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Economia

Aziende fantasma o nate per assumere parenti e amici e frodare l’Inps approfittando della pandemia

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Ammortizzatori sociali per il Covid 19. C’è chi aspetta ancora di ricevere l’assegno Cig di marzo. Ci sono famiglie con difficoltà serie a vivere. L’Inps sostiene, numeri alla mano, che ogni mese evade i pagamenti  alle aziende. I beneficiari sono circa 2,6 milioni di lavoratori, cui si aggiungono altri 4,3 milioni di dipendenti ai quali la Cig è stata anticipata dai datori di lavoro. E però ci sono ancora quasi mezzo milione di lavoratori che aspettano il bonifico per il periodo del lockdown. Chi sono questi “sfortunati”, molti dei quali se la passano davvero male? Ci sono 123mila potenziali beneficiari che hanno effettuato la domanda entro il 31 maggio. Ma ci sono anche aziende (il ministro del lavoro Catalfo disse che ce n’erano più di duemila) che avrebbe fatto delle forzature nella corsa agli ammortizzatori sociali. Che vuole? Che avrebbe richiesto gli ammortizzatori sociali pur non avendo ricorrendo i requisiti di legge. E poi ci sarebbero anche casi di reati. E sono i casi di di pratiche per accedere ad ammortizzatori da parte di aziende fittizie. Società nate ad hoc, cioè solo alla scopo di sfruttare i benefici di legge sugli ammortizzatori sociali. Insomma gente che avrebbe inventato società e approfittato della pandemia virale per lucrare.

Su questo il servizio ispettivo dell’Inps ha già richiesto l’intervento della magistratura su casi palesemente criminali. La Direzione Centrale Antifrode Inps che agisce in via preventiva ha accertato 2.549 le aziende a rischio di frode, per le quali l’Istituto ha deciso di bloccare la domanda. I tentativi di truffa nel mirino di Inps riguardano i mesi di aprile e maggio. Il numero dei presunti casi di frode supera quello dell’intero 2019, quando emersero 2mila300 aziende fittizie.
Questo filone truffaldino della Cig  è esploso in piena emergenza sanitaria anzi per lucrare su un dramma nazionale. Le 2.549 aziende sospettate di aver presentato richieste di Cig irregolare o peggio in maniera illegale sono presenti in tutta Italia.

La provincia, però, che vanta (si fa per dire) il record dei tentativi di frode è Napoli con 348 casi, a seguire c’è Roma con  263, quindi Milano con 144. Questi i dati relativi alle tre metropoli d’Italia. Se i dati delle presunte truffe della Cig vengono collazionati per regione, allora la Regione col record di frodi tentate è la Campania con con 506 aziende fittizie. Sul podio al secondo posto c’è la Sicilia con 333, terza molto staccata la Lombardia con 163.

Sono richieste irregolari, di lavoro fittizio e per aziende inesistenti, si tratta di un criminale esteso e dalle indagini preventive della Direzione Antifrode dell’Inps potrebbero emergere anche casi di altre aziende create solo per accedere alla Cig, ordinaria o in deroga. Ma le storie delle aziende fittizie non è l’unico caso di frode accertato o in via di accertamento. Ci sono anche tanti casi di imprese realmente esistenti  che però avrebbero effettuato assunzioni retrodatate. Avrebbero fatto figurare nell’organico aziendale parenti, amici ed altri soggetti che non avevano mai lavorato, in modo da poter usufruire degli ammortizzatori sociali.


Anche le assunzioni fittizie sarebbero migliaia. Le frodi riguarderebbero prevalentemente la Cig in deroga, che è stata estesa ad alcuni settori per i quali non erano previsti ammortizzatori sociali prima della pandemia. In fase di emergenza sanitaria la concessione in tempi brevi della Cig ha obbligato gli uffici Inps a correre, limitando al minimo i controlli preventivi. Le analisi delle posizioni delle aziende successivamente all’invio delle istanze sono stati pià stringenti e stanno emergendo i casi di frode. Al momento ci sono 2549 casi che finiranno nelle mani della magistratura. Ma potrebbe esserci di più e di peggio.
I settori più esposti alle frodi sono quelli del turismo e della ristorazione. Sotto la lente del servizio ispettivo dell’Inps le domande pervenute da imprese con un tasso di evasione contributiva patologica. In questi casi, le pratiche di queste aziende vengono automaticamente bloccate dal sistema informatico Inps. Solo a Napoli e provincia le richieste di accesso agli ammortizzatori sociali risultano essere superiori a quelle di Calabria, Molise e Basilicata messe insieme.

