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Aviaria: ragazzina di 11 anni morta in Cambogia

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Una bambina di undici anni in Cambogia è morta di influenza aviaria, prima vittima del virus da anni nel Paese, secondo le autorità sanitarie. L’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto maggiore vigilanza pur ricordando che il rischio della trasmissione del virus dagli uccelli ai mammiferi è basso. La ragazza cambogiana si è ammalata il 16 febbraio con febbre, tosse e mal di gola, e in seguito è morta in ospedale, ha detto il dipartimento di controllo delle malattie trasmissibili della Cambogia. I risultati dei test hanno confermato che la ragazza era “positiva all’H5N1”, il virus dell’influenza aviaria. La malattia si diffonde tipicamente dagli uccelli agli esseri umani attraverso il contatto diretto. D Globalmente, secondo l’OMS, dal 2003 ci sono stati più di 450 casi mortali di influenza aviaria.

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Il rischio di ictus si legge negli occhi, da foto della retina

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Il rischio di ictus si legge negli occhi: uno studio pubblicato sulla rivista Heart mostra che l'”impronta digitale” vascolare sulla retina può predire il rischio di ictus di una persona con la stessa precisione dei fattori di rischio tradizionali, ma senza la necessità di effettuare molteplici esami di laboratorio invasivi La ricerca è stata condotta da esperti del The Hong Kong Polytechnic University. L’impronta digitale, che comprende 29 indicatori di salute vascolare, è un approccio pratico e particolarmente adatto all’assistenza sanitaria di base e a contesti a basse risorse, spiegano i ricercatori. L’ictus colpisce circa 100 milioni di persone in tutto il mondo e ne uccide 6,7 milioni ogni anno.

La maggior parte dei casi è causata da fattori di rischio modificabili, come l’ipertensione, il colesterolo alto, una dieta scorretta e il fumo. L’intricata rete vascolare della retina condivide caratteristiche comuni con la vascolarizzazione del cervello, il che la rende un candidato ideale per valutare i danni derivanti da malattie come il diabete, spiegano i ricercatori. L’uso dell’intelligenza artificiale (AI) ha aperto le possibilità di identificare i marcatori biologici che possono predire con precisione il rischio di ictus senza la necessità di esami di laboratorio invasivi.

Gli esperti hanno misuratodiversi aspetti dell’assetto vascolare retinico (ad esempio il calibro, la densità, la tortuosità, e la complessità delle vene e delle arterie) nelle immagini del fondo oculare di 68.753 partecipanti alla biobanca britannica. I ricercatori hanno preso in considerazione i fattori di rischio potenzialmente influenti per l’ictus, dallo stile di vita a parametri come pressione sanguigna, colesterolo, glicemia e peso. L’analisi finale ha incluso 45.161 partecipanti (età media 55 anni). Durante un periodo di monitoraggio medio di 12,5 anni, 749 partecipanti hanno avuto un ictus. Queste persone tendevano a essere significativamente più anziane, di sesso maschile, fumatori e con diabete. Inoltre, pesavano di più, avevano una pressione sanguigna più alta e livelli più bassi di colesterolo “buono”, tutti fattori di rischio noti per l’ictus. I risultati ottenuti con l’esame retinico sono altrettanto precisi rispetto alle stime di rischio basate sugli esami tradizionali.

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Esteri

Aoun dà l’incarico a Salam, un messaggio a Hezbollah

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Il nuovo presidente della repubblica libanese Joseph Aoun (nella foto in evidenza di Imagoeconomica assieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani) ha scelto un nuovo capo di governo, affidando l’incarico a Nawaf Salam, giurista di fama e intellettuale riformatore di spicco, attuale presidente della Corte internazionale di giustizia e, soprattutto, esponente di una classe politica vicina ai paesi occidentali e a quelli arabi del Golfo. In soli quattro giorni, dall’elezione di Aoun alla nomina di Salam, si avvia a conclusione una crisi istituzionale durata per più di due anni e che ha accompagnato il Libano alle prese dal 2019 con la peggiore crisi finanziaria della sua storia.

L’incarico affidato a Salam, 71 anni, proveniente da una prestigiosa famiglia politica beirutina, è il frutto almeno in parte dello stravolgimento di equilibri regionali cominciato, di fatto, con la guerra tra Hamas e Israele nel 2023, proseguito con la sconfitta di Hezbollah e del suo alleato iraniano in Libano lo scorso autunno, e con la recente dissoluzione nella vicina Siria del decennale potere della famiglia Assad, alleata della Russia e della stessa Repubblica islamica.

Il segnale del cambiamento, già preannunciato nel discorso inaugurale del neoeletto capo di Stato Aoun, si è concretizzato con la netta maggioranza delle preferenze accordate alla candidatura di Salam rispetto a quelle per l’attuale premier dimissionario Najib Mikati, accusato di corruzione e da più parti considerato esponente del cosiddetto ancien regime. Nawaf Salam, atteso nelle prossime ore a Beirut per assumere formalmente l’incarico, ha ricevuto la stragrande maggioranza dei voti (84 su 128), mentre Mikati ha ottenuto solo 9 preferenze. Hezbollah e il suo alleato Amal si sono astenuti, come avevano già fatto al primo turno delle elezioni presidenziali venerdì scorso.

