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Appalti pubblici gestiti in “famiglia” e nomine pubbliche pilotate, indagati il presidente della Regione Calabria e altre 18 persone

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I militari del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale  – su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro – hanno proceduto alla notificazione dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di diciotto indagatiLe contestazioni preliminari sono state mosse a carico di amministratori pubblici, esponenti politici, imprenditori, e riguardano, a vario titolo, i delitti di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite, frode in pubbliche forniture, abuso in atti di ufficio.

Le complesse attività investigative, delegate inizialmente e principalmente al Reparto Operativo – Sezione Operativa Centrale – del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale di Roma, sono state condotte attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, con l’acquisizione di consistente documentazione  e con l’esecuzione di consulenze tecnico-specialistiche di professionisti incaricati dal Pubblico Ministero per valutare analiticamente le procedure di gara di appalti pubblici e di nomina di posizioni dirigenziali apicali. In particolare, sono stati posti al vaglio i bandi di gara relativi al collegamento metropolitano Cosenza-Rende-Unical, alla riqualificazione del collegamento ferroviario Cosenza-Catanzaro, alla realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, al ripristino della tratta ferroviaria turistica della Sila, alla realizzazione del museo di Alarico edalla nomina del direttore generale di Calabria Lavoro.

 

Le indagini, così condotte hanno consentito di ipotizzare la sussistenza di un gruppo organizzato di soggetti che, nei rispettivi ruoli politici, amministrativi, istituzionali ed imprenditoriali, si muovevano nell’interesse di orientare, in proprio favore, tutte le attività connesse alla realizzazione di opere pubbliche in ambito regionale ed all’individuazione illecita di persone da nominare in ruoli amministrativi e strategici.

Gli indagati, di volta in volta, concorrenti nelle condotte illecite si muovevano nella principale direzione di individuare e determinare le scelte strategiche di interesse regionale, quindi, di mantenere il controllo sulle procedure di aggiudicazione delle principali opere pubbliche e di favorire la realizzazione delle stesse, attraverso il coinvolgimento di imprese amiche o comunque sponsorizzate dagli indagati, nonché di indirizzare le rilevanti nomine in ruoli amministrativi e/o istituzionali, in capo a soggetti ritenuti favorevoli ai desiderata del gruppo.

Si è ipotizzata una diffusa e stratificata gestione illegittima della cosa pubblica regionale, in cui le decisioni di alta amministrazione (nella gestione degli appalti come nelle nomine dirigenziali) intervenivano all’interno di un cerchio chiuso ed alimentato da favoritismi e facilitazioni in evidente pregiudizio degli interessi pubblici sottesi.

Tra gli indagati ci sono il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ed il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Le accuse per loro  sono di corruzione. Secondo i pm, infatti, Occhiuto, per sottoscrivere l’Accordo di programma per la realizzazione della metropolitana Cosenza-Rende-Unical, avrebbe accettato, la promessa avanzata da Oliverio per il tramite del dirigente del dipartimento Infrastrutture Luigi Zinno di ottenere, da parte della Regione Calabria, i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del Museo di Alarico oggetto di gara d’appalto (illegittima) indetta dal Comune di Cosenza nell’ambito del piu’ ampio intervento di ‘Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico’”.

 

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Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Tragico bilancio per l’incidente occorso alla nave in arrivo da Capri al Molo Beverello: sono 18 i feriti, molti contusi ed una donna grave. Nel cuore del Porto di Napoli, un tranquillo mattino si è trasformato in un momento di panico quando la nave veloce Isola di Procida ha urtato la banchina del Molo Beverello  durante le operazioni di ormeggio. L’incidente ha causato il ferimento di diverse persone a bordo, con almeno 18 individui che hanno riportato lesioni.

Secondo le prime informazioni, l’urto improvviso ha gettato a terra passeggeri e membri dell’equipaggio, lasciando dietro di sé un tragico scenario di contusioni e traumi. Le ambulanze sono state rapidamente convogliate sul posto per prestare soccorso agli feriti, con il personale sanitario che ha immediatamente iniziato la valutazione delle loro condizioni.

L’Asl Napoli 1 ha riferito che la maggior parte dei feriti ha riportato traumi maxillo facciali o lesioni, mentre uno di loro ha subito un politrauma più grave. Il trasporto dei feriti è stato organizzato in diversi ospedali della zona, tra cui il Cardarelli, il San Paolo, l’Ospedale del Mare, il Cto, il Fatebenefratelli e l’Ospedale Pellegrini.

L’incidente è stato prontamente segnalato alla centrale operativa 118 dell’ASL Napoli 1 Centro, che ha coordinato gli sforzi di soccorso inviando ulteriori ambulanze e allestendo un Posto Medico Avanzato sul luogo dell’incidente. Il personale medico ha lavorato instancabilmente per garantire che tutti i feriti fossero valutati e trasportati in base alla gravità delle loro condizioni.