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Confindustria, tutti i nomi della nuova squadra del presidente Orsini

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Il consiglio generale di Confindustria, su proposta del presidente designato Emanuele Orsini, ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze. Dieci i vicepresidenti elettivi: Francesco De Santis, Maurizio Marchesini, Lucia Aleotti, Angelo Camilli, Barbara Cimmino, Vincenzo Marinese, Natale Mazzuca, Marco Nocivelli, Lara Ponti. Completeranno la squadra di presidenza i tre vicepresidenti di diritto: Giovanni Baroni presidente della Piccola Industria, Riccardo Di Stefano presidente dei Giovani Imprenditori, Annalisa Sassi presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali.

Il consiglio generale di Confindustria ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze: su 132 presenti, 110 hanno votato a favore, i contrari sono stati 9 e 13 le schede bianche. Queste le deleghe ai vicepresidenti. Francesco De Santis continuerà il suo impegno su Ricerca e Sviluppo. Maurizio Marchesini, dopo aver seguito le Filiere e le Medie Imprese, avrà la delega su Lavoro e Relazioni industriali. Stefan Pan, croseguirà il lavoro svolto in Europa negli scorsi quattro anni in veste di delegato del presidente, con la vicepresidenza per l’Unione europea e il rapporto con le Confindustrie europee. A Lucia Aleotti andrà la vicepresidenza per il centro studi, snodo cruciale nella definizione delle strategie di politica economica. Ad Angelo Camilli la delega su credito, finanza e fisco. Barbara Cimmino seguirà l’export e l’attrazione degli investimenti. A Vincenzo Marinese sarà affidata la responsabilità dell’organizzazione e dei rapporti con i territori e le categorie. Natale Mazzuca avrà la delega alle politiche strategiche e allo sviluppo del Mezzogiorno. A Marco Nocivelli la nuova delega sulle politiche industriali e made in Italy. Lara Ponti si occuperà di transizione ambientale e obiettivi Esg, temi centrali nell’agenda di Confindustria. Emanuele Orsini manterrà per sé la responsabilità su alcuni grandi capitoli strategici: transizione digitale, cultura d’impresa e certezza del diritto.

La squadra di presidenza di Emanuele Orsini, al vertice di Confindustria per il 2024-2028, su richiesta del presidente designato si avvarrà anche del contributo di tre special advisor: Antonio Gozzi con delega all’autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività; Gianfelice Rocca per le Life Sciences e Alberto Tripi per l’intelligenza artificiale. Il nuovo board di Confindustria sarà coadiuvato da cinque delegati del presidente: Leopoldo Destro ai trasporti, alla logistica e all’industria del turismo, Riccardo Di Stefano al quale sarà affidata la delega all’education, Giorgio Marsiaj si occuperà di space economy, ad Aurelio Regina andrà la delega all’energia, mentre Mario Zanetti seguirà l’economia del mare.

 

Il presidente Orsini ha anche ringraziato l’ambasciatore Raffaele Langella per il lavoro svolto come direttore generale, annunciando che fino al suo prossimo incarico, sarà al suo fianco come consigliere diplomatico. Il nuovo direttore generale sarà Maurizio Tarquini.

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Economia

Ponte sullo Stretto, i dubbi del Ministero dell’Ambiente

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Il ministro Matteo Salvini lancia la Conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto, per avviare entro l’estate i cantieri della sua opera-bandiera. Ma il primo sgambetto gli arriva proprio da un altro ministero, quello dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto di Forza Italia. Alla prima riunione della Conferenza dei servizi, che riunisce tutti i soggetti interessati per sveltire le procedure (imprese, Ministeri, enti locali), il Mase ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.a. ben 239 integrazioni di documenti. Per il ministero, la documentazione presentata dalla concessionaria è superficiale, insufficiente e non aggiornata, e va approfondita su tutti i fronti.

I tecnici della Commissione Via-Vas, quelli che devono fare la valutazione di impatto ambientale dell’opera, in 42 pagine di relazione hanno chiesto nuove informazioni praticamente su ogni aspetto del progetto. Le richieste di integrazione di documenti riguardano la compatibilità coi vincoli ambientali, la valutazione dei costi e benefici, la descrizione di tutti gli interventi previsti, il sistema di cantierizzazione, la gestione delle terre e rocce di scavo. Il Mase chiede dati più approfonditi e aggiornati sul rischio di maremoti, sull’inquinamento dell’aria, sull’impatto del Ponte sull’ambiente marino e di terra e sull’agricoltura, sulle acque, sui rischi di subsidenza e dissesto, sulla flora e sulla fauna, sul rumore e i campi magnetici, sulle aree protette di rilevanza europea Natura 2000. Le associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente e i comitati locali anti-Ponte parlano di “passo falso” e di “farsa”, e ribadiscono “il progetto non sta in piedi”.

