Un centinaio di reporter dietro le transenne, due ministri ed un massiccio schieramento di forze dell’ordine accolgono all’aeroporto militare di Ciampino il Falcon dei servizi che riporta in Italia Cesare Battisti dopo una fuga durata quasi 38 anni. Quando mancano dieci minuti a mezzogiorno, appare sulla scaletta l’ex militante dei Pac: solito ciuffo – ma piu’ rado – sulla fronte, folto pizzetto e giubbotto marrone. Per qualche secondo un leggero sorriso gli compare sul viso. “Mi sembrava sogghignante”, dice Matteo Salvini che insieme al collega Alfonso Bonafede parlera’ alla stampa sulla pista dell’aeroporto. “Un uomo stanco di fuggire”, appare ad altri presenti. Nel pomeriggio e’ gia’ in isolamento nel carcere di massima sicurezza di Oristano, dove scontera’ l’ergastolo. Polemiche dall’opposizione, secondo cui gli esponenti del Governo hanno cavalcato mediaticamente in modo eccessivo la cattura del latitante. Si chiude il cerchio, dunque, sulle ‘avventure’ internazionali di Battisti: prima in Francia, poi in Messico, di nuovo in Francia, protetto dalla ‘dottrina Mitterand’, quindi in Brasile e, infine, l’ultima illusione svanita con l’arresto mentre vagava nelle strade di Santa Cruz de la Sierra: la Bolivia di Evo Morales, che ha respinto la sua richiesta di asilo. Una fuga lunga quattro decenni che riporta il 64enne originario di Cisterna di Latina al punto di partenza: un carcere italiano. E questa volta e’ difficile ipotizzare una nuova evasione. La procura di Milano, intanto, ha aperto un’indagine sulla rete che ha protetto la sua latitanza. In conferenza stampa a Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte ha tenuto a ringraziare i governi brasiliano e boliviano per la collaborazione offerta che ha consentito “il percorso piu’ sicuro e veloce” per l’Italia. Senza quindi la tappa in Brasile che avrebbe impedito la pena dell’ergastolo.
“E’ un grande risultato che dovevamo ai familiari delle vittime”, ha detto. Salvini, da parte sua, ha parlato di “37 anni di attesa per vedere questo balordo. Ora marcira’ in galera”, anche se “in ritardo: si e’ goduto decenni con morti sulla coscienza senza mai chiedere scusa, ne’ ammettere colpe”. Ha annunciato quindi che la caccia ai latitanti non si chiude qui: “penso sia giunto il momento di scrivere al presidente francese perche’ i terroristi che hanno ammazzato in Italia la smettano di andare liberi in giro per la Francia a bersi champagne”. Il cambio di carcere – in un primo momento era stato annunciato Rebibbia – e’ stato spiegato dal Guardasigilli Bonafede con “valutazioni legate alle condizioni particolari di sicurezza”. Battisti e’ stato inserito nella sezione As2, il circuito di alta sicurezza riservata ai terroristi: cella da solo e 6 mesi di isolamento diurno. Intanto, l’ex compagna brasiliana, Priscila Luana Pereira, ha auspicato una riduzione di pena: “Cesare e’ stato giudicato in contumacia e la sentenza e’ molto dura. Lui ha gia’ una certa eta’ e problemi di salute, come l’epatite”. L’ex terrorista ha nominato il suo nuovo difensore italiano: Davide Steccanella, legale anche di Vallanzasca. L’atteggiamento di Battisti a Ciampino, prima del trasferimento in questura per il fotosegnalamento, non e’ sembrato spavaldo a chi gli ha parlato, ma stanco e rassegnato. “So che andro’ in prigione”, ha detto, consapevole di essere arrivato al capolinea e forse anche sollevato per non dover piu’ escogitare ogni giorno un modo per garantirsi l’irreperibilita’ in un ambiente diventato via via piu’ ostile con l’elezione in Brasile di Bolsonaro.
Ha quindi ringraziato i poliziotti per avergli fornito il giubbotto: tra il gennaio boliviano e quello italiano ci sono 20 gradi di differenza. Due sole telefonate ha chiesto di poter fare dopo l’arresto, entrambe in Italia: alla figlia e al fratello. Proprio il fratello Vincenzo si e’ detto convinto della sua innocenza: “per me Cesare non ha ammazzato nessuno. Non e’ colpevole. I processi furono in contumacia. Voglio rimanergli vicino”. Il “comitato di accoglienza” a Ciampino non e’ piaciuto all’opposizione che ha attaccato il Governo. “Qualche passerella di troppo, in aeroporto, me la sarei risparmiata”, ha detto l’ex premier Paolo Gentiloni. Per il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani “Battisti deve essere accolto nelle patrie galere, non da un codazzo di politici”. I Radicali giudicano “avvilente vedere due dei massimi esponenti del Governo andare ad accogliere un condannato in via definitiva per reati gravissimi all’aeroporto”. Il premier Conte non ci sta: “il fatto che il Governo informi sui passaggi” che hanno portato alla cattura del latitante “e’ un valore non un disvalore”. Bonafede, “di fronte a un momento storico”, si chiede “perche’ due ministri non dovevano essere presenti per dire con orgoglio che chi sbaglia paga e che la giustizia deve fare il suo corso”. Dalla sua casa parigina critica anche un altro celebre beneficiario della dottrina Mitterand, l’ex leader di Potere Operaio, Oreste Scalzone, che esprime “angoscia nel vedere un uomo preso, catturato, avviarsi a quella che alcuni vorrebbero fosse la sua tomba anticipata”.
