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Cultura

Archeologia, dalla tomba di un bimbo nuova luce sulla civiltà messapica

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Una piazza cerimoniale, la tomba di un bambino, l’offerta di olive per accompagnare il viaggio nell’aldila’. Sono alcune delle scoperte della prima campagna di ricerche nella necropoli messapica di Monte d’Elia ad Alezio (Lecce), condotta dal Laboratorio di Archeologia classica dell’Universita’ del Salento, diretta dal professor Giovanni Mastronuzzi, in concessione Mibact e in accordo con la Soprintendenza Archeologia di Brindisi, Lecce e Taranto, con il contributo economico del Comune di Alezio e dell’Universita’. Conclusi gli scavi, l’analisi dei reperti e’ ora a cura di un team con ricercatori anche del Cnr-Ispc. “In alcune settimane di ricerche – spiega Mastronuzzi – sono emersi nuovi fondamentali dati per la conoscenza della civilta’ messapica”,in particolare per la ricostruzione del rituale funerario tra IV e III sec. a.C. “Di estrema importanza – sottolinea – e’ una grande piazza cerimoniale intorno alla quale, all’interno di recinti costruiti con grandi massi, si concentravano i gruppi di tombe appartenenti a nuclei di famiglie o clan. Era il punto di arrivo delle processioni che accompagnavano il defunto nell’ultimo viaggio”. Rinvenuto poi un ossario in “una fossa, dotata di pavimento in blocchi di calcare e di cornice in carparo, con resti di almeno 12 individui”. Tra vari corredi funerari, sono stati recuperati anche un puntale di giavellotto e una ‘trozzella’, tipico vaso messapico usato nelle cerimonie di inumazione per identificare le donne, come “le armi per gli uomini”. Molto importante poi “la tomba di un bambino, sepolto in un piccolo sarcofago con alcuni oggetti: un bicchiere per il vino (skyphos), un’anforetta, un sonaglio e un astragalo con funzione di giocattoli, e anche uno ‘strigile’, elemento che contraddistingue gli atleti” e che forse “sottolinea il mancato raggiungimento dell’eta’ adulta”. Nella necropoli, trovata anche un’offerta di olive destinata “ad accompagnare il viaggio nell’aldila’”.

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Cultura

100 anni New Yorker, copertine italiane in mostra

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Il New Yorker e l’Italia: copertine a soggetto italiano, come l’iconica Piazza San Marco riflessa nel Canal Grande di Saul Steinberg, o create da illustratori italiani saranno al centro di una mostra in maggio al Consolato Generale italiano di New York, parte di un fitto calendario di eventi con cui l’illustre settimanale degli intellettuali newyorchesi (ma non solo) festeggia nel 2025 i suoi primi cento anni. Il primo numero del New Yorker usci’ il 21 febbraio 1925 con in copertina l’immaginario dandy Eustace Tilly che insegue una farfalla attraverso il monocolo.

Simbolo di eleganza, alla raffinatezza e un certo snobismo culturale, il personaggio in cappello e cilindro e frac creato dal primo direttore artistico Rea Irvin divenne presto la mascotte del magazine che in questi giorno tira le somme del suo secolo di storia forte tra l’altro di 85 mila vignette e 90 mila articoli, molti dei quali di grandi firme come J.D. Salinger, Ernest Hemingway, Truman Capote, John Updike, Vladimir Nabokov, Gabriel Garcia Marquez, Haruki Murakami e Margaret Atwood. Dal 2014, anno in cui le riviste furono ammesse a concorso, il New Yorker ha vinto otto premi Pulitzer. Nel suo secolo di storia le sue pagine hanno portato alla realizzazione di decine di film come A Sangue Freddo tratto da una serie non fiction di Truman Capote, Le Ore, basato su un racconto di Michael Cunningham e per cui Nicole Kidman vinse l’Oscar come migliore attrice e nel 2005 Brokeback Mountain, l’adattamento di un racconto di Annie Proulx.

Il settimanale degli intellettuali, il cui cuore batte prevalentemente a sinistra, ha contribuito a fare la storia con inchieste importanti come quelle di Seymour Hersh sul massacro di My Lai e di Ronan Farrow, il figlio di Woody Allen e Mia Farrow, sul caso Weinstein. Longevi oltre che stabili al loro posto i cinque direttori: dal fondatore Harold Ross che lo gesti’ per un quarto di secolo, a William Shawn (1951-1987), Robert Gottlieb (1987-1992), per passare alla rivoluzionaria Tina Brown: sua l’introduzione delle foto, prima rigorosamente off limits e di alcune copertine shock per i tempi come quella del bacio di Times Square rivisitato in chiave gay.

