe Moscati – L’amore che guarisce’. Storie di uomini comuni che la vita ha reso eroi, storie di italiani che hanno saputo mostrare, nelle difficolta’, tutto il loro coraggio nell’ affrontare e superare le dure prove riservate dal destino. E ancora, ‘La vita rubata’ (sulla storia di Graziella Campagna, vittima di mafia a 17 anni nel 1985), ‘Il sorteggio’, ‘Brancaccio’, ‘Il Bambino della domenica’. ‘Saro’ sempre tuo padre’, dedicata ai padri separati. La vita privata di Beppe Fiorello e’ caratterizzata da grande riservatezza. L’attore e’ felicemente sposato dal 2010 con Eleonora Pratelli. La coppia ha due figli: Anita (2003) e Nicola (2005). E’ anche cittadino onorario di Polignano a Mare, onorificenza conferitagli dopo la splendida interpretazione in ‘Volare – La grande storia di Domenico Modugno’.Ha raccontato che suo padre ha cresciuto lui e i fratelli cantandogli le canzoni di Modugno. E nella serie, che e’ stata un boom di ascolti, la somiglianza era impressionante.

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Esteri

Londra accusa la Cina: troppe spie con gli occhi a mandorle nel Regno Unito

L’MI5 lancia un’allerta su possibili reclutamenti di talpe cinesi nel Parlamento britannico tramite profili LinkedIn falsi. Il governo Starmer denuncia interferenze ostili e annuncia nuovi investimenti per la sicurezza.

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I servizi segreti interni dell’MI5 hanno diffuso un’allerta rivolta ai presidenti della Camera dei Lord e della Camera dei Comuni, segnalando “rischi significativi” di interferenze straniere nel cuore delle istituzioni britanniche. La preoccupazione riguarda due profili LinkedIn ritenuti riconducibili al ministero della Sicurezza di Stato cinese e utilizzati per tentativi di reclutamento di informatori dentro Westminster.

I profili sospetti e il metodo di contatto

Nel mirino degli investigatori ci sono due presunti account falsi, attribuiti a “Amanda Qiu” e “Shirly Shen”. Entrambe le identità si presentano come esperte di ricerca del personale ma, secondo l’MI5, avrebbero contattato funzionari e dipendenti parlamentari con l’obiettivo di ottenere informazioni riservate. Si tratta di un metodo già noto, poiché altre operazioni analoghe sono state più volte denunciate negli ultimi anni.

La reazione immediata del governo Starmer

Il governo laburista ha reagito con estrema durezza. Davanti ai Comuni, il viceministro dell’Interno Dan Jarvis ha definito la vicenda “un tentativo segreto e calcolato di interferenza da parte di una potenza straniera”, ribadendo che simili attività “non saranno tollerate”. Londra ha annunciato un investimento da 170 milioni di sterline in tecnologie avanzate per proteggere le comunicazioni sensibili.

I rapporti con Pechino e il caso dei colloqui bilaterali

Il governo britannico ha inoltre reso noto che la ministra degli Esteri Yvette Cooper ha affrontato la questione con il suo omologo cinese il 6 novembre, sottolineando che il Regno Unito non accetterà alcuna azione volta a minacciare la propria sicurezza nazionale. La Cina ha negato ogni accusa, definendola “priva di fondamento”.

Timori nel ministero della Difesa e precedenti sospetti

Il clima è aggravato anche dai sospetti di possibili intercettazioni, che avrebbero spinto il ministero della Difesa a invitare il personale a non discutere informazioni sensibili sui veicoli di servizio. L’indicazione è arrivata a seguito del ritrovamento, nel 2023, di un dispositivo di tracciamento di provenienza cinese su un’auto governativa utilizzata dall’allora premier Rishi Sunak.

Il caso dei due ricercatori britannici e le tensioni giudiziarie

Resta viva anche la polemica sul caso dei ricercatori Christopher Cash e Christopher Berry, indagati per sospetto spionaggio a favore della Cina. L’inchiesta era stata archiviata prima del processo, ma la Procura della Corona ha poi contestato al governo di non aver classificato formalmente la Cina come minaccia nazionale, limitando così il perimetro investigativo.