Una coppia omogenitoriale di Pesaro potrà adottare un secondo figlio nato tramite gestazione per altri (Gpa) all’estero, nonostante l’approvazione della legge che ha reso la Gpa un reato universale, perseguibile anche se compiuta fuori dai confini italiani. Lo ha stabilito con una sentenza storica il Tribunale per i minorenni di Ancona, che ha accolto l’istanza presentata dalla coppia, composta da due liberi professionisti di 30 e 40 anni.
Il caso e il contesto giuridico
La coppia aveva già ottenuto l’adozione del primo figlio nel 2023, nato con la stessa procedura negli Stati Uniti. Il nuovo procedimento si è svolto in un contesto giuridico più delicato, poiché la nuova legge – approvata il 16 ottobre 2023 – considera la Gpa reato anche se realizzata all’estero. Tuttavia, i giudici hanno ribadito un principio chiaro:
«Il minore deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo».
L’adozione e la tutela del minore
La sentenza sottolinea che una discriminazione del bambino in ragione delle scelte degli adulti si tradurrebbe in una violazione del principio di uguaglianza. La motivazione richiama una recente pronuncia della Corte di Cassazione:
«Il minore, parte debole e priva di responsabilità, deve essere tutelato… e l’interpretazione deve essere improntata a un senso di umanità».
Il secondo figlio della coppia è nato negli Stati Uniti prima dell’entrata in vigore della legge, quindi – come spiegato dalla legale Claudia Fabiani, che ha assistito la coppia – i genitori non sono penalmente perseguibili. L’adozione è stata avviata a dicembre 2023 ed è ora pienamente riconosciuta.
Una decisione che guarda al futuro
«Il tribunale ha scelto di riconoscere, da un punto di vista civile, il diritto del minore alla bigenitorialità, anche se i genitori sono due papà», spiega l’avvocatessa Fabiani.
La sentenza è definita «acuta» e fondata su «una mentalità aperta» che mette al centro il superiore interesse del bambino:
«Un neonato non può mai essere considerato un disvalore… il diritto del minore ad avere una famiglia e due genitori che lo riconoscano sotto ogni punto di vista è fondamentale».
(Le persone presenti nell’immagine in evidenza sono generate artificialmente e non esistono nella realtà. Si tratta di volti sintetici creati dall’intelligenza artificiale esclusivamente per illustrare l’articolo. Non raffigurano individui reali o identificabili).
Scioglimento dei Comuni per mafia: 401 casi dal 1991, la Campania tra le regioni più colpite
Il rapporto di Avviso Pubblico presentato a Napoli: il 96% dei provvedimenti concentrato in Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Elezioni e lavoro le leve del potere criminale.
In Italia, dal 1991 al 19 aprile 2025, sono stati 401 i Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. In media, uno al mese per oltre trent’anni. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Avviso Pubblico, presentato oggi a Napoli, che traccia un quadro preciso e allarmante della penetrazione delle organizzazioni criminali nelle amministrazioni locali.
Quattro regioni nel mirino: il 96% degli scioglimenti
Il fenomeno si concentra quasi interamente in quattro regioni: Calabria, Campania, Sicilia e Puglia, dove si registra il 96% degli scioglimenti totali. La maggior parte dei Comuni colpiti ha meno di 20.000 abitanti: il 72% dei casi, a dimostrazione di come le mafie puntino alle realtà più piccole e vulnerabili per costruire consenso e controllo del territorio.
Campagne elettorali sotto scacco
In quasi tutte le relazioni analizzate, si evidenzia il coinvolgimento diretto dei clan nelle campagne elettorali. Le modalità sono molteplici:
Intimidazioni contro altri candidati
Liste sottoscritte da soggetti contigui alle mafie
Richieste di appoggio ai clan da parte di candidati stessi
Scambi di favori legati ad assunzioni e occasioni lavorative
L’obiettivo delle organizzazioni è chiaro: assicurarsi rapporti privilegiati con chi andrà ad amministrare, per ottenere vantaggi economici e controllo sociale.
La Campania: 124 scioglimenti, 6 solo negli ultimi due anni
La Campania è la seconda regione per numero di scioglimenti, con 124 Comuni commissariati dal 1991 a oggi. Solo nel 2025 sono già due i casi registrati: Poggiomarino e Caserta. Nel 2024 furono quattro:
Quindici e Monteforte Irpino (provincia di Avellino)
Calvi Risorta (Caserta)
Melito (Napoli)
Particolarmente significativo è il caso del Comune di Quindici, sciolto quattro volte per infiltrazioni camorristiche dal 1983 a oggi: un record che evidenzia la fragilità istituzionale e il radicamento del potere criminale.
Un mistero intriso di sangue e dolore ha scosso la città questa notte. Due donne sono state colpite da colpi d’arma da fuoco a poca distanza l’una dall’altra. Una è morta, l’altra lotta per la vita. I carabinieri della compagnia di Torre del Greco sono ora al lavoro per chiarire la dinamica dei fatti e verificare se si tratti di tentato omicidio-suicidio.
A perdere la vita è stata Ilaria Capezzuto, 34 anni, trovata in via Pinocchio, riversa sull’asfalto già senza vita, colpita da almeno un proiettile.
Gravemente ferita e ricoverata in pericolo di vita all’Ospedale del Mare, invece, Daniela Strazzullo, 30 anni, trovata all’interno di un’auto in via Don Luigi Sturzo, con una ferita d’arma da fuoco.
Le due zone – via Pinocchio e via Sturzo – sono distanti poche centinaia di metri, ma già in due diversi quartieri del capoluogo. Gli investigatori non escludono che le due donne si conoscessero e che dietro la tragedia ci sia una vicenda personale o sentimentale sfociata nel sangue.
L’arma non è stata ancora ritrovata, mentre le forze dell’ordine stanno passando al vaglio immagini di videosorveglianza e testimonianze per ricostruire i momenti precedenti alla sparatoria.