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Ancora un titolo omofobo di Libero, lo sdegno dell’Ordine dei giornalisti e il Governo che vuole subito revocare i finanziamenti

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“Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay”. È questo il titolo becero. Ma siccome al becerume non c’è limite, nell’occhiello scrivono “C’è poco da stare allegri”. Libero continua a inanellare titoli di dubbio gusto o disgustosi. E genere polemiche. A partire da quelle del sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi, che minaccia il blocco dei fondi pubblici al quotidiano, fino a quelle dell’Ordine dei giornalisti, che ha avviato una procedura disciplinare, passando dalle critiche di esponenti non solo di M5S, ma anche del Pd e di LeU. Dal quotidiano respingono le accuse, sottolineando che si tratta semplicemente della fotografia di due diversi fenomeni. “Provo disgusto per il titolo del giornale Libero. Un giornale che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti contro, poi oggi anche omofobi”, afferma Crimi, facendo sapere che avviera’ una procedura interna “per vagliare la possibilita’ di bloccare l’erogazione dei fondi residui spettanti ad un giornale che offende la dignita’ di tutti gli italiani e ferisce la democrazia”. Una posizione condivisa da tutti i Cinque Stelle. “Abbiamo fatto bene o no a tagliare i fondi a giornali del genere? – chiede il vicepremier Luigi Di Maio -. Scriveranno queste idiozie senza piu’ un euro di fondi pubblici. Vito Crimi ha avviato la procedura che azzerera’ i finanziamenti pubblici entro i prossimi tre anni”. L’Ordine dei giornalisti, esprimendo sdegno per il titolo, ha segnalato al Consiglio di Disciplina competente il direttore del quotidiano Pietro Senaldi. “La giusta condanna di ogni forma di discriminazione e del linguaggio offensivo delle diversità – sottolineano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario e presidente della Fnsi – non puo’ giustificare in alcun modo la rivendicazione del ministro e del sottosegretario di cancellare qualsiasi forma di sostegno all’editoria”.

“Il titolo di Libero – attacca Arcigay – ammicca a un rapporto di causalita’ assolutamente strampalato (saranno i gay a far calare il Pil? O le crisi economiche rendono le persone omosessuali? O i gay speculano sulle crisi economiche?) e istiga all’odio, perche’ qualsiasi lettura si dia di quel titolo, il sapore che resta e’ sempre amaro”. Accuse respinte al mittente dai vertici del quotidiano. “Abbiamo semplicemente fatto una fotografia dell’Italia – afferma il direttore editoriale del quotidiano Vittorio Feltri -: che calino il fatturato e il pil e’ un dato di fatto e che aumentino i gay pure. Tra la prima e la seconda frase c’e’ un avversativo. Sono critiche ridicole. Non c’e’ una riga contro i gay sul mio giornale”. Feltri a chi, come Renata Polverini, definisce quel titolo omofono e pericoloso, risponde con una serie di epiteti volgari. “Nessuno ha commesso reati – sottolinea Filippo Facci, autore dell’articolo ed altro noto giornalista discusso – i fatti restano che alcuni governanti dei Cinque Stelle vogliono chiudere un giornale che non e’ mai stato tenero con loro. Tutti difesero Charlie Hebdo e la liberta’ di espressione, senza bisogno di condividerne i contenuti: in Italia questo non vale”.

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Aveva contatti con l’Isis, 24enne tunisino espulso dall’Italia

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Intratteneva rapporti, attraverso i social, con tre suoi connazionali legati all’Isis, un tunisino di 24 anni, figlio di un’italiana, espulso dall’Italia per motivi di sicurezza nazionale e di prevenzione del terrorismo. Il giovane è stato ritracciato dagli uomini della digos e il questore di Torino ha ordinato l’accompagnamento immediato alla frontiera, con un provvedimento convalidato dal tribunale torinese. Il 24enne è stato scortato dagli agenti di polizia della questura del capoluogo piemontese fino all’aeroporto di Roma Fiumicino ed è stato rimpatriato a Tunisi. Regolare in Italia, secondo gli investigatori aveva nel tempo assunto comportamenti indicativi di radicalizzazione religiosa e manteneva contatti con i suoi connazionali che erano considerati una potenziale minaccia per la sicurezza dello Stato e per l’incolumità delle persone.

