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Amadeus fa il tris, la Rai gli affida anche Sanremo 2022

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Amadeus fa tris a Sanremo: sara’ conduttore e direttore artistico dell’edizione 2022, per il terzo anno consecutivo. L’annuncio nei titoli del Tg1 di questa sera. L’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, insieme al direttore di Rai1, Stefano Coletta – spiega una nota di Viale Mazzini – hanno deciso di affidare la direzione artistica e la conduzione della 72/a edizione del Festival di Sanremo ad Amadeus. La kermesse canora si terra’ da martedi’ 1 a sabato 5 febbraio 2022. “Il percorso musicale intrapreso due anni fa da Amadeus – sottolinea Coletta – ha segnato un cambiamento culturale importante nella storia del Festival che ha portato i Maneskin, vincitori dell’ultima edizione, ad aggiudicarsi anche l’Eurovision Song Contest, importante riconoscimento internazionale per la canzone italiana. E’ in questa direzione di innovazione, uno degli obiettivi del Servizio Pubblico, che la Rai intende proseguire per valorizzare in modo sempre maggiore il talento musicale attraverso l’evento televisivo piu’ popolare del Paese”.

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Damilano confermato su Rai3, Gramellini verso La7

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Settimana decisiva in Rai per la definizione dei palinsesti per il prossimo autunno. I direttori di genere hanno iniziato a incontrare i conduttori per definire progetti e budget e sistemare le caselle ancora scoperte. Tanto lavoro sul fronte dell’approfondimento, viste le uscite di Fabio Fazio e Lucia Annunziata e quella, ormai probabile, di Massimo Gramellini verso La7. L’obiettivo dei nuovi vertici è fare di Rai3 un canale dedicato prevalentemente all’informazione, dando spazio a conduttori di stile e orientamento differenti, confermando l’impronta generalista del primo canale e vocazione alla sperimentazione del secondo. Il nuovo direttore dell’Approfondimento, Paolo Corsini, ha iniziato a fare i primi colloqui, ma al momento sono stati definiti solo i conduttori per i programmi estivi, mentre è ancora da completare il quadro delle trasmissioni per la prossima stagione. Ci sono diverse conferme, come Chi l’ha visto, in onda dal 6 settembre, Cartabianca, al via il 7 settembre, Report, in onda dal 23 ottobre, Fame d’amore dal 13 ottobre, oltre a Che ci faccio qui. Confermato anche Marco Damilano, che ha ancora un anno di contratto e gode della fiducia di Corsini. L’ex direttore dell’Espresso resterà dunque alla guida de Il cavallo e la Torre in access prime time su Rai3, nonostante sia nel mirino della Lega per l’inchiesta sull’hotel Metropol ospitata dal settimanale quando era ancora al timone.

Il puzzle complessivo non è dei più semplici da comporre, anche perché nelle scelte bisogna tener conto dei programmi in onda sulle altre reti per evitare sovrapposizioni che possano incidere negativamente sugli ascolti. Resta in piedi per la domenica pomeriggio di Rai3 l’ipotesi di Monica Maggioni per prendere il posto di Lucia Annunziata. L’ex direttrice del Tg1 sembrava candidata ad un programma di approfondimento della seconda serata di Rai1, che però potrebbe finire sotto la guida di Francesco Giorgino. Sempre su Rai3, c’è in cantiere lo spostamento di Report alla domenica sera, al posto di Che tempo che fa, mentre per il prime time del lunedì circola l’ipotesi di un programma di inchiesta di Salvo Sottile. Tra i volti che potrebbero tornare ad avere spazio su Rai3 c’è anche Serena Bortone, che dovrebbe lasciare il primo pomeriggio di Rai1, mentre Alberto Matano sarà confermato alla Vita in diretta. Ci sarà, con ogni probabilità, da rimpiazzare Massimo Gramellini che ha ricevuto un’offerta per un contratto pluriennale da La7 e si appresterebbe a condurre un programma il sabato sera sull’emittente di Urbano Cairo, ma, in attesa di incontrare i vertici Rai, non avrebbe ancora firmato.

