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Arresti sanità Umbria, il direttore generale intercettato: “Concorso? Lo gestirà sistema”

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Il concorso? Lo “gestirà il sistema”. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia Emilio Duca non usa giri di parole, il 25 maggio dello scorso anno, parlando con una presidente di commissione di uno dei concorsi ‘pilotati’ per l’assunzione di personale finiti al centro dell’indagine della procura che coordina l’attivita’ della guardia di finanza.

Non sa di essere intercettato e che le sue parole finiranno nell’ordinanza di custodia cautelare che lo ha portato ai domiciliari insieme al direttore amministrativo Maurizio Valorosi e all’ex assessore alla Sanità Luca Barberini e, anche lui ex, segretario regionale del Pd Gianpiero Bocci. Un sistema che nell’ipotesi accusatoria aveva nella conferma dei direttori ai vertici della sanita’ umbra nella prossima tornata di nomine il “credito da incassare”.

Ricostruzione contenuta nella richiesta di applicazione della misura cautelare. Gran parte e’ finita nel provvedimento del gip. Che riporta la discussione tra Duca e la presidente della commissione, accennando “ad una prossima procedura di selezione”.

Con il direttore generale che afferma: “un concorso che gest… io non gestiro’ niente, che gestira’ il sistema nel suo insieme e si cerchera’ di tutelare chi sta dentro il sistema”. Un meccanismo che la guardia di finanza sta cercando di ricostruire anche sentendo a tappeto i candidati degli otto concorsi che sarebbero stati condizionati, presidenti e componenti delle commissioni. Diverse le testimonianze gia’ raccolte e sembra che potrebbero essere arrivate le prime ammissioni o indicazioni utili per le indagini. Elementi coperti comunque dal riserbo piu’ assoluto e che ora gli inquirenti valuteranno nella loro attendibilita’ e incroceranno con gli altri atti d’indagine. Cercando di comporre quello che si delinea come un vero e proprio puzzle.

Secondo la richiesta dei pm è comunque già “emerso in maniera evidente nel corso delle indagini che la spinta a delinquere fosse mossa in larga parte dalla volontà dei direttori di ottenere dai vertici politici regionali la conferma dell’incarico dirigenziale”. Da poco la Regione ha infatti avviato le procedure per la nomina dei nuovi direttori regionali.

“E’ arrivato forse il momento – scrivono i pm – di incassare i ‘crediti’ maturati con la politica in questi anni”. Con i vertici dell’Azienda ospedaliera che – sempre in base alla ricostruzione dei pubblici ministeri – avevano “un assoluto stato di soggezione alle richieste dei politici regionali di maggioranza piu’ importanti”. I magistrati ritengono poi che “l’avvicinarsi di scadenze politiche importanti a livello regionale potrebbe acuire l’esigenza di assicurarsi il consenso elettorale tramite la gestione del personale”. Ma e’ lo stesso Duca a dire che in caso di intercettazione – effettivamente in corso in quel momento – avrebbero rilevato “cinque reati ogni ora”. Intanto la settimana che si apre domani appare importante sul fronte giudiziario e politico. Sono infatti attesi tra lunedi’ e martedi’ gli interrogatori di garanzia dei quattro agli arresti domiciliari. Domani poi il nuovo assessore alla Sanita’ Antonio Bartolini si rechera’ in visita all’ospedale di Perugia per incontrare il personale e annunciare i primi provvedimenti della Giunta. Martedi’ e’ invece convocata l’Assemblea legislativa dell’Umbria nella quale, pur se non all’ordine del giorno, e’ facile immaginare che sara’ la vicenda giudiziaria a farla da padrone.

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Tragedia a Napoli, giovane turista tedesca investita e uccisa da un camion dei rifiuti

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Una vacanza attesa si è trasformata in tragedia per Lisa Herbrich, turista tedesca di 27 anni, morta in seguito a un tragico incidente stradale a Napoli. L’incidente è avvenuto intorno alle 2 del mattino di lunedì, quando Lisa, mentre percorreva via Foria su una bicicletta elettrica a noleggio, è stata investita da un camion dell’Asìa, azienda di raccolta rifiuti.

Nonostante i tentativi di rianimazione effettuati dai soccorritori del 118 e il trasporto urgente prima all’ospedale Vecchio Pellegrini e poi all’ospedale del Mare, la giovane non ha superato i gravi traumi riportati, tra cui un’emorragia cranica importante. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria presso il Policlinico federiciano, in attesa degli esami autoptici che saranno cruciali per le indagini.

