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Cinema

Amazon Prime Video produce una serie tv sulla vita di Diego Armando Maradona. Le riprese a Napoli, Barcellona, Buenos Aires e Siviglia

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Sono cominciate le riprese di “Sueño Bendito“(Sogno benedetto), la serie tv prodotta da Amazon Prime Video sulla vita di Diego Armando Maradona. La testata argentina Cba24n ha annunciato che la fiction sarà girata a Buenos Aires, Barcellona, Siviglia e Napoli, dove Maradona ha vinto due scudetti e soprattutto è diventato il “mito”.

Tre sono gli attori che interpreteranno Maradona nelle sue diverse fasi della vita: Nazareno Casero (Maradona calciatore), Nicolas Goldschmidt (Maradona da ragazzo) e Juan Palomino (Maradona da adulto). La serie sarà trasmessa in streaming e dalla tv messicana RTF Media e si aprirà con il racconto dell’overdose da cocaina che colpì il campione argentino nel 2000.

La serie televisiva, che vuole raccontare la vita del Pibe de oro fuori e dentro il campo, ha incontrato già le critiche di Claudia Villafane, l’ex moglie di Maradona, che ha indicato il racconto come “vero solo in parte“.

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Cinema

Benvenuti al Sud 3, Siani conferma il ritorno della saga comica

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Alessandro Siani ha confermato che il terzo capitolo della saga “Benvenuti al Sud” è in lavorazione. L’annuncio è arrivato durante il Festival del Cinema di Taormina, dove l’attore e regista napoletano ha dichiarato: «Sto lavorando al progetto con Claudio Bisio e il resto del cast, speriamo di riuscire a realizzare il film al più presto».

Un successo da quasi 60 milioni al botteghino

Il primo film, diretto da Luca Miniero nel 2010, era il remake italiano del francese “Bienvenue chez les Ch’tis” e ha totalizzato un incasso record di 29,9 milioni di euro, classificandosi al 15º posto tra i maggiori successi nella storia del box office italiano. Nel cast, oltre a Siani e Bisio, anche Angela Finocchiaro e Valentina Lodovini.

Il sequel e ora il grande ritorno

Due anni dopo, nel 2012, è arrivato “Benvenuti al Nord”, sempre diretto da Miniero, che ha sfiorato i 27 milioni di euro al botteghino. Il ritorno con un terzo capitolo potrebbe riportare sullo schermo i personaggi amati dal pubblico, mescolando di nuovo umorismo e temi legati alle differenze culturali tra Nord e Sud Italia.

Attesa e curiosità tra i fan

Non sono stati ancora svelati né la trama né una data ufficiale di uscita, ma l’annuncio ha già acceso l’entusiasmo tra i fan della saga. L’attesa è alta per scoprire in quale direzione si muoverà questa nuova avventura.

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Cinema

Serena Rossi tra palco, famiglia e impegno sociale: «Il mio lavoro non è la mia vita»

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Serena Rossi compirà 40 anni il 31 agosto, ma non sarà su un palcoscenico: «Il mio lavoro, che pure amo, non è la mia vita», ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera. Con il marito Davide Devenuto e il figlio Diego sogna di passare la notte in una casa ristrutturata nel Sud Sardegna, a Capo Teulada, dove va da anni.

Tra cinema, teatro e famiglia

In queste settimane l’attrice è impegnata tra Torino, per un film, e i teatri italiani con SereNata a Napoli, spettacolo scritto con il marito come dichiarazione d’amore alla sua città. Nelle pause, trova sempre il tempo per la famiglia: «Vado a prendere Diego da un amico, a Roma».

Il Napoli, la scaramanzia e l’amore per il pubblico

Ha tifato Napoli da un pub di Torino, e conserva con affetto una maglia di Maradona regalatale da Massimo Mauro. Prima di ogni spettacolo segue un preciso rituale: trucco alle 20, riscaldamento vocale, microfonatura, “merda” gridato in coro e un “andiamo a fare l’amore” come augurio di scena. «Lo spettacolo è come far l’amore col pubblico».

Diego tra gelosie e canzoni

Il figlio Diego è spesso geloso: si imbarazza quando la vede cantare e si infastidisce per le scene in tv con colleghi troppo vicini. Ma conosce a memoria tutte le canzoni dello spettacolo. «A volte si tappa le orecchie, ma poi le canticchia sottovoce».

Un matrimonio intimo e senza competizione

Serena e Davide si sono sposati nel 2022 alle Terme di Caracalla, in intimità. Nessuna competizione tra loro: «Zero proprio. Lui è un uomo risolto». Condividono anche progetti di produzione, come Mina Settembre, fiction a cui Serena è molto legata.

