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Ancelotti soddisfatto: andiamo a Liverpool con mentalità e convinzione, Anfield è lo stadio migliore al mondo dopo il San Paolo

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“Questa era una partita-trappola ma non ci siamo caduti, ora possiamo pensare al Liverpool con serenità e determinazione”. Carlo Ancelotti chiude subito il capitolo Frosinone e guarda ad Anfield Road, alla sfida che vale il dentro o fuori in Champions League. Del 4-0 contro il Frosinone si porta a casa “le cose positive fatte vedere dai tre nuovi Meret. Ghoulam e Younes, che hanno aspettato si sono preparati con pazienza e lavoro e sono il nostro mercato di dicembre” e l’ottima prestazione di Ounas “ha fatto molto bene – spiega – la posizione sul centrodestra lo agevola. Ha fatto un gol importante, quella rete ha chiuso la gara”. Ora si apre il capitolo Liverpool: “Ci arriviamo – dice – con la giusta mentalità e convinzione. I giocatori stanno bene, ci sarà una condizione fisica ottimale di chi ha riposato ma chi ha giocato recupererà bene. Non faremo calcoli, ma credo che sia fondamentale avere un atteggiamento propositivo a Liverpool. Noi non siamo adatti a fare una partita difensiva, cercheremo il controllo del gioco come abbiamo fatto a Parigi e in casa coi Reds. Non siamo adatti a mettere il bus davanti alla porta”. E la proiezione verso Liverpool fa scattare i ricordi: “Ad Anfield ho bei ricordi – dice Ancelotti – lì ho vinto la Premier League col Chelsea. Siamo onorati di andarci, c’è un’atmosfera unica è lo stadio migliore, dopo il San Paolo”.

La testa alla Champions dunque, ma anche al campionato e all’inseguimento alla Juventus che il Napoli torna a fare da solo visto che l’Inter è a meno 6 dagli azzurri: “Mi aspettavo una Juve così forte – dice Ancelotti – perchè vince da sette anni di fila e in più quest’anno ha Cristiano che ha incrementato la qualità. Noi dobbiamo stare sul pezzo, tenere duro, dare loro filo da torcere, poi se vinceranno sempre gli faremo i complimenti”. Al tecnico del Frosinone Moreno Longo non resta che la resa: “Quando perdi con questo passivo pensi all’atteggiamento. Invece avevamo approcciato alla gara correttamente. Il Napoli ha sfruttato le uniche due occasioni che gli abbiamo concesso. Poi è ovvio che quando vai sotto contro una squadra di questa caratura devi concedere spazi e rischi di prendere l’imbarcata. Non è una questione di atteggiamento, ma di dettagli. Per fare risultato in questi match devi essere praticamente perfetto”. Longo guarda agli obiettivo del suo Frosinone: “Nelle ultime gare abbiamo una media di un punto a partita, in media salvezza. Sappiamo che non basta, ma non era scontato fare questa striscia. Ora abbiamo un calendario un po’ piu’ semplice e quindi dobbiamo guardare con positività”.

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Ancelotti, col Napoli serve il miglior Real Madrid

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Andare a vincere a Girona, la squadra capolista a sorpresa della Liga e ora sfidare il Napoli in uno dei match top di Champions League. Il Real Madrid di Ancelotti ha avuto la pessima giornata del ko nel derby contro l’Atletico in una stagione che ha ripreso poi a funzionare, con sette vittorie nelle prime otto giornate di Liga, la vetta della classifica e il successo sul campo dell’Union Berlino. Quindi il tecnico arriva sereno a Napoli, ma sa di dover avere un Real Madrid al top: “perché – spiega Ancelotti – giochiamo con una delle migliori squadre italiane”.

“Il Napoli – continua – è stato forte l’anno scorso e ha mantenuto la stessa struttura. E’ una squadra che ha personalità e noi dobbiamo giocare una partita seria e completa”. Un match in cui Ancelotti ritrova il terzetto Bellingham, Vinicius e Rodrygo e una formazione che punta sul centrocampo dei giovani: “E’ la partita più difficile della prima fase – aggiunge – ma siamo abituati a questi match e la maglia del Real è per noi uno stimolo e pesa per gli avversari. Il Real è una istituzione in questa competizione e credo che ciò ci aiuti”. “A centrocampo – dice ancora Ancelotti – abbiamo sette giocatori, ma ne giocano quattro. Modric? Non ha giocato le ultime due partite ma ha un peso e si può partire anche dalla panchina”.

I fari sono su Bellingham, uomo da 103 milioni pagati al Borussia Dortmund e nuova stella con 7 gol in 8 partite: “Bellingham migliore del mondo? Si è adattato molto bene – spiega Ancelotti – sta mostrando le sue qualità e ci fa felici, ma per noi conta davvero che abbiamo complessivamente la migliore squadra del mondo”. Ancelotti sa che chi vince nella doppia sfida con il Napoli arriverà primo nella classifica e avrà un ottavo di Champions più semplice, ma guarda anche con rispetto il club che ha allenato per un anno e mezzo: “Ho vissuto a Napoli momenti molto buoni in una città meravigliosa, ma anche momenti meno buoni. Alla fine rimane il ricordo di una esperienza positiva. Quando tra un club e un allenatore non c’è più un feeling finisce l’avventura. Poi in due anni sono tornato al miglior club del mondo”. Sulle star del Napoli di oggi il giudizio è molto positivo: “Kvaratskhelia e Osimhen – spiega – sono ottimi attaccanti eh hanno qualità per stare ad altissimi livelli. Il talento è tanto, Kvara è molto bravo nell’uno contro uno e Osimhen è un attaccante potente e mobile, molto pericoloso. Di Lorenzo? Ha avuto una progressione forte e continua, è uno dei migliori terzini in Europa oggi”.

