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Attivisti cinesi arrestati vicino all’ambasciata Ue

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Yu Wensheng e sua moglie Xu Yan, due importanti attivisti cinesi per i diritti umani, sono stati arrestati giovedì a Pechino e portati via su un’auto della polizia “per essersi diretti verso un’ambasciata”, risultata essere quella dell’Unione europea. Lo ha riferito la stessa Xu in un video su Twitter, inaccessibile in Cina, spiegando che “sono stati costretti a salire in macchina da varie persone”. La delegazione dell’Ue ha protestato con il ministero degli Esteri cinese, postando un tweet in cui ha chiarito di aver “chiesto alle autorità la liberazione immediata e senza condizioni degli attivisti” dopo un “trattamento inaccettabile”. Yu, un importante avvocato cinese per i diritti umani, fu arrestato nel 2018 e poi condannato a quattro anni di carcere per “incitamento alla sovversione del potere statale” (critiche al Partito comunista e al leader Xi Jinping) per essere poi rilasciato a marzo del 2022: si è occupato di casi di diritti umani di alto profilo, inclusi i praticanti del Falun Gong, gruppo religioso bandito dal 1999.

Ha difeso, altro caso spinoso, le persone arrestate nel 2015 nella ‘repressione dei 709’ che vide le autorità cinesi impegnate in una serie di arresti di massa in tutto il Paese che coinvolsero avvocati e attivisti per i diritti umani. La delegazione dell’Ue, nello stesso tweet, ha chiesto il rilascio degli avvocati Wang Quanzhang, Wang Yu e Bao Longjun, da oggi “ai domiciliari”. Wang Yu fu arrestata nel 2015 con oltre 300 legali e attivisti nella repressione dei 709 e rilasciata su cauzione un anno dopo, restando sotto stretta supervisione. Wang Quanzhang ha trascorso 5 anni in carcere fino al 2020 per sovversione. La repressione “della Cina nei confronti di attivisti e avvocati per i diritti umani è una ben nota preoccupazione dell’Ue, che solleviamo a tutti i livelli e nel nostro dialogo sui diritti umani (l’ultimo a febbraio).

Seguiamo molto da vicino diversi casi individuali”, ha commentato una portavoce Ue in una mail. L’arresto di Yu Wensheng e Xu Yan “poco prima di un incontro alla delegazione dell’Ue su invito di alti funzionari in visita non è accettabile. Ricordo che solo quattro giorni fa (il 10 aprile), l’Ue ha twittato sulla condanna dei famosi attivisti per i diritti umani Xu Zhiyong e Ding Jiaxi in processi a porte chiuse, chiedendo alle autorità cinesi il loro rilascio immediato e incondizionato”. Xu e Ding, dopo più di tre anni di carcere preventivo, sono stati condannati a pene detentive, rispettivamente, di 14 e 12 anni per “sovversione contro i poteri dello Stato”. L’alto rappresentante Ue Josep Borrell avrebbe dovuto recarsi oggi a Pechino, ma ha dovuto annullare il viaggio perché risultato positivo al Covid. Il diplomatico Ue responsabile della regione Asia-Pacifico, Gunnar Wiegand, ha invece tenuto la sua visita, incontrando nella capitale cinese il viceministro degli Esteri per gli Affari europei Deng Li. A Pechino è in missione anche la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock: nella conferenza stampa con l’omologo Qin Gang ha detto che Berlino ha notato con preoccupazione che “i diritti umani sono sempre più limitati” in Cina. Qin ha replicato a muso duro: “Non esistono standard uniformi per i diritti umani in tutto il mondo” e “l’ultima cosa di cui la Cina ha bisogno è che l’Occidente le dia lezioni”.

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Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Indagini sulla moglie, Sanchez valuta le dimissioni

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E’ un leader abituato alla resilienza, rimasto al timone nelle condizioni più avverse. Ma per Pedro Sanchez ha avuto l’effetto di una bomba di profondità la notizia, anticipata da El Confidencial, di un’indagine aperta dal Tribunale di Madrid nei confronti di sua moglie, Begona Gomez, sulla base di un esposto presentato dal sindacato di estrema destra Manos Limpias, che ipotizza presunti reati di abuso di informazione privilegiata e corruzione. Tanto che il premier, pur confidando nella giustizia, sta valutando l’ipotesi di dimettersi: una decisione sarà presa lunedì.