Non sembra, invece, al momento avviata una trattativa il passaggio in Rai di Myrta Merlino. Dovrebbe avere, invece, un suo programma Nunzia De Girolamo, attesa intanto al timone di Estate in diretta. Possibili conferme anche per Eleonora Daniele a Storie italiane e per Monica Giandotti ad Agorà. Blindato come direttore artistico e conduttore di Sanremo 2024 Amadeus, che oggi lancia ufficialmente il percorso verso il festival con il regolamento di Sanremo Giovani, sul fronte intrattenimento si va verso una pioggia di conferme. Il direttore Marcello Ciannamea per il prime time e Angelo Mellone per il day time stanno avendo colloqui con conduttori e staff. Tra questi Carlo Conti che oggi incassa la piena fiducia dell’Ad Roberto Sergio anche come conduttore del Meeting della fraternità e resterà alla guida di Tale e quale show. Salda in sella anche Antonella Clerici che, oltre a presidiare la fascia del mezzogiorno di Rai1, condurrà ancora The Voice Senior e allungherà l’appuntamento con The Voice Kids. La domenica pomeriggio della rete ammiraglia sarà ancora affidata a Mara Venier con Domenica in e a Francesca Fialdini con Da noi a ruota libera.

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Cairo: non sono uno squalo, serve tax credit per le tv

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Urbano Cairo protagonista nella prima giornata della 12/a edizione del Festival della tv a Dogliani, alla porta delle Langhe, immersa tra le colline e vigneti del cuneese. Il presidente di Rcs, Cairo Communication e del Torino calcio che ha risposto a decine di domande di Francesca Fagnani, che ha portato sul palco di piazza Umberto I il format ‘Belve’. Prima di iniziare il colloquio sul palco della kermesse, a margine, parlando con i giornalisti, Cairo ha parlato della necessità di un ‘tax credit’ per i programmi prodotti dalle emittenti, visto che la prospettiva per il futuro è fare una tv di qualità e serve un aiuto dallo Stato. “In questo mercato una tv di Stato importante come la Rai riceve un canone per fare servizio pubblico e potrebbe essere giusto che anche televisioni come La7 e altre abbiano una piccola parte, che testimonia che si fa servizio pubblico”. “Di lei dicono che è uno squalo”, l’ha stuzzicato Fagnani. “Non sono uno squalo. Ho acquistato aziende come La7 e Rcs in perdita e non ho mandato via neanche una persona. Uno squalo si comporterebbe diversamente”.

Cairo ha ricordato anche nella scalata a Rcs “ho vinto contro dei Gotha, come voto mi do 7 +”. Nelle domande non sono mancate quelle su Silvio Berlusconi. “Per me è stato un grande maestro – ha detto Cairo – mi ha insegnato tanto. Ha creatività, è una persona che non molla mai”. Per il momento Cairo assicura che da parte sua non c’è nessuna intenzione di entrare in politica, ma “mai dire mai”, aggiunge. “Ma lei è di destra o di sinistra?”, l’ha incalzato la Fagnani. “La destra e la sinistra sono superate – ha risposto Cairo – Il tema è gestire bene le risorse che abbiamo, sviluppare occupazione e dare lavoro ai giovani che non ne hanno”. “Sul Pnrr sento dire che ci sono problemi nel gestire le risorse, ma quando hai opportunità del genere dovresti essere capace di gestirle”, Cairo ha parlato dell’affaire Giletti. “E’ stato 6 anni con noi e ha avuto la libertà di fare le puntate che voleva. I primi due anni sono andati benissimo poi lo share è calato quando ha voluto andare di mercoledì. Per ascolti e pubblicità raccolta il costo del programma era insostenibile e ho pensato che tanto valeva chiuderlo”. Quanto al possibile arrivo di Massimo Gramellini su La7, Cairo ha spiegato: “appena tutto sarà formale lo comunicheremo. Massimo Gramellini è già con noi al Corriere della Sera e sarebbe una cosa bellissima se venisse a La7, però non è ancora fatta”. Rispondendo alla domanda se ha provato a portare a La7 Fabio Fazio, ha risposto: “con lui ci avevo provato sei anni fa, ma decise di rimanere in Rai”.

