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Austria in perenne campagna elettorale, i nodi per Sebastian Kurz arriveranno dopo il voto

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“I nodi arriveranno al pettine solo dopo le elezioni”. Ne e’ convinto il politologo austriaco Peter Filzmaier. Nessuno mette in discussione la vittoria della Oevp di Sebastian Kurz. Il leader 33enne del partito popolare non deve neanche temere una certa disaffezione alla politica. E’ vero che l’Austria e’ in campagna elettorale permanente dal 2016, quando gli austriaci dovettero recarsi ben tre volte alle urne per eleggere il nuovo presidente, perche’ la prima tornata fu annullata a causa della colla delle buste che non teneva. “Di certo gli austriaci sono un po’ stanchi, ma ricordiamoci che partiamo da un’affluenza dell’80% alle politiche del 2017”, spiega Filzmaier. “Si tratta – osserva – di valori record in Europa, che non temono il confronto neanche con paesi con l’obbligo di voto come il Belgio e il Lussemburgo”. “La campagna elettorale – ricorda il professore universitario – e’ stata caratterizzata da slogan ripetitivi”. Nel finale sulle prime pagine dei giornali sono finite poi le spese pazze dell’ex leader della Fpoe Heinz Christian Strache. Filzmaier dubita pero’ che queste polemiche possano stravolgere l’esito del voto di domenica. “I tempi tra lo scoppio dello scandalo e la chiamata alle urne e’ stato molto breve. Per cambiare orientamento gli elettori necessitano almeno di 7-10 giorni”. “Non dimentichiamo – aggiunge – che una fetta importante dell’elettorato della Fpoe si informa tramite canali alternativi, come i social media” e per questo sono immuni al flusso di notizie sui media tradizionali. Per quanto riguarda poi il futuro governo, secondo il politologo, “Oevp e Fpoe hanno la stessa visione sulla stragrande maggioranza dei temi. E’ pero’ da vedere se Kurz, dopo l’Ibiza-Gate e la polemica sulle spese, considerera’ l’ex partner di coalizione ancora affidabile”. I punti in comune con i socialdemocratici riguardano il 50% dei temi, ma tra Kurz e Pamela Rendi Wagner non corre buon sangue. Un governo di Oevp, Verdi e liberali Neos e’ matematicamente possibile “ma i tre partiti non la vedono allo stesso modo praticamente su tutto”, evidenzia infine Filzmaier.

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Italiano catturato in Ucraina: il caso del pizzaiolo napoletano arruolato nell’esercito russo

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Un caso singolare e controverso scuote il conflitto in Ucraina: Gianni Cenni, un pizzaiolo napoletano di 51 anni, è stato catturato dalle forze speciali ucraine nella regione di Donbass, dove combatteva come volontario nell’esercito russo. Secondo i documenti rilasciati dal ministero della Difesa russo, Cenni si sarebbe arruolato il 13 novembre 2024 nel I° reggimento corazzato, unità militare 58198.

La cattura sarebbe avvenuta tra il 7 e l’8 gennaio, in una missione di ricognizione oltre le linee nemiche tra Kupyansk e la regione di Lugansk. La notizia ha sollevato interrogativi sulla presenza di cittadini italiani tra i combattenti stranieri arruolati nelle forze russe.

Dalla pizzeria al fronte: chi è Gianni Cenni

Originario del Napoletano, Cenni ha un passato legato alla ristorazione, con esperienze lavorative in Finlandia e in Russia. Nel ristorante italiano “Anima”, situato a Samara sul fiume Volga, Cenni aveva lavorato come pizzaiolo fino a circa un anno fa, secondo quanto riferito dal console onorario italiano a Samara, Gianguido Breddo. “Era un dipendente con un carattere sopra le righe. Sapere che si è arruolato non mi sorprende”, ha commentato Breddo, ricordando la passione di Cenni per la cucina.

Alcuni video pubblicati sui social media del ristorante e della Scuola di cucina italiana di Samara lo ritraggono in una masterclass di pizza tenutasi il 15 giugno 2023. Questi contenuti lo mostrano come un professionista dedito alla sua arte culinaria, ma rivelano anche un aspetto controverso: una foto del 2015, pubblicata prima dell’invasione del Donbass, lo ritrae con una maglietta che celebra il presidente russo Vladimir Putin.

