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Cinema

Barbie, arriva trailer del film della Gerwig

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Evoca l’inizio di ‘2001 Odissea dello Spazio’ il primo trailer dell’attesissimo film su Barbie di Greta Gerwig. Il video-clip di 75 secondi si apre in un deserto preistorico dove bambine giocano con bambole tradizionali e la voce fuori campo di Helen Mirren intona: “Fin dall’inizio dei tempi, fin da quando sono esistite le ragazzine, ci sono sempre state bambole. ma le bambole erano sempre e per sempre dei bambolotti. Fino a…”.

Una colossale Barbie con le fattezze di Margot Robbie appare all’orizzonte proprio come il monolite di Stanley Kubrick. La nuova bambola indossa l’iconico costume a strisce bianche e nere indossate dalla prima Barbie nel 1959. Sulle note di ‘Cosi’ Parlo’ Zaratustra’ di Richard Strauss con cui nel 1968 Kubrick apri’ ‘2001’, le bambine, come i progenitori dell’uomo con le ossa, spaccano le loro bambole in ‘slow motion’ e una di loro ne fa volare una in aria. Dai toni seppiati dei primi fotogrammi, il trailer sposta la scena nel mondo in Day-Glo di Barbie e per un attimo si intravede un Ryan Gosling platinato nella parte del tonicissimo e abbronzato Ken, l’eterno fidanzato. Alla fine degli anni 50, grazie a Barbie, la Mattel cambio’ per sempre il mercato dei giocattoli per l’infanzia e il film e’ la prima produzione cinematografica di rilievo – e il primo film live-action su Barbie – in cui la Mattel e’ coinvolta sotto il Ceo Ynon Kreiz.

Un uomo d’affari israeliano-americano, Kreiz e’ al timone dal 2018 e mira a trasformare il colosso del giocattolo in qualcosa di simile all’universo Marvel: il film su Barbie sara’ seguito da un altro su Polly Pocket scritto e diretto da Lena Dunham di ‘Girls’ con Lily Collins protagonista mentre altri progetti vedranno in campo franchise come Hot Wheels e Masters of the Universe. Oltre a dirigere ‘Barbie’ su invito della Robbie, Greta Gerwig ne ha scritto il copione con il compagno Noah Baumbach. Il film uscira’ nelle sale il 21 luglio con un cast pluristellato che include anche Will Ferrell, Issa Rae, Emerald Fennell, Kate McKinnon, Simu Liu, Ncuti Gatwa e America Ferrera.

In un recente podcast, la regista di “Lady Bird’ e ‘Piccole Donne’ ha confessato il terrore iniziale che ha provato quando ha deciso di mettere le mani al progetto. “Ero spaventata a morte davanti a qualcosa in cui tutto era possibile”, ha detto in una conversazione in streaming con la cantante Dua Lipa: “Quando ho cominciato a scrivere era come avere le vertigini. Da dove comincio? Quale sara’ la storia?”. Greta ha aggiunto che lo spavento iniziale si e’ rivelato produttivo e che l’ha stimolata a creare “cose veramente interessanti”.

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Jerry Calà dopo l’operazione sta meglio e vuole tornare a girare il suo film

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Adesso sta molto meglio e presto Jerry Calà lascerà anche la clinica Mediterranea di Napoli dove è stato operato e salvato dopo l’infarto che lo ha colpito quando è rientrato dal Molise dove aveva girato alcune scene del film “Chi ha rapito Jerry Calà”, nella notte tra venerdì e sabato. Era appena arrivato nell’hotel Santa Lucia, sul lungomare di Napoli quando è stato colpito dall’infarto, subito i soccorsi e il trasferimento nel posto giusto, la clinica Mediterranea, dove sono specialisti proprio sul cuore.