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Zucchero, ‘me ne frego del politically correct’

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Diretto e genuino come sempre. Verace e battagliero come la sua terra. Quell’Emilia-Romagna che si rimbocca le maniche e va avanti. Sempre. E che lui, Zucchero, non dimentica alla partenza italiana del 2023 del World Wild Tour, dalle Terme di Caracalla a Roma (si replica stasera, poi il 2, 3 e 4 giugno). “Per la Romagna” martoriata dall’alluvione canta Let it shine, il brano che aveva scritto nel 2006 per New Orleans devastata dall’uragano Katrina. “Ho cambiato un verso sostituendo la parola ‘Mississippi’ a ‘la mia terra’. Non ho detto molto di più, ma cosa vuoi dire che non abbiano già detto gli altri senza scadere nella retorica?”. Il collegamento con Bruce Springsteen – accusato di non aver detto nulla dal palco di Ferrara nel pieno dell’emergenza – arriva puntuale: “Conoscendolo, per me non sapeva niente: è uno attento a queste cose, come Bono o Peter Gabriel. Gente che non ha bisogno di nascondersi”.

Ma Zucchero va già oltre: “Il 24 giugno, però, per Italy Loves Romagna al concerto di beneficenza alla Rcf Arena a Reggio Emilia ci sarò. La sera prima sono a Sofia e la sera dopo a Bucarest, ma come fai a non esserci? Non mi sono neanche posto la domanda. Come nel 2012 per Italy loves Emilia nel post terremoto”. Già venduti 20mila biglietti, l’obiettivo minimo è arrivare a 50mila (e i 4 milioni di euro del 2012). Il palco, tra l’altro, sarà quello che lui utilizzerà per la festa nella sua Reggio del 9 e 10 giugno. “Rispetto al resto del tour sarà una festa – racconta nell’albergo romano a due passi da Villa Borghese – un po’ più lunga e che parlerà di più delle mie radici. Ho invitato Salmo: erano 3-4 anni che mi dicevano di fare qualcosa con i giovani, questi rapper e trapper, quelle cagate lì. Ma io non avevo mai individuato nessuno e soprattutto non ci riesco perché concepisco la musica come melodia, come spazi aperti e loro invece mettono una parola ogni 10 secondi. Invece Salmo mi ha colpito con la sua versione di Diavolo in me al festival di Sanremo (in coppia con Shari, ndr). È un vero musicista, conosce la musica che conosco io. Pur facendo il suo suono, ha un bagaglio musicale. E siamo diventati amici. Con lui si può pensare anche di fare qualcosa a livello discografico che sia credibile. Altri amici-artisti che girano ci sono, ma si decide all’ultimo momento”. A Caracalla ha portato in scena uno spettacolo energico, per oltre due ore e mezzo di show, in cui non si è risparmiato. L’esempio è Mick Jagger? “Lo prendo ad esempio, ma non lo seguo – risponde divertito -. Vorrei avere la sua costanza e la sua disciplina, ma deve costare una fatica.. e io non ce la faccio”.

Verace, si diceva. Senza peli sulla lingua, come sempre. “Se qualcuno ha dei dubbi sul fatto che accanto a brani definiti sublimi come Dune Mosse o Un Soffio Caldo, scrivo robe da osteria come Vedo Nero o Bacco Perbacco, piene di doppi sensi, allora non ha capito niente del blues. Il disagio e il sesso vannno di pari passo, e poi, ragazzi, si vive una volta sola! A me del politically correct non me ne frega un cazzo. Non vi piace la mia giacca di pelle gialla? Armocromista che? no, no… non ho mai seguito neanche la moda. Nell’armadio ho ancora le giacche bellissime che Armani e Versace mi hanno fatto su misura. Ma io anche a Sanremo andavo vestito da tonno nostromo. Non fa parte del posto dove sono cresciuto”.

Verace e genuino, ma anche malinconico. “Non si direbbe vedendomi sul palco, ma lo sono. Anche per le forze oscure che aleggiano intorno a noi. Forse anche per questo inizio il concerto con Spirito nel Buio. Speri sempre in un raggio di luce, ma tra conflitti, disarmonie, disastri, la primavera la vedo ancora lontana”. Durante il live Zucchero, che ha rivelato di essere senza contratto discografico dopo l’ultima scadenza (“ormai con le discografiche non si parla più di musica, ma si fanno solo i conti. Ma io concepisco ancora gli album come qualcosa che va ascoltato come si guarderebbero varie parti di un quadro”), ha reso omaggio anche all’amico Luciano Pavarotti sulle note di Miserere (indossando anche un foulard che il maestro gli regalò) e a Tina Turner, scomparsa nei giorni scorsi.

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