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Chiusa l’inchiesta su Chiara Ferragni: truffa aggravata

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La Procura di Milano ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di processo, nei confronti di Chiara Ferragni e di altre persone per l’accusa di truffa aggravata Al centro dell’inchiesta, coordinata dal pm Cristian Barilli e dall’aggiunto Eugenio Fusco e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, ci sono i casi di presunta pubblicità ingannevole legata alle vendite, a prezzi maggiorati e mascherate con iniziative benefiche, avvenute tra il 2021 e il 2022, del pandoro ‘Pink Christmas’ Balocco e delle uova di Pasqua-Dolci Preziosi.

Oltre a Chiara Ferragni, l’atto di chiusura dell’inchiesta, notificato stamane, riguarda il suo ex stretto collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, titolare dell’azienda piemontese produttrice del Pandoro, Franco Cannillo della Dolci Preziosi. Come si legge in una nota della Procura sono stati ipotizzati i reati di truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali ‘Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’ (Natale 2022) e ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni -sosteniamo i Bambini delle Fate’ (Pasqua 2021 e 2022). “Le indagini – è scritto nel comunicato firmato dal procuratore Narcello Viola – hanno permesso di ricostruire la pianificazione diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche”.

“Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima.”. Così gli avvocati di Chiara Ferragni hanno commentato la chiusura delle indagini per truffa aggravata nei confronti dell’influencer e di altre quattro persone per i casi del pandoro e delle uova di Pasqua.

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L’intelligenza artificiale rivoluziona la diagnosi genetica: basta una foto per individuare malattie rare

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L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui vengono diagnosticate le malattie genetiche. Secondo quanto emerso dal XXVII Congresso nazionale di genetica umana a Padova, è ora possibile rilevare indizi di malattie genetiche attraverso una semplice foto del paziente. Grazie a nuove applicazioni installabili su smartphone, i medici possono utilizzare questa tecnologia per analizzare le caratteristiche facciali e ottenere indicazioni utili per la diagnosi.

Diagnosi genetica con una foto: come funziona?

Il processo è semplice: puntando lo smartphone sulla foto del paziente o scattando direttamente una foto, l’algoritmo dell’intelligenza artificiale analizza i tratti facciali e fornisce al medico un elenco di possibili malattie genetiche. Questa innovazione risulta particolarmente utile per malattie rare, che spesso sono difficili da diagnosticare. Si stima infatti che circa un bambino su 200-250 possa essere affetto da una malattia genetica.

Un supporto prezioso per i genetisti clinici

Luigi Memo, pediatra e genetista dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste, ha evidenziato l’importanza di questo strumento nel supportare i medici. “Anche per le sindromi più rare e difficili da diagnosticare,” ha spiegato, “il genetista clinico può ora disporre di tecnologie avanzate come il cariotipo molecolare e il sequenziamento di nuova generazione, oltre a potenti motori di ricerca online. Questa app, inoltre, può essere utilizzata come una sorta di secondo parere per confermare una diagnosi o come punto di partenza nei casi più complessi.”

L’importanza della valutazione clinica

Nonostante il grande potenziale dell’intelligenza artificiale nella diagnosi genetica, i medici sottolineano che essa non può sostituire la valutazione clinica accurata del paziente. È infatti fondamentale che il genetista clinico continui a cercare quei segni diagnostici particolari, noti come “maniglie diagnostiche”, che indirizzano verso una diagnosi corretta.

Verso un futuro di diagnosi più rapide e precise

L’intelligenza artificiale è destinata a rivoluzionare il modo in cui vengono diagnosticate le malattie genetiche rare, offrendo ai medici strumenti preziosi per migliorare l’accuratezza delle diagnosi. Tuttavia, è essenziale che questa tecnologia venga utilizzata in combinazione con l’esperienza clinica per garantire i migliori risultati possibili.

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