L’attore, 71 anni, è fuori pericolo, grazie all’intervento chirurgico cui è stato sottoposto per impiantare uno stent coronarico, e il suo agente Alex Intermite ha fatto spere che presto, dopo un periodo di riposo, ovvio,  vuole tornare la lavoro r terminare le riprese della pellicola prodotta dai napoletani Gianluca Varriale e Alessandro Riccardi della Vargo Film. Nel film ambientato tra Napoli, Monte di Procida, Ischia e il Molise, ci sono Mara Venier, ex moglie di Calà ma in ottimi rapporti con lui, l’inseparabile Umberto Smaila (anche lui ex Gatti del vicolo Miracoli),Nando Paone, Maurizio Casagrande, Massimo Boldi, Sergio Assisi, Gianfranco Gallo, Barbara Foria e tanti altri bravi attori napoletani. Una scelta, quella di Napoli ,dovuta al grande amore di Calà per la città che lo accolse da giovane tributandogli i primi successi e dove ha sempre pensato prima o poi di trasferirsi per viverci.

 

 

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Cinema

Everything Everywhere All at Once trionfa agli Oscar, delusione italiana: tutti i premiati

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Delusione per l’Italia agli Oscar. La 95/a cerimonia al Dolby Theatre di Los Angeles ha lasciato senza premi la squadra italiana, anche se arrivare in nomination è certamente già un grande traguardo. Torna senza statuette la regista Alice Rohrwacher, data a lungo per favorita, candidata all’Oscar per il corto live action Le Pupille, battuta da An Irish Goodbye di Tom Berkeley e Ross White. Niente da fare neppure per il veterano Aldo Signoretti nel team make up e hairstyling di Elvis: il premio è andato a trucco e acconciatura di Adrien Morot, Judy Chin and Annemarie Bradley per The Whale di Darren Aronofsky.

C’erano anche altri italiani in gara: i produttori Ilbe di Andrea Iervolino e Lady Bacardi e We Do It Together di Chiara Tilesi per Tell It like a Woman, film collettivo di 7 registe tra cui Maria Sole Tognazzi, in gara per la migliore canzone originale Applause di Dianne Warren vinto invece da Naatu Naatu dal film indiano RRR. E c’era anche l’attore Lorenzo Zurzolo agli Oscar protagonista del film Eo di Jerzy Skolimowski tra i candidati come miglior film internazionale, il cui premio è stato vinto però da Niente di nuovo sul fronte occidentale del tedesco Edward Berger.

Alice Rohrwacher

Trionfa Everything Everywhere All at Once

Everything Everywhere All at Once è il miglior film della 95ª edizione degli Academy Awards. Sette le statuette conquistate (su undici nomination) dal film di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, i Daniels, prodotto dalla A24 che ne esce trionfante. Tutto, ovunque, tutto insieme, come il titolo del loro EEAAOin cui si sono divertiti a mescolare generi e piani spazio temporali e che ha battuto ogni record di trofei conquistati in questa stagione dei premi

Fraser «The Whale» miglior attore. E Michelle Yeoh attrice.

Brendan Fraser batte i concorrenti come miglior attore con The Whale di Darren Aronofsky. «È questo il multiverso», il suo commento a caldo. «Non sempre è stato facile per me, come una spedizione sul fondo dell’oceano, risalire in superficie non è facile». E tra le attrici trionfa Michelle Yeoh per Everything Everywhere All at Once , la prima attrice asiatica a conquistare la statuetta. A 60 anni. «Signore, non lasciate che nessuno vi dica che avete superato una certa età. Lo dedico a mia madre, a tutte le madri, sono loro le super eroine. Il mio è un sogno che si realizza».

 

I Daniels migliori registi

Daniel Kwan e Daniel Scheinert, i Daniels, battono Steven Spielberg (The Fabelmans) Todd Field (Tár) Ruben Östlund (Triangle of Sadness), Martin McDonagh (Gli spiriti dell’Isola) : va a loro l’Oscar per la regia di Everything Everywhere All at Once che da lunedì 13 marzo il distributore italiano I Wonder rimanda in sala. «Dedichiamo questo premio a tutte le mamme del mondo, in particolare alle nostre mamme».

