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Battaglia legale di Harry per pagarsi la scorta quando si trova in Gran Bretagna

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harry e meghan

Il principe Harry sta cercando di ottenere un riesame giudiziario dopo il rifiuto del ministero dell’Interno britannico di consentirgli di pagare di tasca propria per avere protezione dalla polizia per se’ e la sua famiglia quando si trova nel Regno Unito. Lo riferisce la Bbc. Il duca di Sussex vorrebbe finanziare personalmente la protezione per la sua famiglia piuttosto che chiedere ai sudditi di pagare il conto dopo la frattura con la Royal Family, ottenendo cosi’ una scorta privata come quella di cui lui Meghan, Archie e Lilibet godono negli Stati Uniti. Con l’avvicinarsi del Giubileo di platino della regina Elisabetta II, la richiesta del principe Harry viene letta come l’intenzione di cogliere l’ occasione dei festeggiamenti per i 70 del regno, per far conoscere alla nonna l’ultima nata Lilibet che proprio a giugno compira’ un anno. La domanda di riesame giudiziario avanzata dal principe Harry a settembre fa seguito ad un incidente di sicurezza avvenuto a Londra nel luglio 2021 quando l’auto del duca e’ stata inseguita dai fotografi mentre lasciava un evento di beneficenza, come spiegato da un suo rappresentante legale. In una dichiarazione si legge: “Il principe Harry ha ereditato un rischio per la sicurezza alla nascita, per tutta la vita. Rimane il sesto in linea di successione al trono, ha servito due turni di combattimento in Afghanistan e negli ultimi anni la sua famiglia e’ stata sottoposta a ben documentate minacce neonaziste ed estremiste”. “Il Regno Unito – prosegue – sara’ sempre la casa del principe Harry e un Paese in cui vuole che sua moglie e i suoi figli siano al sicuro. Con la mancanza di protezione della polizia, c’e’ un rischio personale troppo grande”.

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Musk rifiuta di eliminare da X video dell’attacco a Sidney

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Elon Musk ha reagito all’ordine di un tribunale australiano di eliminare da X i video dell’attacco nella chiesa di Sidney dopo che il commissario per la eSafety dell’Australia ha chiesto un’ingiunzione. Il miliardario patron di Tesla ha risposto con un post sulla sua piattaforma accusando il premier Anthony Albanese di “censura”. “La nostra preoccupazione è che se qualsiasi Paese è autorizzato a censurare i contenuti di tutti i paesi, allora cosa impedirà a qualsiasi paese di controllare Internet?”

Musk ha detto che X farà appello contro l’ingiunzione australiana. “Abbiamo già censurato il contenuto in questione per l’Australia, in attesa di ricorso legale, ed è archiviato solo su server negli Stati Uniti”, ha aggiunto. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che Musk è cieco di fronte all’angoscia causata dai video. “Faremo ciò che è necessario per affrontare questo miliardario arrogante che pensa di essere al di sopra della legge, ma anche al di sopra della comune decenza”, ha detto Albanese all’emittente pubblica Abc. “L’idea che qualcuno vada in tribunale per il diritto di pubblicare contenuti violenti su una piattaforma mostra quanto il signor Musk sia fuori dal mondo”, ha aggiunto.

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L’ambientalista indigeno Victorio Dariquebe assassinato nell’Amazzonia peruviana

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Un ambientalista indigeno, Victorio Dariquebe, è stato assassinato in una comunità amazzonica del Perù sudorientale dove lavorava come guardia forestale: lo riferiscono le autorità locali. L’uomo, dell’etnia Harakbut-Wachiperi, è stato aggredito nei pressi della riserva naturale di Amarakaeri, nella provincia di Manú.

“Riaffermiamo il nostro impegno affinché questo crimine non rimanga impunito e i responsabili siano individuati e ricevano tutto il peso della legge”, ha affermato il governo peruviano in una dichiarazione firmata da diversi ministeri. L’ambientalista “ha fatto un ottimo lavoro nella conservazione della riserva di Amarakaeri”, ha sottolineato l’Associazione interetnica della giungla peruviana (Aidesep) in un comunicato sui social, secondo cui Dariquebe “aveva ricevuto minacce”.

I popoli originari del Perù combattono l’estrazione illegale e si oppongono a una recente legge approvata dal Congresso che, a loro avviso, incoraggia la deforestazione. Secondo l’ong Global Witness, dal 2012 nel Paese sono stati uccisi almeno 54 difensori delle terre e dell’ambiente, di cui più della metà appartenevano a popolazioni indigene.

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Ucraina, Copenaghen: daremo a Kiev tutti gli F-16 concordati

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La Danimarca invierà all’Ucraina tutti gli aerei da caccia F-16 concordati in precedenza dai leader dei due paesi, ha detto l’ambasciatore danese Ole Egberg Mikkelsen. Parlando con l’emittente ucraina Liga, Mikkelsen ha detto che i jet saranno sicuramente consegnati a Kiev e che si tratta dell’intera flotta di F-16 della Danimarca, che ora è in fase di dismissione. Mikkelsen non ha tuttavia specificato il numero esatto di caccia che saranno inviati all’Ucraina. L’ambasciatore ha spiegato che la Danimarca sta dismettendo la sua flotta perché Copenaghen riceverà presto una nuova generazione di aerei, gli F-35.

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