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La Fiorentina si sbarazza del Cagliari ed è terza

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Battendo il Cagliari 3-0 la Fiorentina agguanta in classifica Juventus e Napoli a quota 14, al terzo posto. E’ stato tutto facile per la squadra viola che davanti al ct della Nazionale Luciano Spalletti ha praticamente chiuso la pratica nel primo tempo con la rete in apertura del solito Nico Gonzalez e poco dopo l’autogol di Dossena su tiro di Kayode, mentre il tris è arrivato nell’ultimo minuto di recupero con Nzola, al suo primo centro in maglia viola. Per la formazione sarda un altro ko in un campionato che non decolla e la vede ancora ultima con 2 punti. Vincenzo Italiano ha cambiato ancora rispetto alla trasferta pareggiata a Frosinone: Beltran terminale d’attacco preferito inizialmente a Nzola, Brekalo nel trio alle spalle del centravanti argentino insieme ai confermatissimi Gonzalez e Bonvantura, il baby Kayode terzino destro alla prima da titolare al Franchi, a sinistra Parisi per l’acciaccato Biraghi, nel mezzo fiducia a Arthur e Duncan.

Claudio Ranieri, applauditissimo all’ingresso in campo dai suoi ex tifosi, ha schierato il Cagliari a specchio con i viola: stesso modulo, difesa a quattro e una sola punta (Petagna) sostenuto da Zappa, Shomurodov e Nandez, mentre Luvumbo, non al meglio, ha cominciato in panchina. Pronti via e la squadra di casa è passata subito con il solito Nico Gonzalez che ha approfittato di un pasticcio difensivo per realizzare il quarto gol in campionato, il sesto compresi i preliminari di Conference. La squadra sarda di lì a poco ha avuto una clamorosa occasione per pareggiare, complice un retropassaggio sbagliato da Milenkovic che ha innescato Nandez, il suo tiro (debole) è stato spazzato via sulla linea da Kayode. Il pericolo corso ha portato la Fiorentina (73,5% di possesso palla nei primi 15 minuti) ad attaccare di nuovo: ancora pericoloso Gonzalez, ma il raddoppio è arrivato con una maldestra autorete di Dossena su un pallone teso e basso calciato dallo scatenato Kayode. Viola avanti con merito e proteste con l’arbitro Di Bello per un contatto in area Wieteska-Gonzalez.

Per il Cagliari un solo tentativo, prima dell’intervallo, con Shomurodov, poi sostituito con Oristanio. A inizio ripresa Ranieri ha inserito anche Prati per Deiola e complice un momento di rilassamento degli avversari il suo Cagliari ha preso un po’ di coraggio arrivando a sfiorare il gol con Petagna che al 18′, sul filo del fuorigioco, ha colpito la traversa con un pallonetto. La risposta di Italiano non si è fatta attendere e pensando anche all’impegno di giovedì di Conference contro il Ferecnavos ha tolto fra gli altri Gonzalez e Bonaventura, nell’ultimo quarto d’ora Ranieri ha giocato anche la carta Pavoletti (fuori Petagna) ma è stata la Fiorentina ad andare vicinissima al tris trovandolo in pieno recupero, in contropiede, con Nzola subentrato poco prima a Beltran e acclamato dal popolo viola. Quanto a Ranieri al momento la sua posizione non sembra essere in bilico anche se gli allenatori dipendono sempre dai risultati.

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Calcio, Rocchi a Open Var: è stata una giornata positiva

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Gianluca Rocchi, designatore arbitrale, è stato ospite di Dazn per la seconda puntata di ‘Open Var’ in cui si fanno riascoltare gli audio tra il direttore di gara in campo e gli assistenti al Var. “Devo fare i complimenti ai ragazzi – ha detto Rocchi, riferendosi al settimo turno appena terminato – E’ stata una giornata positiva”. Gli episodi riproposti sono della 5/a giornata, a cominciare da Sassuolo-Juve ed il fallo di Berardi su Bremer, punito con il giallo. Arbitro Colombo e Fabbri al Var: “Porca vacca. Fallo brutto, ma striscia, il punto di contatto è alto. Dinamica da giallo, Var completato puoi riprendere il gioco” dice Colombo a Fabbri. “La mia decisione di impatto e da fuori sarebbe stata per il rosso – ha spiegato Rocchi – ma dallo scambio potete capire quanto sia difficile prendere decisioni immediate per chi è campo”.

Empoli-Inter e la rete di Dimarco, sospettata in un primo momento di essere viziata dal fuorigioco di Bastoni: “C’è un tocco… da retro porta c’è Bastoni davanti” interviene in un primo momento il Var. Che poi però sceglie un’altra inquadratura e si corregge: “No, il portiere vede sempre il pallone… gol regolare, gol regolare” dice all’arbitro. Monza-Bologna ed il gol annullato ai rossoblù che ha fatto infuriare Thiago Motta. “Fammi vedere se c’è il fallo sul Caldirola… – dice l’arbitro al Var – Confermo il fallo perché gli prende prima il ginocchio e poi la gamba”. “La valutazione in campo è errata, ma questo conferma la difficoltà del direttore di gioco. Non lo valuto un errore grave, che fortunatamente la tecnologia oggi ci dà l’occasione di correggere” ha sostenuto Rocchi. Ultimo caso esaminato quello del fallo da rigore su Kvaratskhelia in Napoli-Udinese, frutto di un approfondito confronto tra arbitro ed assistenti al Var, richiamato dopo la visione dell’azione da diverse angolazioni, sfruttando tutte le telecamere in campo. “Una lettura tecnica di alto livello” l’ha giudicata Rocchi.

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