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Angela Merkel rassicura tutti sulle sue condizioni di salute: “Sto bene, avanti fino al 2021”

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Angela Merkel sta bene. Intende lasciare la politica nel 2021, alla scadenza naturale del mandato da cancelliera, e si ritiene perfettamente in grado di poter assolvere ai propri compiti di governo anche dal punto di vista della salute, malgrado gli stranissimi tremori che l’hanno colpita nell’ultimo mese durante alcune cerimonie ufficiali. Quei tremori hanno fatto temere non poco per la salute di una delle donne piu’ potenti del mondo. Che però oggi, a 65 anni appena compiuti, ha risposto rilassata e serena per due ore di fila alle domande della stampa internazionale. E anche se da questa sera e’ ufficialmente in vacanza per tre settimane, la cancelliera ha assicurato di essere “sempre in servizio”. “Anche dal punto di vista personale ho un grande interesse nello stare in buona salute”, ha ribadito Merkel ai cronisti che all’inizio della conferenza stampa d’estate le hanno chiesto lumi sulle sue condizioni di salute. “Capisco le vostre domande, ma sto bene”, ha tagliato corto. Sperando che dal 2021 in poi, quando avra’ lasciato la politica, la sua vita “continui, e in buona salute”. Ma la sua salute e’ stata solo uno dei tantissimi temi toccati da Merkel, che e’ apparsa durissima nei confronti di Donald Trump. Alla cancelliera non sono proprio andati giu’ gli attacchi razzisti del presidente Usa nei confronti delle quattro deputate democratiche, da cui Frau Angela ha “preso formalmente le distanze”, visto che “vanno contro cio’ che rende grande l’America”. Ed ha espresso “la solidarieta’ nei confronti delle donne attaccate”, aggiungendo che “la forza dell’America sta nel fatto che persone di diverse origini hanno contribuito a rendere grande quel Paese”. Detto questo, la cancelliera ha tenuto a sottolineare che i valori comuni transatlantici non sono in dubbio. Quindi i migranti. Il salvataggio in mare e’ “un imperativo umanitario”, ha detto scandendo bene le parole, sottolineando che “non si puo’ continuare con soluzioni ad hoc per ciascuna imbarcazione di profughi”. Parole rivolte a Bruxelles ed a tutti gli Stati membri dell’Unione, piu’ volte chiamati dalla Germania alla necessita’ di individuare una soluzione unica europea in materia di rifugiati. Ma anche all’Italia. E, richiesta di un parere sulla vicenda dei presunti finanziamenti russi alla Lega che anima la politica italiana, la cancelliera ha puntualizzato: “Un chiarimento tocca all’Italia. Penso che il Parlamento italiano o altri chiederanno chiarezza sulla vicenda”. Quello dell’influenza russa sulla politica europea e’, del resto, sicuramente un nervo scoperto. E’ per questo che Merkel non ha nascosto la propria “preoccupazione” per i legami tra Mosca e i partiti populisti in Europa. L’attenzione si e’ rivolta poi sulla Germania e sul suo governo composto dai cristiano democratici e dai socialdemocratici che, si e’ detta sicura la cancelliera, puo’ continuare a lavorare “insieme per realizzare le tante cose che abbiamo da fare”. Infine da Merkel e’ arrivato un inedito endorsement per il movimento ‘Fridays for future’ e per Greta Thunberg, che per una coincidenza proprio oggi manifestava a Berlino. “La serieta’ con cui Greta e molti, molti giovani ci hanno detto che si tratta della loro vita ci ha portati ad occuparci” della crisi climatica “in modo piu’ deciso”, ha ammesso la cancelliera, sostenendo che il suo governo ha aumentato gli impegni e gli obiettivi per affrontare l’emergenza dopo la mobilitazione dei ragazzi organizzata dalla studentessa svedese.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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