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Ayrton Senna, la leggenda: 26 anni fa il dramma di Imola

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Il 1. maggio del 1994 Ayrton Senna finiva la sua corsa ad Imola: un incidente assurdo che ha fatto e farà ancora discutere ma di certo non potrà mai restituirci questo ragazzo perbene, questo campione assoluto. Quella che segue è la prefazione del libro, un ebook, che ho dedicato qualche anno fa al pilota brasiliano. Una persona che ho sempre stimato e con la quale condividevo un po’ di napoletanità

“Caro Ayrton,

era da tempo che volevo scriverti una lettera. L’ho già fatto tanti anni fa quando avevo appena scoperto che avevamo le stesse radici grazie a quel quartino di sangue napoletano che ti avevano trasmesso i tuoi nonni. Ed era da tempo che volevo chiederti mille cose: se lassù hai trovato una “pista dove correre con regolamenti diversi, che esaltino il campione pur senza compromettere la sicurezza”. Quella sicurezza in nome della quale ti sei sempre battuto. E se hai incontrato i tuoi amici, il fidato Armando che ti voleva tanto bene. Oppure Elio De Angelis, con il quale in pista non andavi d’accordo ma che hai pianto quando è morto. Avrai ritrovato il grande vecchio Enzo Ferrari e il mio direttore di allora Marcello Sabbatini che ti stimava tantissimo? E la tua monoposto è una Ferrari? E vorrei pure sapere se hai conosciuto mia mamma che tifava per te e faceva le nottate davanti alla tv per aspettare il Gran Premio. Chissà, caro Ayrton! Di sicuro da lassù guardi tua sorella Viviana che ha proseguito la tua opera: aiutare i bambini brasiliani, dar loro un’educazione, toglierli dalle strade e allontanarli dai pericoli. Quanti ne ha salvati in nome tuo! E quanti ancora ne salverà col tuo Senninha, il fumetto buono. Chi lo sa se anche qui, a Napoli, riusciremo a dare un speranza ai bambini disagiati, ai figli dei nostri Bronx…

Mi sono commossa a rileggere i tuoi bigliettini di auguri ed i miei servizi di giovane giornalista con la passione per le corse, a guardare le foto di quegli anni, a partire da Hockenheim 1982, a ritrovare l’orgoglio di poter dire, senza mai gridarlo, “Sì, io lo conosco: è un po’ napoletano, proprio come me”.

Mi dispiace anche se non so quanto non esserci stata quel maledetto giorno di venti anni fa ad Imola: da un lato mi manca l’averti salutato, dall’altro preferisco ricordarti sorridente e vittorioso sul gradino più alto del podio. A spruzzare champagne e a fare a tutti la doccia con la bottiglia. Ciao. Anna Maria

Dal libro: Caro Ayrton, di Anna Maria Chiariello, Ebone Edizioni – www.ebonedizione.com

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Cronache

Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Cronache

Napoli, sequestrata nave turca con grano ucraino: conteneva sigarette di contrabbando

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Nave carica di mais e grano ucraino e sigarette di contrabbando. Carabinieri arrestano 4 persone, anche il comandante del cargo

Si tratta di una nave turca, battente bandiera panamense, dove i carabinieri della sezione operativa e radiomobile di Castellammare di Stabia hanno trovato migliaia di pacchetti di sigarette di contrabbando. Proveniente dall’Ucraina con un carico di mais e grano e attraccata nel porto di Torre Annunziata, l’imbarcazione nascondeva nella stiva circa 7000 pacchetti di sigarette di origini serbe ma destinate verosimilmente al mercato nero napoletano.

In manette il comandante della nave, un 39enne siriano di Tartus e 3 oplontini di 68, 57 e 58 anni. Questi ultimi avevano appena prelevato 500 stecche del carico (5000 pacchetti) e li avevano stipati in un’auto. Sono stati arrestati per contrabbando di tabacchi esteri.

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Esteri

Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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