Il Partito di Dio, senza più il suo leader storico Hasan Nasrallah, ucciso da Israele a fine settembre, e fortemente indebolito dall’escalation militare dello scorso autunno, ha tentato invano di ritardare la nomina di Salam. Come ennesimo segnale del cambiamento di equilibri, il presidente Aoun, da più parti indicato come vicino agli Stati Uniti e ai Paesi arabi del Golfo anti-iraniani, ha invece preteso che i deputati di Hezbollah esprimessero oggi le loro intenzioni di voto. Così è stato. E l’immagine della sconfitta politica è rimasta dipinta sui loro volti all’uscita dal colloquio col capo di Stato.

Salam è sunnita, così come prevede il Patto nazionale, l’accordo non scritto, evocato proprio oggi da Hezbollah, e che dal 1943 prevede la spartizione delle cariche su base comunitaria. In base a questa convenzione sedimentatasi nel corso di decenni, il presidente della Repubblica deve essere cristiano maronita, così come deve essere sciita il presidente del parlamento. Salam, come nei giorni scorsi lo stesso presidente Joseph Aoun, ha più volte ribadito l’esigenza per il Libano di superare la lottizzazione confessionale per approdare a “una formula di governo basata sullo Stato di diritto, incentrato sul principio di pari diritti e doveri tra i cittadini”.

Una sfida enorme, per molti già cominciata. Il neo presidente libanese, intanto, ha avuto anche un colloquio telefonico con la premier italiana, Giorgia Meloni che gli ha rivolto le sue congratulazioni e quelle del Governo italiano per la sua elezione. Nel colloquio Meloni ha anche ricordato “l’impegno dell’Italia a favore del cessate il fuoco tra Libano e Israele” e ha sottolineato “il ruolo chiave che la nostra Nazione continua a svolgere attraverso l’azione dei militari italiani nella missione Unifil, in quella bilaterale Mibil e con la guida italiana del Comitato Tecnico-Militare per il Libano per il coordinamento del sostegno internazionale alle Forze Armate libanesi”. Aoun ha anche sentito il segretario di Stato vaticano, card Pietro Parolin che si è congratulato per la sua elezione sottolineando “con piacere” anche “il tempestivo incarico conferito a Nawaf Salam”.

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Juventus, spese dirigenziali alle stelle e risultati deludenti: l’era Giuntoli è un fallimento. Per ora

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La Juventus chiude il girone d’andata del campionato 2024/25 al quinto posto, fuori dalla zona Champions League, con appena 33 punti e a ben 14 lunghezze dal Napoli capolista. Una performance ben al di sotto delle aspettative e che, se paragonata ai successi ottenuti sotto la gestione Andrea Agnelli e Fabio Paratici, evidenzia un chiaro peggioramento. Nonostante ciò, le spese per la dirigenza bianconera continuano a lievitare.

I compensi dirigenziali: un aumento significativo

Nel corso della stagione 2023/24, il club ha registrato un aumento dei compensi per i membri del Consiglio di Amministrazione, degli organi di controllo e dei dirigenti con responsabilità strategiche, arrivando a 5,7 milioni di euro contro i 4,08 milioni della stagione precedente. La rivoluzione interna, avviata dopo le dimissioni della dirigenza Agnelli nel novembre 2022, ha portato nuovi volti al vertice, tra cui Gianluca Ferrero (presidente), Maurizio Scanavino (amministratore delegato) e Cristiano Giuntoli (Managing Football Director). Tuttavia, l’incremento delle spese non è stato accompagnato da risultati sportivi all’altezza.

I numeri dei compensi: Giuntoli in testa

Tra i nuovi dirigenti, Cristiano Giuntoli ha ricevuto il compenso più alto:

  • Cristiano Giuntoli: 2,9 milioni di euro lordi, di cui 2,5 milioni come fisso, un bonus una tantum di 400mila euro e altri benefici monetari.
  • Maurizio Scanavino: 1,22 milioni di euro lordi, comprensivi di un compenso fisso di 800mila euro e un bonus una tantum di 400mila euro.
  • Gianluca Ferrero: 405mila euro come presidente del CdA.

Gli altri membri del CdA e del collegio sindacale hanno ricevuto compensi compresi tra 20mila e 75mila euro ciascuno.

Il bonus per “obiettivi non raggiunti”

Un aspetto controverso è stato il riconoscimento di un bonus una tantum di 400mila euro a Giuntoli e Scanavino, nonostante gli obiettivi economici non fossero stati raggiunti a causa dell’assenza dalla Champions League. Il Consiglio di Amministrazione ha giustificato questa decisione citando le “circostanze eccezionali a livello economico”.

Un confronto impietoso con il passato

Sotto la gestione Agnelli-Paratici, la Juventus ha dominato il panorama calcistico italiano, conquistando scudetti consecutivi e raggiungendo le fasi finali della Champions League. Oggi, invece, il club si trova a fare i conti con una stagione altalenante e un futuro incerto. Le spese per la dirigenza appaiono sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti, sollevando dubbi sulla gestione economica e sportiva.

Un futuro da ricostruire

Con l’obiettivo di tornare competitiva sia in Italia che in Europa, la Juventus dovrà affrontare una fase di riflessione e riorganizzazione. I tifosi, intanto, chiedono maggiore chiarezza e risultati concreti che giustifichino gli elevati costi di gestione.

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