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Cronache

Alluvione in Sardegna: travolti dal fango, due morti

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Sette anni dopo quel maledetto 18 novembre 2013, quando il ciclone Cleopatra porto’ morte e distruzione con 19 vittime, la Sardegna piange altre vittime causate dal maltempo. Due i morti accertati e una persona ancora ufficialmente dispersa, tutti a Bitti, nel Nuorese: Giuseppe Mannu, allevatore di 55 anni, rientrava a casa dalla campagna ed e’ stato travolto da una frana e dalla furia dell’acqua; Giuseppe Carzedda, 90 anni, annegato in casa; Lia Orunesu, 89 anni, travolta dalla furia dell’acqua e del fango fuori dalla sua abitazione, il cui corpo non e’ ancora stato recuperato, ma le speranze di ritrovarla in vita sono ormai svanite. Bitti – gia’ colpito all’alluvione di sette anni fa con una vittima (un allevatore travolto dalla furia dell’acqua in campagna il cui corpo non e’ stato mai ritrovato) – e’ un paese distrutto: le strade del centro abitato cancellate, le cantine allagate, le auto trascinate dall’acqua e inghiottite dalle frane, le case di campagna all’uscita del paese verso Onani’ non esistono piu’ e con loro sono state spazzate via strade rurali e ponti. Nella vicina Galtelli’, uno dei paesi della valle del Cedrino, dove sono arrivate grosse portate d’acqua dalla diga di Preda Othoni, 160 persone sono state evacuate e trascorreranno la notte in una palestra. Stessa situazione a Oliena. L’ondata di maltempo non ha risparmiato le altre zone della Sardegna. Frane e allagamenti in moltissime strade, sia statali che provinciali, che sono state chiuse al traffico. A Cagliari venti di burrasca hanno provocato cadute di alberi e una mareggiata al Poetto, con il litorale completamente sommerso dall’acqua sino ai chioschi-bar. Domani iniziera’ la conta dei danni, e inevitabili saranno le polemiche per questa ennesima tragedia, anche se stavolta era stata diramata in tempo l’allerta rossa, di criticita’ massima, e la Protezione civile con i sindaci avevano predisposto tutte le necessarie precauzioni, avvisando la popolazione casa per casa, e chiudendo scuole, parchi e cimiteri da Cagliari a Olbia. “La macchina si e’ messa in moto per tempo – precisa il direttore regionale della Protezione civile Antonio Belloi – l’allerta rossa e’ stata emanata da due giorni per la Sardegna orientale. Anche per Bitti, abbiamo allertato in maniera capillare tutti i primi cittadini. E il sindaco di Bitti e’ stato prontissimo nella risposta: ha esperienza, ha gestito l’alluvione del 2013. Anche ieri sera ci ha confermato che aveva allertato tutta la popolazione e fatto tutto quello che si doveva fare. Ma su Bitti e’ arrivato qualcosa che il territorio non e’ riuscito a sopportare dal punto di vista idraulico. Con tutta la buona volonta’ il sindaco ha fatto tutto quello che doveva fare, purtroppo l’evento, per quanto previsto, ha fatto il suo corso in questo modo”. La Regione Sardegna chiedera’ la proclamazione dello stato di calamita’ naturale, mentre l’allerta della Protezione civile per domani e’ stata estesa anche a Puglia e Calabria (arancione). Unanime la solidarieta’ e il cordoglio del mondo politico, dai presidenti di Regione e Consiglio regionale Christian Solinas e Michele Pais, agli esponenti di governo e leader dei partiti. “E’ un momento di sofferenza per la Sardegna, ma nessun cittadino verra’ lasciato solo. La macchina nazionale e regionale dei soccorsi e’ gia’ in moto per aiutare chi e’ in difficolta’”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Tragico bilancio per l’incidente occorso alla nave in arrivo da Capri al Molo Beverello: sono 18 i feriti, molti contusi ed una donna grave. Nel cuore del Porto di Napoli, un tranquillo mattino si è trasformato in un momento di panico quando la nave veloce Isola di Procida ha urtato la banchina del Molo Beverello  durante le operazioni di ormeggio. L’incidente ha causato il ferimento di diverse persone a bordo, con almeno 18 individui che hanno riportato lesioni.

Secondo le prime informazioni, l’urto improvviso ha gettato a terra passeggeri e membri dell’equipaggio, lasciando dietro di sé un tragico scenario di contusioni e traumi. Le ambulanze sono state rapidamente convogliate sul posto per prestare soccorso agli feriti, con il personale sanitario che ha immediatamente iniziato la valutazione delle loro condizioni.

L’Asl Napoli 1 ha riferito che la maggior parte dei feriti ha riportato traumi maxillo facciali o lesioni, mentre uno di loro ha subito un politrauma più grave. Il trasporto dei feriti è stato organizzato in diversi ospedali della zona, tra cui il Cardarelli, il San Paolo, l’Ospedale del Mare, il Cto, il Fatebenefratelli e l’Ospedale Pellegrini.

L’incidente è stato prontamente segnalato alla centrale operativa 118 dell’ASL Napoli 1 Centro, che ha coordinato gli sforzi di soccorso inviando ulteriori ambulanze e allestendo un Posto Medico Avanzato sul luogo dell’incidente. Il personale medico ha lavorato instancabilmente per garantire che tutti i feriti fossero valutati e trasportati in base alla gravità delle loro condizioni.

Le prime ipotesi sull’incidente suggeriscono che una folata di vento possa essere stata la causa scatenante, considerando le condizioni meteorologiche al momento dell’ormeggio. Nonostante le onde alte e le raffiche di vento, la navigazione sembrava essere consentita, ma una violenta folata ha improvvisamente fatto sbandare la nave mentre si avvicinava al molo.

Le autorità competenti avvieranno un’indagine dettagliata per determinare le cause esatte dell’incidente e per adottare eventuali misure preventive per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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