Ma sono soprattutto le opposizioni a cavalcare la vicenda. Per Marco Simiani del Pd, “il ministero dell’Ambiente sconfessa clamorosamente Matteo Salvini, bloccando di fatto il progetto”. Proprio il leader della Lega era assente alla Conferenza dei servizi, che si è tenuta al suo ministero delle Infrastrutture. “Dal ministero dell’Ambiente arriva un macigno sul progetto del Ponte sullo Stretto”, commenta il leader Cinquestelle Giuseppe Conte, che parla di “un progetto vecchio, risalente al 2011/2012, pieno di falle sul piano ingegneristico, ambientale, trasportistico e finanziario”. Angelo Bonelli di Avs rincara la dose: “La commissione tecnica Via del Ministero dell’Ambiente ha demolito il progetto definitivo sul ponte. Ma esiste un progetto definitivo? O quello che avete presentato è quello di 15 anni fa, che era stato bocciato nel 2012 dal ministero dell’Ambiente?”. Mentre il Codacons chiede l’intervento della Corte dei Conti, l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non si mostra preoccupato per le osservazioni del Mase: “Sono richieste congrue, data l’entità dell’opera. In 30 giorni daremo tutti i chiarimenti richiesti”.

Il ministro Gilberto Pichetto si trova all’improvviso in una posizione scomodissima, con gli uffici del suo ministero che bastonano un progetto che è il cavallo di battaglia di un suo collega. “Con queste istanze abbiamo dato via alla procedura di valutazione di impatto ambientale”, commenta asettico. La richiesta di integrazioni “è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale”. Per il Ponte “si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di Ispra e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi”. “Le richieste della Commissione Via-Vas del Mase non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme – ha commentato Matilde Siracusano, sottosegretario di FI ai Rapporti con il Parlamento – Ho sentito il ministro Pichetto e anche Pietro Ciucci, e non ci sono criticità”.

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Cronache

Superbonus, partiti i primi recuperi sulle compensazioni della truffa miliardaria dei bonus

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Le truffe collegate al Superbonus non sono ancora emerse tutte ma l’attività di contenimento dei danni all’erario è partita. L’Agenzia delle Entrate ha iniziato ad inviare le prime contestazioni per recuperare le somme da chi ha cercato di pagare le imposte con crediti fasulli portati in compensazione. Intanto il Mef cala la scure sui bonus edilizi del passato: agevolazioni senza controlli preventivi non sono più compatibili con il nuovo quadro di norme europee sui conti pubblici. “Sono in corso verifiche fiscali sui crediti oggetto di compensazione, che stanno portando all’emissione di atti di recupero nei confronti dei responsabili”, ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, al termine dell’audizione sull’ultimo decreto Superbonus in commissione Finanze al Senato.

Sui bonus edilizi, ha spiegato, “abbiamo intercettato insieme alla Guardia di finanza truffe per circa 15 miliardi di euro: di questi, grazie ai nostri controlli preventivi, 6,3 miliardi di euro sono stati individuati e scartati prima che si realizzassero le frodi; 8,6 miliardi sono invece stati oggetto di decreti di sequestro da parte dell’autorità giudiziaria”. La lotta alle truffe proseguirà, ma la dimensione del fenomeno Superbonus ha spinto il Tesoro a metterci un punto. “Misure agevolative automatiche, senza una preventiva autorizzazione, non sono più compatibili col nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance europea”, ha detto il direttore del dipartimento Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, nella stessa aula del Senato da dove Ruffini ha fornito i dati aggiornati sulle frodi, non tutte con ricadute per i contribuenti perché alcune sono state intercettate prima della compensazione. Spalletta ha spiegato che, da ora in poi, gli obiettivi di efficientamento energetico e di miglioramento del rischio sismico “devono tenere conto degli obiettivi di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo e della riduzione del debito pubblico sia nelle fasi congiunturali sia in ottica strutturale”.

Il Mef riflette su “una complessiva razionalizzazione delle norme in materia di agevolazioni edilizie”, in vista delle scadenze di fine anno. Non si potrà prescindere – ha spiegato Spalletta – da due lezioni frutto della recente esperienza. La prima, è che gli incentivi fiscali “devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose e prevedendo limitazioni più stringenti sui massimali di spesa, per ridurre comportamenti opportunistici ed effetti dirompenti”. La seconda lezione è che i crediti d’imposta dovranno essere “soggetti a procedure preventive di autorizzazione”, per consentire il monitoraggio della spesa e quindi l’impatto sulla finanza pubblica.

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