Andrea De Gennaro, salvo sorprese dell’ultima ora, diventerà ad ore comandante della Guardia di Finanza. Ma ad interim. Senza intesa sul nome (che spetterebbe a Giancarlo Giorgetti indicare), alla cerimonia organizzata al comando generale di Roma, Giuseppe Zafarana lascerà l’incarico di comandante del corpo per diventare presidente dell’Eni e passerà il testimone all’attuale comandante in seconda: un incarico che al momento è a tempo,in attesa che la maggioranza trovi un accordo definitivo. “E’ un tema che stiamo affrontando con grande serenità” assicura la premier Giorgia Meloni, che comunque non ha mai fatto mistero di vedere proprio De Gennaro come nuovo comandante della Gdf. Il vicepremier Antonio Tajani a margine di un comizio ad Ancona ha assicurato che l’accordo arriverà e che la nomina ufficiale sarà “al prossimo Cdm”.
Una professione di ottimismo, quella del coordinatore di Fi, perché finora nella triangolazione tra Palazzo Chigi, Mef e Difesa non si sarebbe arrivati a una decisione condivisa. Ma ci sarebbe, stando ad alcune fonti, un impegno a chiudere a breve,in settimana, il pacchetto di nomine ancora aperto (sul tavolo anche il capo della Polizia, con Vittorio Pisani che dovrebbe prendere il posto di Lamberto Giannini, che a sua volta dovrebbe diventare prefetto di Roma con poteri speciali per il Giubileo 2025). Ma sembra difficile, si ragiona in alcuni settori della maggioraza, anche per motivi logistici,che si possa fare il nuovo nome del comandante della Guardia di Finanza già giovedì visto che il titolare del Mef non sarà in Cdm perché impegnato in Giappone.
Se accordo sarà, dicono sia nella Lega sia in Fdi, dovrà essere per forza su un terzo nome, quindi nemmeno Umberto Sirico, comandante dei reparti speciali della Gdf, su cui avevano puntato inizialmente Giorgetti e Guido Crosetto. Intanto, circola una rosa di generali: Fabrizio Cuneo, Fabrizio Carrarini, Ignazio Gibilaro, Francesco Greco. E non sarebbero fuorigioco Bruno Buratti (non sgradito alla Lega e che stamattina era presente, come Crosetto, alla cerimonia per i 75 anni della prima seduta del Senato) e Michele Carbone. Meno complessa dovrebbe essere la seconda tornata di nomine, quella delle società non quotate.
Anche se un nuovo test ci sarà già con le scelte che riguardano le ferrovie: Matteo Salvini da Ancona ha fatto più volte professione di grande “compattezza” e unità del governo, e ha definito più volte Meloni e Silvio Berlusconi amici, non solo alleati. Ma non è detto che i suoi candidati siano quelli che la spunteranno per Rfi e Trenitalia. All’orizzonte si profilano poi le scelte da fare per Inps e Inail, commissariate con un blitz in Cdm la scorsa settimana. Il decreto legge ancora non è stato pubblicato in Gazzetta, e potrebbero essere necessari più dei 10 giorni comunicati inizialmente per indicare i commissari. Intanto circolano già i primi nomi: per l’istituto di previdenza si parla di Concetta Ferrari e Alberto Brambilla (in quota Fdi), mentre all’Inail potrebbe andare l’attuale leader dell’Ugl Paolo Capone (in quota Lega).