La questione aperta della nuova ambasciata cinese

In questo clima cresce l’incertezza sulla decisione relativa alla nuova ambasciata cinese a Londra, destinata a diventare la più grande rappresentanza diplomatica del Dragone in Europa. Il dossier, già sensibile, diventa ora ancora più complesso alla luce dell’allerta lanciata dall’MI5 e delle tensioni politiche tra Regno Unito e Cina.

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Contratto medici 2022-24, aumenti fino a 491 euro: firmata la preintesa. Cgil non firma e proclama sciopero

Firmata la preintesa del contratto 2022-24 per 137mila medici e dirigenti sanitari: aumenti medi di 491 euro al mese e arretrati da 6.500 euro. Cgil non firma e proclama sciopero per il 12 dicembre.

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Il nuovo contratto collettivo nazionale 2022-24 per la dirigenza medica e sanitaria prevede aumenti medi di circa 491 euro al mese per tredici mensilità e arretrati stimati in 6.500 euro. Il provvedimento riguarda 137mila professionisti, di cui 120mila medici e 17mila dirigenti sanitari non medici, per un investimento complessivo pari a 1,2 miliardi. Gli incrementi in busta paga arriveranno dopo la firma definitiva, attesa entro due o tre mesi.

La firma della preintesa e il giudizio positivo di Aran

La preintesa è stata sottoscritta nella sede dell’Aran al termine di una trattativa cominciata il primo ottobre. L’Agenzia definisce l’accordo ampiamente soddisfacente e sottolinea la rapidità del negoziato. La firma apre ora la strada al successivo contratto 2025-27, per il quale servirà un nuovo atto di indirizzo alle Regioni.

Le novità introdotte: riconoscimenti ai giovani e tutele dopo le aggressioni

Tra le novità, è previsto un incremento retributivo percentuale più elevato per i giovani professionisti, con l’obiettivo di rendere più attrattivo il lavoro nel servizio sanitario nazionale. È stato inoltre introdotto il riconoscimento dell’anzianità anche per le branche equipollenti e un sistema più flessibile di progressione professionale. I lavoratori vittime di aggressioni avranno diritto a tutela legale in ogni grado di giudizio e a un supporto psicologico garantito.

Le reazioni dei sindacati favorevoli

Molte sigle sindacali giudicano positivamente la preintesa. I rappresentanti della dirigenza medica evidenziano che le risorse erano già stanziate e che la firma consente di riversare subito gli aumenti nelle retribuzioni. Tra gli elementi apprezzati figurano i riconoscimenti economici per chi lavora nei pronto soccorso e l’attenzione alla permanenza dei giovani nel servizio sanitario pubblico.

La posizione contraria della Fp Cgil Medici e la protesta del 12 dicembre

La Fp Cgil Medici e il Fassid non hanno firmato la preintesa. La Cgil definisce il contratto insufficiente sul piano economico, sostenendo che il potere d’acquisto recuperato non compensi l’inflazione accumulata. Il sindacato annuncia uno sciopero per il 12 dicembre, in concomitanza con la mobilitazione generale già proclamata contro la legge di bilancio, e una consultazione in tutte le aziende sanitarie.


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Suggerimento immagine: immagine neutra di medici in corsia ospedaliera, senza volti riconoscibili, contesto istituzionale.


Aumenti medi e platea coinvolta

Il nuovo contratto collettivo nazionale 2022-24 per la dirigenza medica e sanitaria prevede aumenti medi di circa 491 euro al mese per tredici mensilità e arretrati stimati in 6.500 euro. Il provvedimento riguarda 137mila professionisti, di cui 120mila medici e 17mila dirigenti sanitari non medici, per un investimento complessivo pari a 1,2 miliardi. Gli incrementi in busta paga arriveranno dopo la firma definitiva, attesa entro due o tre mesi.

La firma della preintesa e il giudizio positivo di Aran

La preintesa è stata sottoscritta nella sede dell’Aran al termine di una trattativa cominciata il primo ottobre. L’Agenzia definisce l’accordo ampiamente soddisfacente e sottolinea la rapidità del negoziato. La firma apre ora la strada al successivo contratto 2025-27, per il quale servirà un nuovo atto di indirizzo alle Regioni.