L’attività professionale della primera dama all’African Center dell’Istituto di Impresa privato IE University e all’Università Complutense, e sui presunti rapporti con alcune imprese destinatarie di appalti e fondi pubblici, da settimane era al centro di una campagna mediatica, cavalcata dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox, che hanno minacciato di citare Begogna Gomez anche nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle presunte tangenti sulle forniture di materiale sanitario durante la pandemia, che scuote l’esecutivo socialista.

“In un giorno come oggi, e dopo le notizie che ho conosciuto, nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia del mio paese”, aveva affermato, scuro in volto e in tono grave Pedro Sanchez stamattina durante il question time alla Camera, senza fare riferimento diretto all’inchiesta. Poi, in serata, ha rotto il silenzio, in una lettera di 4 pagine alla cittadinanza su X, in cui ha annunciato di aver “cancellato l’agenda” per un “periodo di riflessione” in cui rifletterà “se valga la pena” restare alla guida del governo, davanti “alla campagna di intimidazione e demolizione” mossa dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox nei confronti della moglie, che sta soffrendo assieme alla sua famiglia. Si tratta, scrive il premier, che cita di nuovo “la macchina del fango”, “di attacchi senza precedenti” per “tentare di abbattermi politicamente e personalmente attaccando mia moglie”.

“Arrivati a questo punto, la domanda che mi pongo legittimamente è: vale la pena tutto questo?”, si chiede il capo dell’esecutivo. L’esposto di Manos Limpias – che si autodefinisce un sindacato, fondato nel 1995 da Miguel Bernard, ex responsabile del gruppo di estrema destra Forza Nuova – è l’ultimo di una lunga serie di denunce presentate contro il governo e la sinistra e spesso finite nel nulla. L’ultima si basa su una serie di articoli pubblicati da quella che Sanchez chiama “una costellazione di testate dell’ultradestra” ed è relativo a presunte riunioni avute nel 2020 da Begona Gomez con i responsabili di Globalia, proprietaria della compagnia aerea Air Europa.

Poi destinataria di un finanziamento 475 milioni da parte dell’esecutivo spagnolo mediante il fondo creato durante la pandemia per il salvataggio di imprese strategiche. Gli inquirenti stanno anche esaminando due lettere di raccomandazioni che Gomez avrebbe fornito per una joint venture per un appalto pubblico, secondo El Confidencial. Il principale azionista della joint venture era il consulente Carlos Barrabes, che ha legami con il dipartimento gestito da Gomez all’Università Complutense di Madrid ed ha vinto il contatto, battendo altri 20 rivali, per 10,2 milioni di euro. L’indagine preliminare, aperta il 16 aprile dal tribunale madrileno, è stata secretata dal giudice che ha citato a dichiarare vari testimoni, fra i quali due giornalisti. Non è stata citata per ora la moglie del premier, ma lo sarà.

“Abbiamo smentito queste falsità mentre Begogna ha intrapreso azioni legali”, spiega il premier nella missiva. “Begogna collaborerà con la giustizia e difenderà la sua onorabilità”, assicura. Ma “sono state superate tutte le linee rosse” ed è necessaria “una riflessione”. Il partito popolare per bocca della vicesegretaria nazionale Ester Munuz, ha chiesto a Sanchez di dare spiegazioni. E la segretaria del partito ha accusato il premier di “vittimismo e di sparire per 5 giorni invece di dare conto”. In difesa del premier e della moglie è invece intervenuta la sua vice, Maria Jesus Montero: “Non permetteremo che queste pratiche trumpiane per coprire la corruzione nel Pp minino la democrazia spagnola”. I quotidiani della costellazione dell’estrema destra da settimane danno Pedro Sanchez in partenza per Bruxelles in vista di un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni comunitarie dopo il voto di giugno.

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Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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