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Annuncio choc tra le lacrime di Andy Murray: lascio il tennis dopo gli Australian Open, ho un male all’anca che mi distrugge

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Era emozionato. Ha pianto. Aveva gli occhi pieni di tristezza Andy. A 31 anni il grande campione, dopo almeno tre anni di grande sofferenza,  si  è arreso al dolore ed ha annunciato dell’addio al tennis alla vigilia degli Australian Open. Sarà l’ultimo torneo per Andy Murray: l’annuncio a Melbourne. Il campione scozzese, ex numero uno al mondo,  in lacrime ha usato poche semplice parole: “Sto male ormai da troppo tempo. Ho fatto tutto quel che potevo per stare meglio, ma l’anca non è migliorata granchè. Il dolore è sempre troppo forte e non riesco a giocare come vorrei: sono costretto a lasciare”.. L’infortunio all’anca destra che lo tormenta da 20 mesi, e per il quale era stato necessario un intervento chirurgico e altre cure, continua a fare molto male. Murray ci vuole ancora provare, giocherà l’Open australiano, ma non riuscirà a stare in campo a livelli alti, quelli che hanno consentito allo scozzese di vincere tre Slam in carriera e una marea di altri titoli. Da qui la decisione, anticipata al suo team durante la preparazione invernale a Miami, di ritirarsi.

“Sto male ormai da troppo tempo. Ho fatto tutto quel che potevo per stare meglio, ma l’anca non e’ migliorata granche’. Sto certamente meglio rispetto a 6 mesi fa, ma sento ancora dolore” ha detto il rivale storico di Djokovic, attuale numero 1 del mondo, con il quale si e’ incontrato 36 volte, 7 delle quali in finali dello Slam, e con un bilancio di 25 vittorie a 11 per il serbo. Campione sfortunato Murray, ma anche determinato a non fare la comparsa nel grande circo del tennis mondiale. Per i risultati e per certe scelte controcorrente. Nel 2014, alla vigilia di Wimbledon e nel pieno della sua ascesa, Murray scelse per allenatore una donna, non una qualsiasi ma Amelie Mauresmo, ex campionessa Slam. Decisione accolta con commenti spesso poco benevoli nell’ambiente. L’esperienza durò due anni. In precedenza lo scozzese aveva avuto al suo fianco Ivan Lendl, altra stella del passato. In carriera l’unica che l’ha sempre seguito, suscitando talora critiche, è la mamma. L’anno d’oro di Murray è stato il 2016, con il secondo trionfo a Wimbledon dopo quello del 2013, il secondo oro olimpico (dopo quello del 2012) e il posto di numero uno nella classifica del tennis mondiale. L’anno successivo invece e’ stato quello del tracollo, tanti ko, poi a Wimbledon si ferma per i dolori all’anca destra. Seguono stop, intervento, cure. Ma il dolore e’ sempre li’ a tormentare il campione. Murray giochera’ nel primo turno degli Aus Open, al via lunedi’, contro lo spagnolo Roberto Bautista Agut, in quello che potrebbe essere il suo ultimo match. “Giochero’ perche’ posso ancora competere a certi livelli, ma non a quelli che vorrei io. Il dolore e’ davvero tanto ed io non voglio continuare a giocare in questa maniera. Non voglio giocare tanto per giocare – ha sottolineato il campione -. In questa situazione di dolore ho bisogno di fissare una fine. Penso e spero di poter continuare a giocare fino a Wimbledon, perchè è lì (dove ha vinto due volte ndr), che vorrei chiudere la carriera, spero di farcela”. Attualmente sceso al n.230 del ranking, il 31enne scozzese ha vinto 45 tornei in carriera (663 vittorie e 190 sconfitte), 2 ori olimpici, una Davis. Per oltre un decennio Murray, con Federer, Nadal e Djokovic ha dominato il tennis mondiale: un’era che presto – causa limiti anagrafici dei Fab Four – passera’ agli annali.

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Premier League, spesi già oltre un miliardo: nuovo record di mercato

I club inglesi hanno già superato il miliardo di euro speso nel mercato estivo: dieci trasferimenti oltre i 45 milioni e la Premier si conferma la regina d’Europa.