Le novità introdotte: riconoscimenti ai giovani e tutele dopo le aggressioni

Tra le novità, è previsto un incremento retributivo percentuale più elevato per i giovani professionisti, con l’obiettivo di rendere più attrattivo il lavoro nel servizio sanitario nazionale. È stato inoltre introdotto il riconoscimento dell’anzianità anche per le branche equipollenti e un sistema più flessibile di progressione professionale. I lavoratori vittime di aggressioni avranno diritto a tutela legale in ogni grado di giudizio e a un supporto psicologico garantito.

Le reazioni dei sindacati favorevoli

Molte sigle sindacali giudicano positivamente la preintesa. I rappresentanti della dirigenza medica evidenziano che le risorse erano già stanziate e che la firma consente di riversare subito gli aumenti nelle retribuzioni. Tra gli elementi apprezzati figurano i riconoscimenti economici per chi lavora nei pronto soccorso e l’attenzione alla permanenza dei giovani nel servizio sanitario pubblico.

La posizione contraria della Fp Cgil Medici e la protesta del 12 dicembre

La Fp Cgil Medici e il Fassid non hanno firmato la preintesa. La Cgil definisce il contratto insufficiente sul piano economico, sostenendo che il potere d’acquisto recuperato non compensi l’inflazione accumulata. Il sindacato annuncia uno sciopero per il 12 dicembre, in concomitanza con la mobilitazione generale già proclamata contro la legge di bilancio, e una consultazione in tutte le aziende sanitarie.

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Guerra ibrida, il non paper di Crosetto: 10-15 mila militari in più per cyber e nuove tecnologie. Il piano e le sue implicazioni

Il non paper del ministro della Difesa Guido Crosetto propone un rafforzamento degli organici militari di 10-15 mila unità per contrastare la guerra ibrida: arma cyber, centro nazionale dedicato, nuove capacità su AI, spettro elettromagnetico e supply chain. Ecco cosa prevede il documento.

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Il ministero della Difesa ha diffuso un “non paper” dedicato al contrasto della guerra ibrida, un documento di lavoro illustrato da Guido Crosetto al Consiglio supremo di Difesa e destinato anche al Parlamento. Si tratta di un testo programmatico che delinea la visione del titolare della Difesa su come l’Italia dovrebbe prepararsi a una minaccia considerata permanente, multilivello e non più solo militare in senso tradizionale.

Nel documento la guerra ibrida viene descritta come una “guerra continua” che colpisce infrastrutture critiche, servizi essenziali, reti di comunicazione, industria strategica e istituzioni democratiche, combinando attacchi cyber, operazioni informative, guerra cognitiva, pressioni economiche e interferenze sullo spettro elettromagnetico.


La definizione di minaccia ibrida secondo la Difesa

Crosetto sottolinea che gli attacchi ibridi avvengono “giorno e notte”, con “rischi quotidiani e crescenti di danni catastrofici” per il Paese. Nel non paper si evidenzia come tali operazioni sfruttino le vulnerabilità delle democrazie occidentali, in particolare la tendenza a reagire tardi o a non reagire affatto, e puntino a minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

La minaccia è strutturata su tre grandi fronti:

  • trasporti e logistica, incluse rotte navali e catene di approvvigionamento;

  • reti energetiche e infrastrutture critiche;

  • sistema politico e informativo, con campagne di disinformazione e manipolazione del dibattito pubblico.


Il potenziamento degli organici: 10-15 mila militari in più per la guerra ibrida

Uno dei passaggi più rilevanti del non paper riguarda il rafforzamento degli organici. Nel testo si propone un “significativo potenziamento” del personale militare, “anche dell’ordine di 10/15 mila unità”, da destinare specificamente ai settori:

  • cyber difesa e cyber intelligence,

  • gestione e protezione dello spettro elettromagnetico,

  • nuove tecnologie e domini emergenti,

  • un ramo operativo “molto robusto” in grado di tradurre queste capacità in azione sul campo.

