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Cronache

Anno giudiziario 2019 Genova, il Pg Valeria Fazio: crollo del Ponte ha disvelato inefficienze

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Un simbolo che ha disvelato “la fragilità della nostra modernità” ma anche la “vulnerabilità della città e l’inefficienza dei sistemi di gestione e controllo, pubblici e privati”. Il peso della tragedia del ponte Morandi, il viadotto crollato lo scorso 14 agosto causando la morte di 43 persone, irrompe nella sacralita’ dell’inaugurazione dell’anno giudiziario di Genova. Sono il presidente della Corte di appello Maria Teresa Bonavita e il procuratore generale Valeria Fazio a soffermarsi a lungo sulla tragedia della scorsa estate, tema affrontato comunque anche in tutti gli altri interventi. “La comunita’ – ha detto Fazio – si pone domande di fronte alla tragedia e in particolare si chiede se siano intervenute omissioni colpevoli e se qualcuno debba risponderne. Al tempo stesso, la citta’ ha bisogno di una ricostruzione in tempi rapidi: vi e’ una attesa di molteplici risposte da parte dell’autorita’ giudiziaria”. L’inchiesta rappresenta per la procura, come ha sottolineato Bonavia, “un impegno straordinariamente gravoso, al di la’ dell’immaginazione. Una indagine che pone problematiche senza precedenti e che impegna notevolmente anche l’ufficio del giudice per le indagini preliminari per l’incidente probatorio”. Per la fine del mese e le prime settimane di febbraio si aspettano passaggi cruciali dal fronte dell’inchiesta e da quello della demolizione. I lavori di smantellamento della pila Ovest procedono spediti: ieri sono iniziati i collaudi sulla pila 8 per testarne la portata, e’ stato montato un contrappeso che garantira’ maggiore sicurezza. Al cantiere sono arrivati anche gli strand jack, i pistoni idraulici che metteranno in trazione il contrappeso. Il via libera sulla stabilita’ di quella parte di moncone permettera’ di procedere con la rimozione dell’asfalto e altre azioni di alleggerimento. Al termine di questi passaggi, l’impalcato della parte ovest potra’ essere gradualmente smontato e portato a terra. Lunedi’ in procura verra’ sentito, come persona informata dei fatti, l’ex ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi: a lui i pm che si occupano dell’inchiesta chiederanno i dettagli sui termini della convenzione tra Aspi e Stato sulla gestione della rete autostradale. L’8 febbraio, invece, verra’ celebrata la seconda udienza del primo incidente probatorio davanti al gip Angela Nutini. Per quella data i periti del giudice e i consulenti di indagati, procura e parti civili, potrebbero avere deciso le modalita’ di smantellamento della pila Est. Sempre per quella data i periti potrebbero comunicare una nuova data per la consegna della loro perizia sullo stato del viadotto dopo avere confrontato i dati arrivati dal laboratorio svizzero Empa e quanto appurato sul posto. Infine, entro un paio di settimane, la procura potrebbe chiedere il secondo incidente probatorio, quello sulle cause del crollo: con quella richiesta la lista degli indagati (sono 21 le persone iscritte al momento oltre alle societa’ Aspi e Spea), dovrebbe allungarsi.

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Appalti Anas, presunte tangenti per 400mila euro: indagati funzionari Anas

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Ci sono almeno due funzionari di Anas tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano in cui si ipotizzano mazzette in cambio di appalti sui lavori stradali che riguardano la Lombardia e il Nord-Est Italia. Da quanto si è saputo, sono in corso acquisizioni e perquisizioni nelle sedi Anas di Roma e Milano e anche presso tre società di esecuzione lavori, tra cui il Consorzio Stabile Sis che ha sede a Torino, e nei confronti di nove persone fisiche.

Si ipotizzano presunte tangenti per circa 400mila euro nell’inchiesta della Procura di Milano che vede al centro appalti per lavori stradali da circa 400 milioni di euro. Lo si apprende in ambienti giudiziari dell’indagine che vede nove persone indagate, tra cui due funzionari Anas.