I ruoli, le sfide, la libertà

Ha interpretato donne dolci e streghe cattive, come in Underbois, ma cerca sempre l’umanità nei personaggi. Per Mia Martini ha dimenticato sé stessa: «Parlavo, camminavo e ridevo come lei». Non sente l’urgenza di fare la regista, ma tutti glielo prospettano.

Politically correct, Sanremo e intrattenimento

Non si offende per la parola “madrina” alla Mostra di Venezia, ruolo che ha ricoperto nel 2021. Sanremo? «Ogni anno spunta il mio nome, ma non da noi». Non esclude un ritorno in tv, ma solo in contesti dove può portare il suo valore aggiunto.

Impegno sociale: dalla “spesa sospesa” al Sudan

Dalla pandemia porta avanti l’iniziativa Spesa sospesa. Ora collabora con il World Food Programme per il Sudan. «Nei miei spettacoli ci sono volontari e andrò anche nei corridoi umanitari».

Gratteri e Gomorra: no alla censura

Sul tema dell’influenza delle serie tv sui giovani, Serena Rossi risponde con fermezza: «Gomorra racconta una Napoli che esiste. Una serie non trasforma bambini in delinquenti».

I femminicidi e l’educazione sentimentale

Da madre è spaventata dagli omicidi commessi da ragazzi: «In casa bisogna parlare di emozioni, non essere iperprotettivi».

Niente nudo, ma per Sorrentino…

Tra le scene più pericolose fatte senza controfigura, ricorda un fiume gelido in piena notte. «Per contratto chiedo sempre controfigura nelle scene di sesso. Ma se mi chiama Sorrentino… poi se ne parla».

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Gomorra – Le Origini: tra pecore, sogni e anni ’70, nasce il nuovo racconto del mito Savastano

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Sul set di Gomorra – Le Origini, scena 528 due, le pecore pascolano indisturbate tra carcasse di automobili, pareti scrostate e motorini d’epoca, nel cuore di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli. L’aria è impregnata di un odore antico, rurale, che restituisce il senso perduto di una Napoli che non esiste più. È il mondo da cui tutto comincia. È il tempo in cui Pietro Savastano era solo un adolescente a bordo di un Ciao, tra campi, case basse e sogni troppo grandi.

Il prequel che cambia tono: Napoli luminosa, non tenebrosa

Dimenticate la crudezza della serie madre. Qui tutto è solare, polveroso e umano. Prodotta da Sky Studios e Cattleya, la serie arriverà in esclusiva su Sky e in streaming su NOW a gennaio 2026, con già in scrittura la seconda e terza stagione. Marco D’Amore, alla regia dei primi quattro episodi, racconta: «Questa serie ha un quoziente di libertà che Gomorra non si era mai concessa». Il racconto abbandona i colori tenebrosi per restituire una Napoli pre-terremoto, quella degli anni ’70, povera ma viva, ingenua ma piena di desiderio.

Gli inizi di Don Pietro e la Napoli divisa in tre

La serie mostra l’ascesa di Pietro Savastano, adolescente cresciuto nella povertà con un sogno concreto: affrancarsi dal suo destino. Il mondo che lo circonda è fatto di tre Napoli diverse: quella popolare e disgraziata dei ragazzini, quella glam dei piccoli criminali, e quella ingessata della borghesia. Un contesto dove i primi traffici illeciti nascono quasi per sopravvivenza. Pietro “vo campà cient’anni”, mentre Ciro Di Marzio sognava solo di brillare per tre giorni.

Un casting da zero e un nuovo protagonista

Il protagonista è Luca Lubrano, 16 anni, figlio di una storica famiglia di macellai napoletani. Scelto dopo sei mesi di casting in tutte le scuole di teatro e cinema del territorio. «Luca mi ricorda molto me», rivela D’Amore, che ha voluto un cast di esordienti per raccontare con autenticità un’epoca perduta.

Un progetto ambizioso che non ha paura delle critiche

«Non è un’operazione di marketing», precisa Nils Hartmann di Sky Studios. «È un altro racconto». Gli fa eco Riccardo Tozzi di Cattleya: «Volevamo ricreare la Napoli degli anni ’70. Una sfida enorme sul piano scenografico». E D’Amore taglia corto sulle critiche: «Non ci dobbiamo difendere da nulla. Ogni scelta nasce dalla storia che volevamo raccontare».

Una Napoli inedita, tra documentari e memoria

L’ispirazione visiva e narrativa nasce dai documentari di Joe Marrazzo e Luigi Necco, testimoni visivi di quella Napoli povera e contraddittoria. La serie riprende quella tensione tra desiderio e disperazione, con una scenografia vintage, costumi retrò e motorini truccati, senza mai cedere al folklore.

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