Questo potenziamento si inserisce in un ragionamento più ampio che, in altre sedi, ha portato Crosetto a indicare in circa 30 mila unità l’aumento complessivo ritenuto necessario per riportare le Forze armate a un livello di efficienza coerente con gli impegni internazionali e le nuove minacce.


L’arma cyber e il centro per il contrasto alla guerra ibrida

Il non paper prevede la costituzione di una vera e propria “arma cyber” civile-militare, riconoscendo il dominio cibernetico come spazio di difesa nazionale a tutti gli effetti. In questa nuova struttura rientrerebbero, secondo le linee illustrate pubblicamente dal ministro, circa 1.200-1.500 addetti tra personale civile e militare, con competenze specialistiche in sicurezza informatica, analisi delle minacce e risposta agli attacchi.

Accanto all’arma cyber, il documento propone l’istituzione di un Centro per il contrasto alla guerra ibrida, con funzioni di:

  • raccolta e analisi di intelligence sulle minacce ibride;

  • coordinamento tra Forze armate, altre amministrazioni dello Stato e settore privato;

  • pianificazione di esercitazioni congiunte su scenari cyber-elettromagnetici;

  • formazione specifica contro le “minacce cognitive”, cioè la manipolazione dell’informazione e della percezione pubblica.


Nuove capacità: intelligenza artificiale, droni, spettro elettromagnetico e supply chain

Il non paper dedica spazio all’adeguamento tecnologico delle Forze armate e, più in generale, dell’architettura di difesa nazionale. Tra le priorità indicate:

  • Intelligenza artificiale: sviluppo e adozione di sistemi AI per analisi di grandi moli di dati (big data), rilevamento anomalie, risposta automatizzata a minacce cyber e supporto alle decisioni operative.

  • Droni e sistemi unmanned: potenziamento delle capacità di sorveglianza, ricognizione e, dove previsto, intervento, con attenzione anche alla difesa anti-drone.

  • Spettro elettromagnetico: rafforzamento delle capacità di protezione, monitoraggio e, se necessario, contrasto delle attività ostili nel dominio elettronico, dalle interferenze alle attività di jamming.

  • Protezione delle catene di approvvigionamento (supply chain): misure per garantire sicurezza e resilienza delle filiere logistiche ed energetiche, considerate bersaglio primario in uno scenario di guerra ibrida.


Coordinamento con Nato, Unione europea e dimensione civile

Il documento di Crosetto si colloca nella cornice di una difesa “multilivello”, che intreccia la dimensione nazionale con quella euro-atlantica. Nel non paper si parla infatti della necessità di:

  • definire strategie comuni in ambito Nato e Ue per rafforzare la resilienza democratica e la risposta coordinata agli attacchi ibridi;

  • aggiornare il quadro normativo interno per consentire interventi più rapidi, prevenire, dissuadere e mitigare le minacce;

  • coinvolgere in modo strutturato infrastrutture critiche, grandi operatori energetici, tlc, trasporti, pubblica amministrazione centrale e locale, con protocolli condivisi di sicurezza e scambio informazioni.

Il piano, nelle intenzioni del ministro, non riguarda solo l’apparato militare, ma l’intero “sistema Paese”, chiamato a riconoscere che la guerra ibrida supera i confini tradizionali fra pace e guerra e coinvolge società, economia e informazione.


Le implicazioni politiche e finanziarie del piano

Il non paper, pur essendo un documento di indirizzo e non una legge, apre un capitolo politicamente delicato:

  • un aumento di 10-15 mila unità con alta specializzazione,

  • la creazione di una nuova arma cyber,

  • la realizzazione di un centro nazionale per la guerra ibrida,
    implicano inevitabilmente nuovi oneri di bilancio e scelte prioritarie su reclutamento, formazione e investimenti tecnologici.

Lo stesso testo indica che il dossier sarà messo a disposizione del Parlamento, che dovrà valutare la traduzione delle linee guida in atti normativi e risorse concrete. Per ora il non paper fissa la cornice: riconoscere la guerra ibrida come minaccia strutturale e permanente e ripensare di conseguenza lo strumento militare, l’organizzazione dello Stato e le alleanze internazionali. I passaggi successivi si giocheranno fra aula parlamentare, bilanci pubblici e consenso politico.

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