Le prime ipotesi sull’incidente suggeriscono che una folata di vento possa essere stata la causa scatenante, considerando le condizioni meteorologiche al momento dell’ormeggio. Nonostante le onde alte e le raffiche di vento, la navigazione sembrava essere consentita, ma una violenta folata ha improvvisamente fatto sbandare la nave mentre si avvicinava al molo.

Le autorità competenti avvieranno un’indagine dettagliata per determinare le cause esatte dell’incidente e per adottare eventuali misure preventive per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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Napoli, sequestrata nave turca con grano ucraino: conteneva sigarette di contrabbando

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Nave carica di mais e grano ucraino e sigarette di contrabbando. Carabinieri arrestano 4 persone, anche il comandante del cargo

Si tratta di una nave turca, battente bandiera panamense, dove i carabinieri della sezione operativa e radiomobile di Castellammare di Stabia hanno trovato migliaia di pacchetti di sigarette di contrabbando. Proveniente dall’Ucraina con un carico di mais e grano e attraccata nel porto di Torre Annunziata, l’imbarcazione nascondeva nella stiva circa 7000 pacchetti di sigarette di origini serbe ma destinate verosimilmente al mercato nero napoletano.

In manette il comandante della nave, un 39enne siriano di Tartus e 3 oplontini di 68, 57 e 58 anni. Questi ultimi avevano appena prelevato 500 stecche del carico (5000 pacchetti) e li avevano stipati in un’auto. Sono stati arrestati per contrabbando di tabacchi esteri.

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Sindaco di Avellino Festa arrestato, indagati la vice sindaco Nargi e un consigliere comunale

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Arresto per il sindaco dimissionario di Avellino, Gianluca Festa. L’ex esponente del Pd e’ coinvolto in un’indagine per peculato e induzione indebita a dare e promettere utilita’ ed e’ ora ai domiciliari insieme a un architetto, fratello di un consigliere comunale, Fabio Guerriero e a una dirigente del Comune. I carabinieri, titolari dell’indagine della procura di Avellino, hanno anche eseguito perquisizioni a carico del vicesindaco Laura Nargi, del consigliere Diego Guerriero, capogruppo Viva la Liberta’, lista civica a sostegno di Festa, e fratello di Fabio e dei fratelli Canonico, presidente e commercialista della DelFes, squadra di basket serie B.

Al centro delle indagini c’e’ proprio la squadra di basket di serie B, riconducibile a Festa. Per gli inquirenti, ha ottenuto sponsorizzazioni da imprese che erano assegnatarie di appalti e affidamenti dal Comune di Avellino. Gli inquirenti ipotizzano per questo che esista un’associazione a delinquere.

La sua piu’ grande passione e’ il basket. Gianluca Festa, 50 anni, sindaco di Avellino dal giugno del 2019, si e’ dimesso il 25 marzo quando la procura di Avellino gli ha perquisito casa e ufficio. E proprio nel corso della comunicazione della notizia alla stampa, fece riferimento al suo amato basket, e al fatto che quanto li contestava la procura era relativo alla pallacanestro. Quando venne eletto, infatti, la squadra della citta’, lo storico club Scandone, fondato nel 1948 e per 20 anni in serie A, era fallito. Lui vi aveva giocato come titolare nel 1995. Uno smacco per Avellino e i tifosi, quel fallimento, e cosi’, pur di salvare la pallacanestro, Festa verso’ 20 mila euro dal suo conto corrente per garantire l’iscrizione di una squadra irpina al campionato di serie B. Ora Festa e’ ai domiciliari, indagato tra gli altri insieme all’amministratore delegato della squadra, la Delfes, Gennaro Canonico per presunti appalti pilotati al Comune di Avellino per i reati di corruzione, associazione a delinquere, turbativa d’sta e falso in atto pubblico. Alcune delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti hanno anche sostenuto economicamente la societa’ di basket. “Non c’e’ niente perche’ non c’e’ mai stato niente e anche dalle perquisizioni non e’ emerso nulla. Chi pensava che questa fosse una bomba, si e’ ritrovato in mano una miccetta. E se qualcuno pensava di poter condurre con questi argomenti la campagna elettorale che si avvicina, ha sbagliato. Perche’ noi siamo persone perbene e aspetteremo l’esito delle indagini. Che non porteranno a nulla”, aveva detto Festa all’indomani delle perquisizioni.

È sempre d’uopo ricordare che le azioni dei Pm sono esercizi dell’azione penale obbligatoria ma non sono sentenze di condanna e che per gli attuali indagati c’è il principio di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio.

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