Collegati con noi

Politica

Alla Fondazione Foqus di Napoli la firma dell’accordo con l’Ambasciata di Spagna per la rigenerazione dei quartieri Spagnoli

Pubblicato

del

Si è tenuta oggi, presso la Fondazione FOQUS, alla presenza dell’Ambasciatore di Spagna in Italia Alfonso Dastis, la cerimonia ufficiale per la sottoscrizione di un Accordo di Collaborazione con cui la Spagna si impegna a partecipare ai programmi di sviluppo culturale e sociale promossi da FOQUS nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Per la prima volta un Paese europeo partecipa, attraverso la propria Ambasciata, a un progetto italiano di rigenerazione urbana, mettendo a disposizione la cultura, le competenze e le migliori pratiche in atto in Spagna nei settori della rigenerazione urbana, dell’educazione e dello sviluppo, pratiche che hanno portato in questi anni a riequilibrare l’antico divario di sviluppo tra il Nord e il Sud di quel Paese.

L’accordo prevede che l’Ambasciata di Spagna in Italia, partecipando al progetto di rigenerazione dei Quartieri che portano sin dal XVI secolo il titolo di “Spagnoli”, avvii un programma che ne valorizzi l’identità originaria, riconnettendone la storia alla Spagna contemporanea. Per il primo biennio 2019-2020 l’accordo prevede, oltre all’apertura di relazioni di collaborazione e scambio, anche la realizzazione di “un Festival del Cinema spagnolo in Italia” (luglio) e “una mostra collettiva di artisti contemporanei spagnoli” (novembre).

 

“L’Ambasciata di Spagna in Italia – si legge inoltre – potrà considerare anche la possibilità di realizzare ulteriori iniziative nell’ambito di un progetto di valorizzazione dell’identità spagnola dei Quartieri Spagnoli e di partecipazione al programma di rigenerazione urbana e socio-culturale dei Quartieri stessi”. Inoltre “la Fondazione sin d’ora dichiara la volontà di aprire contatti collaborativi e di scambio con istituzioni scolastiche e scuole di innovazione pedagogica, con cui le Scuole paritarie “Dalla Parte Dei Bambini”, che operano all’interno dei Quartieri Spagnoli e della Fondazione, anche nell’ambito dei programmi comunitari, potranno avviare comuni progettualità formali e informali”.

 

L’evento rientra nell’ambito del programma “La Cultura è Capitale”, promosso per il 2019 dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia in collaborazione con la Fondazione Con il Sud. Alla cerimonia pubblica, oltre all’Ambasciatore, hanno partecipato il Console Generale José Luis Solano Gadea, il Consigliere per la Cultura Ion de la Riva Guzman, Rachele Furfaro e Renato Quaglia, Presidente e Direttore della Fondazione FOQUS, Carlo Borgomeo Presidente della Fondazione Con il Sud, il Direttore dell’Istituto Cervantes Ferrán Ferrando Melià. Ha partecipato il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Nel corso della giornata due importanti iniziative artistiche hanno inaugurato la collaborazione tra l’Ambasciata di Spagna e la città di Napoli: l’artista spagnolo Josè Molina ha donato la scultura “Hermanos” (commissionata dall’Ambasciata di Spagna) alla Fondazione FOQUS, che la installerà nei propri spazi (in allegato la scheda e foto dell’opera e dell’artista); mentre lo street artist napoletano Iabo donerà l’opera “Don Pedro” (iniziativa e produzione di INWARD, co-promossa dalla Fondazione FOQUS) all’Ambasciatore di Spagna (in allegato scheda e foto dell’opera, dell’artista e Inward).

 

Le prime 10 stampe d’autore (di 30) del “Don Pedro” (il ViceRè spagnolo Pedro Àlvarez de Toledo, che fece costruire via Toledo e i Quarteras, dando nuovo e ancora attuale impianto urbanistico alla città) sono state consegnate prima della cerimonia dallo stesso Iabo e dallo staff di INWARD ad altrettanti artigiani, commercianti, esercenti e abitanti dei Quartieri Spagnoli come segno di riconoscenza “per aver continuato a credere nel Quartiere”, scegliendo di rimanere a vivere e a condurre qui le proprie attività nel corso degli anni.