Il contestato passato e le ragioni di una scelta

Le ragioni che hanno spinto Cenni ad arruolarsi nell’esercito russo restano incerte. Come sottolineano gli esperti, molti stranieri che si uniscono ai ranghi russi lo fanno principalmente per motivi economici. Il salario e i benefici offerti ai volontari stranieri potrebbero aver avuto un ruolo determinante nella decisione del pizzaiolo napoletano di abbandonare la sua professione per combattere.

Tuttavia, il passato di Cenni non sembra rivelare alcun coinvolgimento ideologico particolare. L’ammirazione mostrata per Putin potrebbe essere stata più simbolica che politica, ma resta un tema di riflessione sull’influenza del contesto sociale e lavorativo nella sua decisione di unirsi all’esercito russo.

La reazione della diplomazia italiana

La cattura di Gianni Cenni getta luce su una vicenda complessa, intrecciata con questioni geopolitiche e personali. Ora detenuto a Kiev, il pizzaiolo napoletano è sotto la custodia del Servizio di sicurezza ucraino (SBU), che ha avviato interrogatori per chiarire le motivazioni e le circostanze del suo arruolamento.

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Soldati nordcoreani catturati in Ucraina: la denuncia del presidente Zelensky

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato una dichiarazione che solleva interrogativi importanti sull’espansione del conflitto in Ucraina. Due soldati nordcoreani sono stati catturati nella regione di Kursk dalle Forze armate ucraine, un episodio che conferma, secondo Kiev, il coinvolgimento diretto della Corea del Nord nel conflitto a fianco della Russia.

La cattura e il trattamento dei prigionieri

“I nostri soldati hanno catturato personale militare nordcoreano nella regione di Kursk. Due soldati, sebbene feriti, sono sopravvissuti e sono stati trasportati a Kiev, dove ora stanno comunicando con il Servizio di sicurezza dell’Ucraina”, ha dichiarato Zelensky. I prigionieri, in conformità con le leggi internazionali e gli standard umanitari, stanno ricevendo tutte le cure mediche necessarie.

Il presidente ucraino ha sottolineato la difficoltà di questa operazione: “Le forze russe e altro personale militare nordcoreano solitamente giustiziano i feriti per cancellare ogni prova del coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra contro l’Ucraina”.

Un’operazione di successo e un messaggio al mondo

La cattura è stata possibile grazie agli sforzi del Gruppo tattico n. 84 delle Forze per operazioni speciali delle Forze armate ucraine e dei paracadutisti. “Sono grato ai soldati che hanno compiuto questa missione cruciale”, ha aggiunto Zelensky.

Inoltre, il presidente ha dato istruzioni affinché i giornalisti possano accedere ai due prigionieri nordcoreani: “Il mondo deve sapere la verità su ciò che sta accadendo”. Questo passo mira a garantire trasparenza e a svelare il ruolo della Corea del Nord nella guerra, una questione che potrebbe avere ripercussioni diplomatiche significative.

Implicazioni internazionali

La notizia della presenza di soldati nordcoreani sul fronte ucraino rappresenta un nuovo sviluppo nella guerra in corso. Il coinvolgimento diretto della Corea del Nord potrebbe portare a ulteriori tensioni tra Kiev e Mosca, oltre che a un’intensificazione delle critiche internazionali contro Pyongyang.

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Idf, quattro soldati morti in combattimenti nel nord di Gaza

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Quattro soldati dell’Idf sono stati uccisi e sei sono stati feriti durante i combattimenti di questa mattina nel nord della Striscia di Gaza, ha annunciato l’esercito. Lo riporta il Times of Israel. Sono morti Alexander Fedorenko, 37 anni, autista di camion del 79° Battaglione della 14a Brigata corazzata, di Bat Yam; il sergente maggiore Danila Diakov, 21 anni, del 931° battaglione della Brigata Nahal, di Maale Adumim; il sergente Yahav Maayan, 19 anni, del 931° battaglione della Brigata Nahal, di Modiin, e il sergente Eliav Astuker, 19 anni, del 931° battaglione della Brigata Nahal, di Ashdod. Secondo una prima indagine dell’Idf, i soldati sono stati colpiti da un ordigno esplosivo e da colpi di arma da fuoco nel nord di Gaza, a Beit Hanoun. Tra i sei soldati feriti, due sono in gravi condizioni. L’Idf ha intensificato di recente la sua offensiva contro Hamas nell’estremo nord della Striscia di Gaza, in un’operazione in corso da ottobre. L’offensiva si sta ora concentrando sull’area di Beit Hanoun, dopo le incursioni a Jabalia e Beit Lahiya.

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