(Nella foto di Imagoeconomica in evidenza il Palazzo di Giustizia di Milano)  

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Cronache

Operazione Antimafia a Napoli: 60 arresti per associazione mafiosa e traffico di droga

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Questa mattina la Polizia di Stato, attraverso l’intervento congiunto della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Ponticelli, ha eseguito un’importante operazione antimafia. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e con un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, è stato disposto l’arresto di 60 persone, accusate di vari reati tra cui associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.

Le famiglie camorristiche coinvolte

Le indagini, condotte tra il 2021 e il 2022, hanno svelato la presenza di un sodalizio criminale attivo nell’area orientale di Napoli e in alcuni comuni della provincia. I clan coinvolti sono le famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), collegate al più noto clan Mazzarella, che si sono contrapposti al clan De Luca/Bossa, insieme ad altre famiglie camorristiche come i Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, appartenenti alla cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”.

Faide e contrapposizioni armate

Gli investigatori hanno ricostruito come le lotte tra il clan D’Amico (Fraulella) e il clan De Micco (Bodo) abbiano lasciato un vuoto di potere, presto colmato dal clan De Luca/Bossa a Ponticelli. La fragile alleanza con il clan De Martino è stata minata da numerosi omicidi e atti di violenza, aggravati dalla scarcerazione di membri chiave delle due fazioni. Tra gli episodi più significativi, il tentato omicidio di Luigi Aulisio, del clan Casella, e vari attentati dinamitardi che hanno colpito le rispettive roccaforti dei clan.

Narcotraffico e armi

L’organizzazione criminale aveva pieno controllo del traffico di droga, gestendo l’intera filiera dallo smercio di cocaina, crack, marijuana e hashish. Durante l’operazione, sono stati sequestrati 200 kg di sostanze stupefacenti e smantellati laboratori per la produzione e il confezionamento di droga. Il sodalizio disponeva inoltre di un vasto arsenale, comprendente armi da fuoco, ordigni esplosivi e locali dedicati alla manutenzione delle armi. Particolare attenzione è stata posta al “grattacielo di Ponticelli”, dove è stato scoperto un deposito di armi modificato.

Estorsioni e racket

Le indagini hanno evidenziato come il clan controllasse anche il racket degli alloggi popolari, imponendo il pagamento di tangenti per l’assegnazione delle abitazioni e la gestione delle attività di pulizia dei complessi abitativi. Le minacce e le estorsioni ai danni degli inquilini erano all’ordine del giorno, con le famiglie criminali che gestivano il settore in modo monopolistico.

“Cavallo di ritorno” e sequestri

Tra le attività estorsive più frequenti vi era il cosiddetto “cavallo di ritorno”, una tecnica che prevedeva il furto di veicoli e la successiva restituzione ai proprietari dietro il pagamento di somme di denaro. Grazie al sequestro di documenti contabili, le forze dell’ordine sono riuscite a tracciare gli ingenti proventi del traffico di droga e delle estorsioni, ricostruendo il sistema di gestione dei pusher e delle attività illecite.

L’operazione, condotta su delega della Procura di Napoli, rappresenta un duro colpo per le attività criminali nel capoluogo campano, anche se gli arrestati rimangono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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Auto sbanda e finisce contro un palo, morta donna nel cremonese

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Una donna di 42 anni è morta questa mattina in un incidente stradale alle porte di Calvatone, in provincia di Cremona. Lo schianto si è verificato alle otto, in un momento di pioggia battente. Ed è presumibilmente proprio per le condizioni di guida non ottimali, nello specifico per l’asfalto viscido, che la vittima potrebbe aver perso il controllo della sua auto, una Fiat Panda, per poi sbandare sulla destra e finire contro un palo della luce. Nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi, non c’è stato nulla da fare. Sul posto i carabinieri che ora stanno conducendo le indagini per chiarire la dinamica del fuori strada fatale. Nessun altro veicolo risulta coinvolto.

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