Miglior canzone «Naatu Naatu»

Naatu Naatu del kolossal indiano RRR (Rise Roar Revolt, ovvero Alzati Ruggisci Ribellati), un kolossal ambizioso che molti sognavano candidato anche in altre categorie capace in 187 minuti di lavorare di fantasia e azione per ricostruire la vita vera di due rivoluzionari in lotta contro il dominio britannico all’epoca del British Raj — vince come miglior canzone. Mentre è Lenny Kravitz a cantare per il Memorial, omaggio ai tanti talenti scomparsi tra cui Gina Lollobrigida e Maurizio Silvi. Momento segnato dalla commozione di John Travolta di fronte all’immagine di Olivia Newton-John.

A «Avatar 2» gli effetti speciali

Avatar 2 vince, come prevedibile, la statuetta per i migliori effetti speciali di Joe Letteri, Richard Baneham, Eric Saindon e Daniel Barrett. Arrivano sul palco i Daniels, che vincono per la sceneggiatura originale di EEAAO, continuando la scia fortunata del loto film che mescola liberamente generi e piani spazio-temporali. Mentre Sarah Polley vince per la sceneggiatura non originale per Woman Talking: «Apprezzo molto che l’Academy non si sia sentita offesa a mettere accanto le due parole women e talking, donne e parlano», dice ironizzando sull’assenza di registe nella cinquina di quest’anno. Miglior suono va a Top gun: Maverick.

Lady Gaga e Rihanna

Aveva detto che non lo avrebbe fatto ma invece si è esibita. Si presenta in maglietta nera e jeans strappati e senza trucco al pianoforte per cantare Hold My Hand da Top Gun: Maverick. «Puoi scoprire di essere il tuo eroe, anche se hai il cuore spezzato», il suo messaggio. Con la dedica alla memoria di Tony Scott, che firmò il primo Top Gun», nell’86, scomparso nel 2012. Standing ovation anche per Rihanna per Lift Me Up da Black Panther: Wakanda Forever.

Miglior film internazionale

Secondo le attese il miglior film internazionale è Niente di nuovo sul fronte occidentale del tedesco Edward Berger, tratto da romanzo di Erich Maria Remarque, targato Netflix a cui va anche miglior scenografia e colonna sonora a Volker Bertelmann. L’ultima volta per la Germania era stato nel 2007 con Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck. L’Oscar 2023 per il miglior corto documentario va a Raghu, il piccolo elefante (The elephant whisperers) di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga, mentre il miglior corto di miglior di animazione è a Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo di Charlie Mackesy e Matthew Freud.

Miglior documentario «Navalny». «Le pupille» a mani vuote

Miglior documentario è Navalny diretto da Daniel Roher con Odessa Rae, Diane Becker, Melanie Miller e Shane Boris, sul principale oppositore di Putin. «Famiglia Navalny grazie per il vostro coraggio, il mondo è con voi», dice Roher, ricordano le parole del leader dell’opposizione sulla guerra ingiusta di Putin contro l’Ucraina. «Dedico a te il mio premio, il mondo non si è dimenticato del tuo messaggio, non avere paura». Molto commossa la moglie Julija «Mio marito è in carcere solo perché ha difeso la libertà e la democrazia. Io sogno il giorno in cui lui sarà libero, sogno il giorno in cui sarà libero il mio Paese». Niente statuetta per Le pupille di Alice Rohwacher, rodotto da Alfonso Cuaron: tra i cortometraggi live action vince An Irish Goodbye di Tom Berkely e Ross White con James Martin che festeggiava il suo 31esimo compleanno (con coro di tutta la platea). E neanche per Aldo Signoretti, candidato per Elvis: nella categoria trucco e parrucco vince The Whale. Miglior fotografia a James Friend per Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger.