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La Premier League frantuma ogni record di spesa: a più di sei settimane dalla chiusura ufficiale del mercato, i club inglesi hanno già superato il miliardo di euro in investimenti, segnando un nuovo primato nella storia del calcio europeo. Nessun altro campionato riesce a tenere il passo: i 20 club inglesi hanno speso più dei 60 club di Italia, Spagna e Germania messi insieme.

La corsa agli acquisti: Liverpool, Chelsea e Arsenal guidano la classifica

L’estate 2025 ha visto una strategia chiara: muoversi in anticipo, rafforzare le rose in vista del Mondiale per Club e evitare i colpi dell’ultimo minuto. Il Liverpool campione d’Inghilterra ha messo a segno il colpo più costoso del mercato, acquistando Florian Wirtz dal Bayer Leverkusen per 125 milioni di euro, cifra che potrebbe superare ogni precedente record se verranno raggiunti tutti i bonus previsti.

A ruota segue il Chelsea, che ha già speso 243 milioni per giovani come Estevao, Jamie Gittens, Joao Pedro e Liam Delap, accumulando un disavanzo di bilancio vicino ai 150 milioni. Il Liverpool ne ha investiti 213 milioni, mentre Manchester City e Manchester United si attestano su 145 milioni ciascuno. I Citizens hanno puntato su Rayan Cherki, Rayan Ait-Nouri e Tijjani Reijnders, mentre i Red Devils hanno chiuso il secondo affare più costoso con l’acquisto di Matheus Cunha, ex Wolverhampton, per 70 milioni.

Premier regina d’Europa: la forza dei diritti tv e della macchina commerciale

Dietro a questo strapotere economico c’è un sistema virtuoso, fondato su marketing globale, stadi di proprietà, tournée internazionali, ma soprattutto su diritti televisivi faraonici: ogni club della Premier incassa circa 150 milioni di euro l’anno solo per la trasmissione delle partite. È così che anche squadre di media classifica o in lotta per la salvezza, come il Sunderland, possono permettersi acquisti da oltre 30 milioni, come il giovane Habib Diarra dallo Strasburgo.

Il mercato interno e l’Europa come bacino di caccia

Se da un lato i club inglesi si scambiano giocatori per sostenere i ritmi vertiginosi della competizione interna, dall’altro alimentano l’intero mercato europeo: la Premier è ormai il primo finanziatore del calcio continentale, garantendo liquidità a società spagnole, tedesche, portoghesi e francesi.

Corsa al record assoluto

Nel 2023 si era toccata la cifra monstre di 2,72 miliardi di euro in una sola sessione. Con questi ritmi, il nuovo record sembra già a portata. La chiusura del mercato prevista per fine agosto sarà l’atto finale di un’estate in cui la Premier League si è confermata il campionato più ricco, potente e disinibito d’Europa.

(Immagine in evidenza realizzata con sistemi di Intelligenza artificiale)

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Morto Sergio Campana, storico presidente dell’Assocalciatori

È morto a 91 anni Sergio Campana, ex calciatore e fondatore dell’Assocalciatori. Per 43 anni ha guidato il sindacato dei calciatori italiani. Era ricoverato a Bassano del Grappa.

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Si è spento nella notte a 91 anni Sergio Campana (Foto Imagoeconomica), storico presidente e fondatore dell’Associazione Italiana Calciatori. Era ricoverato da alcune settimane in una casa di cura a Bassano del Grappa, la sua città natale, dove è deceduto alle 3.45.

Una vita tra calcio, legge e diritti dei giocatori

Campana, nato il 1º agosto 1934, è stato calciatore professionista in Serie A con Lanerossi Vicenza e Bologna, nel ruolo di centravanti. Laureato in giurisprudenza e avvocato dal 1967, chiuse la carriera da atleta per fondare, l’anno successivo, l’AIC insieme a Gianni Rivera e Sandro Mazzola.

La sua attività sindacale durò dal 1968 al 2011, un’epoca in cui i calciatori conquistarono tutele e diritti prima inimmaginabili. Storico il primo sciopero del 1974, quando i giocatori scesero in campo con 10 minuti di ritardo per difendere Francesco Scala, punito per aver rifiutato un trasferimento.

Il cordoglio del mondo del calcio

Numerosi i messaggi di cordoglio. Franco Carraro, ex presidente FIGC, lo ha ricordato così: «Sergio Campana è una delle persone che ho più stimato. Con rigore ha tutelato la dignità umana e gli interessi dei calciatori. Il suo lungo mandato ha coinciso con i grandi successi del calcio italiano».

