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Cronache

Atp Finals, niente garanzie e Torino rischia di perdere anche questa candidatura. Il sindaco Appendino: è una pugnalata

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La candidatura di Torino per le Atp Finals rischia di ‘finire a rete’. La proroga concessa e’ scaduta e l’attesa lettera del governo, con la garanzia dei 78 milioni di euro da presentare agli organizzatori, non e’ arrivata. “Il territorio ha fatto la sua parte, ora il governo deve dire chiaramente se mette le fidejussioni”, e’ l’appello della sindaca Chiara Appendino che, dopo il no della scorsa estate alle Olimpiadi invernali, vede allontanarsi l’opportunita’ di ospitare uno dei tornei di tennis piu’ importanti al mondo. Un no, quello del governo, che se confermato “sarebbe una pugnalata – dice la prima cittadina – al nostro territorio”. In serata, da New York, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, si dice favorevole all’evento ma affida la decisione sul finanziamento al Parlamento, di fatto facendo sfilare dalla questione l’esecutivo. “La volonta’ del governo e’ assecondare gli eventi che possono agevolare il territorio – dice Giorgetti durante la sua visita in Usa -. Io sono a favore degli Atp Finals ma e’ il Parlamento che mi deve dire dove andare a prendere i soldi. Non posso io pescare chissa’ dove 80 milioni, non sarebbe giusto, non e’ corretto. Non rientra nelle mie prerogative”. Le Atp Finals, 250 mila spettatori e un’audience medio di 95 milioni di persone in oltre 180 Paesi, finiscono cosi’ nel braccio di ferro tra Lega e 5 Stelle, con questi ultimi che a Torino accusano l’alleato di governo di avere sabotato la candidatura.

“Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, il territorio ha lavorato in modo compatto fino all’ultimo e credo si meriti queste Atp”, insiste la prima cittadina, per nulla soddisfatta della risposta del governo. “Avrebbero dovuto dircelo prima se non c’erano le condizioni – attacca Appendino -. Il mio auspicio e’ che il governo confermi quanto ha detto qualche mese fa, perche’ i giorni passano e senza l’impegno dell’esecutivo la candidatura e’ morta”. Da Roma, al momento, non arrivano segnali, con Pd, Fratelli d’Italia e Forza Italia che dall’opposizione accusano l’Appendino di essere stata scaricata dal governo. “Se adesso ogni cosa che proponiamo deve esser destinata a passare sotto le forche caudine ce lo dicano prima”, si sfoga l’assessore allo Sport del Comune di Torino, Roberto Finardi.

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Ercolano: bimbo soffoca, salvato dalla prontezza di due marescialli dei Carabinieri

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Ercolano, corso Resina, un tranquillo pomeriggio che improvvisamente si trasforma in una corsa contro il tempo. È il maresciallo di una tenenza dei Carabinieri a notare il dramma: un uomo disperato, con in braccio il figlio di due anni che non respira. Il piccolo, privo di forze e con il viso violaceo, sembra lottare contro la vita. La scena è straziante, e il maresciallo, senza esitazione, si precipita a soccorrere il bambino.

L’intervento immediato e la corsa verso l’ospedale

Il maresciallo inizia a praticare la manovra di Heimlich, tentando di liberare le vie respiratorie del piccolo, ma senza successo. Con l’ambulanza che tarda ad arrivare, la situazione diventa sempre più critica. La collega chiede aiuto a un altro maresciallo, appena entrato in servizio, ma anche i suoi tentativi non danno esiti. La decisione è inevitabile: prendere l’auto di servizio e portare il bimbo direttamente all’ospedale Maresca di Torre del Greco.

Parte così una corsa disperata. Padre e figlio si trovano sui sedili posteriori mentre le due marescialle fanno il possibile per spianare la strada. Un viaggio che normalmente richiederebbe oltre 10 minuti si conclude in poco più di 3, con il piccolo che viene consegnato d’urgenza ai medici del pronto soccorso.

Un finale salvifico

Le cure immediate permettono ai medici di stabilizzare il bambino, che viene trasferito all’ospedale Santobono di Napoli per ulteriori accertamenti. Si è trattato di una grave reazione allergica, ma fortunatamente il piccolo è fuori pericolo. La prontezza e il coraggio dei due marescialli si sono rivelati determinanti.