 

Il ViceRe spagnolo Pedro Àlvarez de Toledo è anche protagonista di un’ulteriore azione artistica. I giovani di DiscoveringQS (ragazzi residenti nei Quartieri Spagnoli e impegnati con l’Associazione Hermes – Turismo e Beni culturali) lo hanno scelto per animare, insieme ad altre figure centrali nella storia dei Quartieri Spagnoli (da Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, a Giacomo Leopardi e Eleonora Pimentel Fonseca) l’edicola votiva che gli artisti del gruppo Guerrilla Spam avevano realizzato a febbraio scorso all’ingresso della Fondazione, lungo Via Portacarrese. L’edicola votiva, adottata ora dai giovani di DiscoveringQS, arricchisce il vastissimo ambito di edicole votiva (più di 400) dei Quartieri Spagnoli.

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

Advertisement

In Evidenza

Bufera sul Garante per la Privacy, Stanzione respinge le accuse: “Non ci dimetteremo, attacco politico”

Il presidente del Garante per la Privacy Pasquale Stanzione respinge le accuse di contiguità politica e nega le dimissioni. Pd e M5S chiedono l’azzeramento dell’Autorità dopo il caso Report.

Pubblicato

del

Il presidente del Garante per la Privacy, Pasquale Stanzione (foto Imagoeconomica), ha respinto con fermezza le richieste di dimissioni arrivate dalle opposizioni dopo il caso Report, assicurando che il collegio non si dimetterà.

“Le accuse sono totalmente infondate”, ha dichiarato Stanzione, aggiungendo che “quando la politica grida allo scioglimento o alle dimissioni dell’Autorità, non è più credibile”.


La polemica e il caso Report

La bufera è nata dopo un servizio della trasmissione Report, condotta da Sigfrido Ranucci, che ha ipotizzato contiguità politiche e conflitti d’interesse all’interno dell’Autorità. Nel mirino è finito in particolare Agostino Ghiglia, membro del collegio, accusato di vicinanza a Fratelli d’Italia e collegato da Report alla multa inflitta alla stessa trasmissione dopo la messa in onda di un audio privato tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie.

“La narrazione di un Garante subalterno alla maggioranza di governo è una mistificazione che mira a delegittimarne l’azione – ha replicato Stanzione –. Il Garante assume decisioni talvolta contrarie, talvolta favorevoli al governo. Questa è la vera autonomia”.


Le reazioni delle opposizioni

Le opposizioni – Pd, M5S e Avs – hanno chiesto l’azzeramento del collegio e le dimissioni immediate del presidente, definendo “indegna” l’intervista di Stanzione al Tg1.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle in Commissione di Vigilanza Rai hanno annunciato un’interrogazione sull’episodio, accusando la testata di essersi “prestata a un comizio difensivo”.

“Non ha più credibilità per andare avanti”, ha detto Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato, mentre Giuseppe Conte, a DiMartedì, ha parlato apertamente di “azzeramento necessario”.


Le proposte di riforma

Nel dibattito è intervenuto anche il senatore Dario Parrini (Pd), vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, proponendo di introdurre un quorum qualificato dei tre quinti del Parlamento per eleggere i membri delle autorità indipendenti, come avviene per la Corte Costituzionale o il Csm.

“Oggi l’attuale Garante è stato eletto nel 2020 con meno del 40% dei voti degli aventi diritto”, ha ricordato Parrini.

Anche l’eurodeputato Sandro Ruotolo ha definito la situazione “paradossale”:

“Abbiamo la possibilità di far dimettere il Capo dello Stato, ma non il collegio del Garante della Privacy. Serve un passo indietro e una riforma per garantire indipendenza e qualità”.


Il limite istituzionale

Come ha ricordato il giurista ed ex presidente Rai Roberto Zaccaria, né il governo né il Parlamento possono imporre lo scioglimento del Garante.

“L’unica ipotesi è che la maggioranza dei componenti, quindi tre su quattro, si dimetta. Altre non ne vedo in questo momento”.

Per ora, Stanzione non arretra: il Garante resta al suo posto, mentre lo scontro politico intorno all’Autorità continua ad alimentarsi.

Continua a leggere

In Evidenza

Garante Privacy, opposizioni chiedono l’azzeramento: Stanzione resiste, “accuse infondate”

Dopo il caso Report, le opposizioni chiedono l’azzeramento del Garante della Privacy. Il presidente Pasquale Stanzione respinge le accuse e difende l’autonomia dell’Autorità. Si apre il dibattito sulle regole di nomina.