 

Animazione, attore e attrice non protagonisti

Nessun sorpresa per il film di animazione: Pinocchio di Guillermo Del Toro,la sua personalissima rilettura del classico di Collodi. Il regista messicano lo dedica a moglie e figli e ai genitori («che non ci sono più») e ribadisce: «L’animazione non è un genere a sé, è cinema». Come da pronostici anche la vittoria tra i miglior attori non protagonisti di Ke Huy Quan (attore spielberghiano: era il ragazzino di Indiana Jones e il tempio maledetto) per Everything Everywher All at Once (EEAAO). Non prova neanche a trattenere le lacrime l’attore di origini vietnamite. «Mia mamma ha 84 anni, è a casa a guardare la tv: mamma ho vinto un Oscar. Ho iniziato il mio viaggio su una barca, ho passato un anno in un campo profughi e ora sono qui: questo è il vero sogno americano». Tra le attrici non protagoniste vince Jamie Lee Curtis, la villain di Everything Everywhere All at Once che batte Angela Bassett, candidata per Black Panther: Wakanda Forever (titolo premiato per i migliori costumi). «Ci sono centinaia di persone qui con me», cita i Daniels, gli attori, la troupe del film. «A tutte le persone che hanno sostenuto le centinaia di film di genere che ho fatto», la sua dedica.

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Raffaella De Laurentiis ‘persona dell’anno’ a Los Angeles Italia

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Raffaella De Laurentiis, 70 anni, figlia di Dino De Laurentiis e Silvana Mangano, ha ricevuto il premio ‘L.A., Italia – Persona dell’anno. Nel nome di Lina Wertmuller’, al TCL Chinese Theater di Hollywood all’immediata vigilia degli Oscar, in occasione della serata conclusiva del Festival (promosso con il sostegno della direzione generale. Cinema del Mic e Intesa Sanpaolo). La produttrice di film come “Conan il barbaro”, “Conan il distruttore”, “Dune”, “Prancer”, “Dragon – La storia di Bruce Lee”, si è trovata a sorpresa a ricevere il premio dopo aver presieduto la kermesse prodotta dall’Istituto Capri Nel Mondo. “Sono emozionata per diversi motivi – ha detto -. Innanzitutto il premio di per sé mi lusinga in quanto in passato è stato dato a donne eccellenti – due su tutte, Liza Minnelli e Anjelica Huston – dimostrando rispetto per il cinema al femminile di qualità. Poi perché mi viene consegnato nella città dove vivo da sempre, in un Festival molto apprezzato dall’industria globale del cinema e dell’audiovisivo. E ancor di più perché mi viene dato in nome della Wertmuller, una delle persone che ha ispirato la mia carriera. Lina era un modello di donna e di regista e la sua personalità ha illuminato la nostra scena, come poche volte a Hollywood, quando nel 2019 ha ricevuto l’Oscar alla carriera” ha sottolineato Raffaella De Laurentiis che a proposito di Alice Rohwacher (candidata all’Oscar con il corto “Le Pupille”) ha affermato: “Alice è fortissima e farà una grande carriera perché ha talento, ed è una donna forte con grandi idee”. L.A., Italia 2023, promosso dall’Istituto Capri nel mondo, con il patrocinio del ministero degli Esteri, del Consolato Generale e dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles (con la partecipazione di Givova, RS Productions, Ilbe, Rainbow e Colorado Films) ha proposto oltre 100 opere tra il TCL Chinese Tehatre di Hollywood e la piattaforma americana eventive.org e ha accolto numerosi protagonisti del grande schermo internazionale, a cominciare dai premi Oscar Bobby Moresco, Mira Sorvino, Justin Hurvitz, Barry Morrow, Steven Zaillian e Nick Vallelonga insieme al regista polacco Jerzy Skolimowski (candidato col film EO di cui è protagonista l’italiano Lorenzo Zurzolo), a Ted Neeley (protagonista di Jesus Christ Superstar), Mike White (The White Lotus) accompagnato da Sabrina Impacciatore, Frank Grillo, George Gallo, Vince Riotta, Vincent Spano, Robert Davi e ancora le indiane Leena Yadav e Jacqueline Fernandez, Violante Placido, Max D’Epiro, Pippo Mezzapesa, Francesco Cinquemani e Madalina Ghenea.

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