Anche il presidente FIGC Gabriele Gravina ha sottolineato l’eredità lasciata da Campana: «Ha dato dignità formale ai calciatori e contribuito allo sviluppo complessivo del nostro calcio. Il suo impegno ha portato al riconoscimento di diritti che oggi diamo per scontati, ma che sono frutto della sua visione politica».

Riconoscimenti e memoria

Nel 2018 Campana è stato inserito nella Hall of Fame del Calcio Italiano nella categoria “Dirigente italiano”. In quell’occasione, con emozione, dichiarò: «Mai avremmo pensato, nel lontano 3 luglio 1968 a Milano, di ritrovarci mezzo secolo dopo. È stato un lungo ed entusiasmante cammino».

Sergio Campana lascia un segno indelebile nel mondo del calcio italiano, avvocato dei calciatori prima ancora che figura istituzionale: uno dei pochi capaci di portare i valori dello sport dentro le aule del diritto, con coerenza e umanità.

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Esteri

Mbappé indagato a Parigi: sotto inchiesta cinque assegni a poliziotti della sicurezza

La procura di Parigi indaga su assegni firmati da Mbappé per oltre 180.000 euro a cinque agenti della sicurezza. Il sospetto è pagamento in nero per prestazioni private.

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La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta su Kylian Mbappé, attaccante del Real Madrid e capitano della nazionale francese, per una serie di pagamenti sospetti destinati a cinque agenti della CRS (Compagnies Républicaines de Sécurité), impegnati nella sua protezione durante eventi pubblici e privati.

Gli assegni e il sospetto di pagamento in nero

Al centro delle indagini ci sono cinque assegni, emessi nel giugno 2023 da un conto bancario registrato a Monaco a nome di Mbappé, per un importo totale di 180.300 euro: 60.300 euro al comandante Mohamed Sanhadji, e 30.000 eurociascuno a quattro brigadieri.

Secondo l’IGPN, la “polizia della polizia”, l’obiettivo è chiarire se si tratti di compensi in nero per servizi di protezione privata, svolti al di fuori dei doveri istituzionali dei poliziotti, in violazione delle norme sull’esercizio della funzione pubblica.

L’entourage del calciatore: “Nessun pagamento per servizi privati”

La reazione dell’entourage del fuoriclasse francese non si è fatta attendere. In un comunicato ufficiale, si afferma che il comandante Sanhadji non avrebbe ricevuto nessun compenso per servizi privati: «Ha agito come rappresentante ufficiale della Repubblica francese e della Federazione di calcio, come aveva già fatto con altri giocatori prima di Kylian».

Il team di comunicazione del calciatore insiste sul fatto che non vi siano state contropartite, ma solo un gesto di gratitudine per l’impegno di chi lavora dietro le quinte con serietà e discrezione.

“Un dono legato al bonus dei Mondiali”

Le somme, secondo la ricostruzione fornita, farebbero parte del premio legato alla partecipazione alla Coppa del Mondo 2022 in Qatar, dove Mbappé fu protagonista assoluto con tre gol in finale contro l’Argentina. «Tutti i membri dello staff hanno ricevuto un bonus post-Mondiali – spiega il comunicato – tranne loro. Questo dono è stato fatto per spirito di equità».

Il ruolo di Mohamed Sanhadji, detto “Momo la République”

Sotto la lente degli investigatori c’è in particolare Mohamed Sanhadji, 56 anni, storico uomo della sicurezza dei Bleus dal 2004, soprannominato “Momo la République” e insignito della Legion d’onore nel 2021. Le telecamere lo hanno ripreso al fianco di Mbappé durante viaggi privati in Camerun e nel Vaucluse. È su queste presenze e sul contesto dei pagamenti che si concentra l’indagine.

Un caso tra sport, istituzioni e immagine pubblica

L’inchiesta, ancora in fase preliminare, rischia di scuotere non solo l’immagine di Mbappé, ma anche l’ambiente della Nazionale francese e il delicato equilibrio tra funzioni pubbliche e relazioni personali. In attesa di chiarimenti ufficiali, resta il dubbio: riconoscenza o retribuzione mascherata?.

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