Dal 1998 e’ David Remnick in carica, un veterano del magazine sopravvissuto alle molte tempeste del gruppo Conde Nast che tre anni prima aveva acquistato la testata. Per celebrare l’anniversario il New Yorker sta digitalizzando il suo archivio mettendo a disposizione degli abbonati tesori firmati da James Baldwin, Shirley Jackson, E. B. White, Hannah Arendt, Art Spiegelman e oltre 4.000 numeri in precedenza disponibili solo in Pdf. Non sara’ solo il New Yorker a festeggiare: istituzioni della citta’ per cui il magazine e’ stato un punto di riferimento chiave organizzeranno eventi tra cui la National Public Library, il Film Forum, il 92Y, il museo dei trasporti e perfino il Museo del Cane con una rassegna sulle copertine illustrate con immagini dei fedeli amici a quattro zampe.

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Cultura

Jorit dedica un ritratto a Luigi Mangione,sparò a Brian Thompson

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Lo street artist napoletano Jorit ha pubblicato su Facebook una sua opera, un ritratto di Luigi Mangione, l’ingegnere italoamericano 26enne arrestato in America per l’omicidio di Brian Thompson. Il 50enne Ceo della divisione assicurativa di UnitedHealthcare, è stato ucciso a New York lo scorso dicembre. Non è la prima volta che Jorit usa la sua sua arte e la sua immagine per messaggi controversi. L’artista fu al centro di polemiche quando incontrò Putin a Mosca. “La mia foto con Putin è stata fraintesa. L’arte è sempre politica”, disse.

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Cultura

Intesa Sanpaolo, i volti dei napoletani negli scatti di Jr

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Dopo aver lasciato il segno a Clichy-Montfermeil, San Francisco, Dallas, New York e Miami, l’artista JR, tra i più influenti della scena artistica contemporanea, si prepara a realizzare un nuovo, imponente murale partecipato a Napoli. Il progetto Chronicles, ispirato alle opere monumentali di Diego Rivera, prevede la creazione di un grande murale realizzato incollando migliaia di ritratti di persone del luogo, fotografate e intervistate dallo stesso JR e dal suo team.

Ad anticipare l’evento è stato Michele Coppola, direttore esecutivo Arte, Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo, nel corso della presentazione del libro Photoansa presso le Gallerie d’Italia di Napoli.

Un murale che racconta Napoli attraverso i suoi volti

Il progetto Chronicles ha già trasformato le strade di alcune delle città più iconiche del mondo e ora si prepara a dare voce ai napoletani attraverso un’installazione che si preannuncia spettacolare. Nei mesi scorsi, JR ha immortalato i volti della città, catturando istantanee di vita quotidiana che ora potrebbero trovare spazio sulla facciata del Duomo di Napoli.

L’obiettivo del progetto è chiaro: dare un volto artistico e identitario alla città, attraverso la partecipazione diretta della sua comunità. Una filosofia che si sposa con la visione di Intesa Sanpaolo, da anni impegnata nella trasformazione delle proprie sedi in spazi culturali aperti a tutti.

L’arte come spazio di condivisione

La collaborazione tra JR e Intesa Sanpaolo è iniziata nel 2023 con il progetto Déplacées, ospitato nelle Gallerie d’Italia di Torino, e ora vede Napoli come nuova protagonista.

“Quando abbiamo trasformato questo palazzo nella quarta sede delle Gallerie d’Italia, ci siamo interrogati sul ruolo che potesse avere un museo contemporaneo aperto a un pubblico dinamico per una città così caratterizzante e piena di energia come Napoli”, ha spiegato Michele Coppola.

L’idea è stata quella di offrire spazi aperti alla comunità, dove l’arte potesse avere un ruolo centrale e aggregante. La sede di via Toledo, già teatro di importanti esposizioni come “Warhol” e la scultura di Jago, conferma il suo ruolo di polo culturale di riferimento per la città.

Un progetto che unisce arte e memoria

Il sostegno di Intesa Sanpaolo alla cultura non si limita a progetti artistici come Chronicles, ma si estende anche alla conservazione della memoria storica. La banca, infatti, supporta il progetto di digitalizzazione e conservazione dell’archivio fotografico e testuale dell’ANSA, in occasione dell’80º anniversario dell’agenzia.

Un’opportunità unica per Napoli

L’arrivo di Chronicles rappresenta un’occasione straordinaria per Napoli, che si conferma capitale dell’arte contemporanea e della sperimentazione visiva. La città sarà protagonista di un’opera corale, in cui la gente comune diventerà parte integrante dell’arte stessa, in un progetto che unisce storia, comunità e innovazione.

La street art di JR si prepara così a lasciare un segno indelebile nel cuore della città, raccontando Napoli attraverso i suoi volti, le sue storie e la sua energia unica.

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