La polizia municipale dell’Unità Operativa Chiaia, guidata da Bruno Capuano, sta conducendo le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente, avvalendosi anche delle immagini delle telecamere di sicurezza della zona. Dai primi accertamenti, sembra che un improvviso cambio di direzione della ciclista possa aver reso inevitabile l’impatto con il camion che stava svolgendo la sua abituale raccolta di rifiuti.

L’autocarro e la bicicletta sono stati sequestrati per ulteriori analisi, mentre il conducente del camion è stato sottoposto a test per valutare il suo stato psicofisico al momento dell’incidente.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha espresso il suo cordoglio: «Siamo profondamente addolorati per questo tragico incidente e ci stringiamo ai familiari della vittima in questo momento di grande dolore. Speriamo che le indagini possano presto chiarire le dinamiche e le eventuali responsabilità.»

Lisa Herbrich, che aveva già visitato Napoli e l’Italia per motivi di studio, era tornata in città con alcuni amici per una breve vacanza. La sua morte ha scatenato una vasta ondata di solidarietà, specialmente tra la comunità ciclistica. Luca Simeone, direttore del Napoli Bike Festival, ha sottolineato il deterioramento delle condizioni di sicurezza stradale per i soggetti più vulnerabili e ha annunciato l’intenzione di richiedere un’audizione alla Prefettura di Napoli. Inoltre, è prevista l’apposizione di una bici bianca nel luogo dell’incidente, in memoria della giovane studentessa.

Questo tragico evento riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale nelle grandi città italiane e sull’importanza di garantire un ambiente sicuro per tutti gli utenti della strada, in particolare per i ciclisti e i pedoni, frequentemente esposti a rischi elevati.

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Peculato e truffa, arrestato primario a Cagliari

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Avrebbe effettuato prestazioni di intra moenia in un ambulatorio dell’ospedale in cui lavorava ma senza versare poi all’azienda sanitaria quanto previsto dalla normativa. Il primario del reparto di urolgia dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Antonello De Lisa, 64 anni è stato arrestato dai carabinieri e adesso si trova ai domiciliari. Il medico e docente universitario, molto conosciuto non solo in Sardegna, è accusato di peculato e truffa. Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nas di Cagliari e sono partite circa due mesi fa. A seguito di alcune perquisizioni negli uffici del medico, su richiesta del pm Nicola Giua Marassi che coordina le indagini, è arrivato un primo provvedimento del Gip con la sospensione del primario dalla professione ospedaliera. De Lisa ha continuato in queste settimane a insegnare. Adesso si sono modificate le esigenze cautelari e per il medico sono scattati gli arresti domiciliari.

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Torino, 18 misure cautelari nei confronti di anarco-insurrezionalisti per il corteo del 4 marzo ‘23

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4 marzo 2023, corteo non autorizzato per solidarietà ad Alfredo Cospito: tensione altissima, danni ad autovetture e vetrine, lancio di bombe carta… Oggi maxi operazione della Polizia di Stato di Torino nell’ambito di un’articolata indagine della Digos coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha portato alla denuncia di n.75 militanti anarco-antagonisti, ed ha eseguito a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo, anche in collaborazione con gli omologhi uffici di Polizia, nr.18 misure cautelari. Sì va dagli arresti domiciliari, all’obbligo e/o divieto di dimora e/o aell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. nei confronti di militanti anarchici per i reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale.

I fatti risalgono alla manifestazione nazionale anarchica in solidarietà ad Alfredo COSPITO, a causa della sua detenzione in regime di 41 bis, svoltasi a Torino il 4 marzo 2023, allorquando circa 1000 libertari hanno data vita ad un corteo, non preavvisato, in un’area del centro cittadino, nel corso del quale si sono verificati gravi atti di intemperanza con lanci di bombe carta e corpi contundenti contro le Forze dell’Ordine ed il danneggiamento diffuso di numerose vetrine di esercizi pubblici, banche, arredo urbano, monumenti, autovetture private, cagionando danni quantificati in oltre 630.000 euro.
Nella circostanza sono anche rimasti feriti due operatori di Polizia, di cui uno con prognosi di 100 giorni.
Si rammenta altresì che la mattina del 4 marzo, in occasione dell’arrivo a Torino dei numerosi manifestanti provenienti da diversi contesti territoriali e dall’estero, erano stati organizzati controlli preventivi della Digos, dei Reparti Mobili, della Polaria, della Polizia Stradale, di Frontiera e Ferroviaria, a seguito dei quali erano stati accompagnati in Questura nr. 37 libertari, trovati in possesso di numeroso materiale (caschi, maschere antigas, martelli, piedi di porco, frombole, bastoni, bombe carta, petardi, aste, scudi, coltelli, accette e materiale per travisarsi) nr. 28 dei quali poi denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Si fa presente che tutti i predetti indagati sono presunti innocenti fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.
Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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