Gli “angeli” di Ercolano

Di quel pomeriggio resterà la tensione, la paura, ma soprattutto il sollievo di una famiglia e la gratitudine di un padre che, vedendo suo figlio salvo, non ha trattenuto le lacrime: “Siete degli angeli”. Una frase che vale più di mille riconoscimenti e che ricorda quanto prezioso sia il lavoro delle forze dell’ordine, sempre pronte a intervenire anche nelle situazioni più drammatiche.

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Taser ai vigili di Napoli: parte la sperimentazione delle pistole elettriche

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La giunta comunale di Napoli ha approvato il regolamento per l’utilizzo sperimentale dei taser da parte della polizia municipale. Questo passo rappresenta l’ultima tappa prima della decisione del Consiglio Comunale, che dovrà dare il definitivo via libera alla proposta. In caso di approvazione, un gruppo selezionato di agenti inizierà un percorso di addestramento specifico, con l’obiettivo di avviare una sperimentazione di sei mesi. Alla fine di questo periodo, il Comune deciderà se integrare i taser nelle dotazioni ufficiali dei vigili.

Come funziona un taser?

Il taser è un dispositivo che permette di immobilizzare temporaneamente un aggressore senza ricorrere alle armi da fuoco. Ha la forma di una pistola, ma al posto dei proiettili spara due dardi elettrificati che trasmettono una scarica al sistema nervoso, provocando una paralisi muscolare temporanea. Questo consente di neutralizzare una minaccia in modo meno letale rispetto alle armi convenzionali.

Le prime sperimentazioni in Italia risalgono al 2022 e hanno coinvolto polizia, carabinieri e guardia di finanza. Successivamente, anche le polizie municipali hanno iniziato ad adottare questo dispositivo, benché il suo utilizzo resti oggetto di dibattito sulla sicurezza.

Il percorso per introdurre i taser a Napoli

Per introdurre i taser, il Comune di Napoli ha seguito un iter complesso, definito da normative nazionali. Il regolamento è stato elaborato in collaborazione con le Asl locali, che hanno certificato l’affidabilità e la sicurezza del dispositivo. Per velocizzare i tempi, è stato deciso di utilizzare un modello “x2” prodotto dalla multinazionale Axon, già ampiamente testato in passato, invece delle versioni più recenti in commercio.

L’addestramento previsto per gli agenti sarà rigoroso e strutturato in diverse fasi, comprendendo:

  • Lezioni sui possibili effetti delle scariche elettriche, a cura delle Asl.
  • Simulazioni con visori 3D, per riprodurre situazioni di emergenza.
  • Test sul campo per acquisire familiarità con l’utilizzo pratico del taser.

Dove saranno utilizzati i taser

Gli agenti dotati di taser saranno impiegati principalmente nelle aree più critiche della città, dove si registra il maggior numero di aggressioni. Zone come piazza Garibaldi, porta Nolana e via Duomo saranno tra le prime a vedere i dissuasori elettrici in azione. Durante i turni, due coppie di agenti muniti di taser saranno operative in queste aree.

La bodycam come garanzia di trasparenza

Ogni agente munito di taser sarà dotato di una bodycam, una telecamera che si attiva automaticamente nel momento in cui il dispositivo viene estratto dalla fondina. Questo sistema garantirà la massima trasparenza, documentando l’intervento e tutelando gli agenti da eventuali contestazioni.

Secondo il regolamento napoletano, il taser non deve essere puntato su parti sensibili come volto, petto e genitali. Il suo utilizzo è consentito esclusivamente in situazioni di aggressione pericolosa. Ogni impiego dovrà essere accompagnato da un rapporto dettagliato e dalla registrazione del video della bodycam.

Un passo verso maggiore sicurezza

L’introduzione sperimentale dei taser rappresenta un passo importante per migliorare la sicurezza degli agenti di polizia municipale e dei cittadini, pur mantenendo un approccio responsabile e controllato. La valutazione dei risultati sarà cruciale per decidere il futuro di questi dispositivi nel contesto napoletano.

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Abusi e sevizie su 16enne, fermati un uomo e un 14enne

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Un 44enne e un 14enne sono stati fermati dalla Polizia perché, nella notte tra lunedì e martedì scorso, avrebbero commesso abusi con sevizie, filmandolo, su un ragazzo di 16 anni nello scantinato di un condominio a Milano. Nell’inchiesta della Procura del capoluogo lombardo si contestano i reati di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona, lesioni, produzione di materiale pedopornografico. I fermi sono stati effettuati ieri.

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