Pubblicato

del

Scoppia la bufera attorno al Garante per la protezione dei dati personali dopo il servizio di Report che ha messo in dubbio l’indipendenza dell’Autorità e ipotizzato rapporti di contiguità politica tra alcuni componenti e la maggioranza di governo.

Le opposizioni, guidate da Giuseppe Conte e dal Movimento 5 Stelle, chiedono un “azzeramento” del collegio, mentre Fratelli d’Italia apre a un confronto sulle regole di nomina. Ma il presidente Pasquale Stanzione respinge con forza ogni ipotesi di dimissioni:

“Il collegio non presenterà le proprie dimissioni, le accuse sono totalmente infondate. Quando la politica grida allo scioglimento dell’Autorità, perde credibilità”.


Il caso Report e le accuse di conflitto d’interesse

L’inchiesta di Report, condotta da Sigfrido Ranucci, ha messo nel mirino in particolare Agostino Ghiglia, membro del collegio e vicino a Fratelli d’Italia, ipotizzando un conflitto d’interesse legato alla multa inflitta alla trasmissionedopo la messa in onda di un audio dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano.

Stanzione ha parlato di “mistificazione” e di un tentativo di delegittimare l’Autorità:

“Il Garante è indipendente. Le nostre decisioni possono essere talvolta sgradite al governo, ma questo è il senso dell’autonomia istituzionale”.


Le opposizioni: “Serve un nuovo metodo di nomina”

Nel centrosinistra cresce la richiesta di riformare le regole di nomina dei garanti. Il costituzionalista Stefano Ceccantiha proposto di introdurre un quorum dei tre quinti del Parlamento per garantire un consenso più ampio.
D’accordo anche Alleanza Verdi e Sinistra, con Angelo Bonelli che parla di “necessità di una maggioranza qualificata”.

Il Pd, attraverso il senatore Dario Parrini, rilancia:

“Oggi basta poco più di un terzo dei voti per eleggere i membri del Garante. Serve una regola che preveda almeno i tre quinti, come per i membri laici della Corte Costituzionale o del Csm”.

Parrini ha ricordato che nel 2020, sotto il governo Conte, gli attuali componenti furono eletti con percentuali inferiori al 40% degli aventi diritto: “Un consenso troppo esiguo per un organismo che deve rappresentare l’equilibrio delle istituzioni”.


Il centrodestra: “Ipocrisia del Pd”

Freddo il centrodestra alle richieste di riforma. “Quando il Pd era in maggioranza, non è venuto in mente a nessuno di cambiare le regole”, ha ribattuto Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, respingendo le accuse di ingerenza politica.


Pressioni politiche ma nessun potere di revoca

Nonostante le pressioni, né il governo né il Parlamento hanno il potere di sciogliere il Garante. Come ha ricordato il giurista Roberto Zaccaria, “l’unica possibilità è che la maggioranza dei componenti, tre su quattro, decida di dimettersi volontariamente”.

Una situazione che l’eurodeputato Pd Sandro Ruotolo ha definito “paradossale”:

“Abbiamo la possibilità di far dimettere il Capo dello Stato, ma non il collegio del Garante. Serve un passo indietro e poi una riforma che migliori la qualità e la trasparenza delle nomine”.

Per ora, però, il presidente Stanzione resta fermo al suo posto, deciso a difendere l’autonomia dell’Autorità da quella che definisce una “tempesta politica e mediatica infondata”.

Continua a leggere

Politica

Manovra, scontro sulla rottamazione e coperture: la Lega spinge, il Mef frena

Inizia il confronto sulla manovra economica: la Lega chiede di ampliare la rottamazione, ma il Mef frena per mancanza di coperture. Tutti i partiti al lavoro sugli emendamenti in vista dell’esame al Senato.

Pubblicato

del

Il percorso della manovra economica è entrato nel vivo in Parlamento e già emergono le prime tensioni tra i partiti di maggioranza e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, deciso a mantenere invariati i saldi di bilancio.
A innescare lo scontro è stata la proposta della Lega di ampliare la rottamazione delle cartelle, un tema su cui via XX Settembre ha posto un netto freno per mancanza di coperture.


La posizione del Mef: “Conti pubblici sotto controllo”

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha espresso prudenza: “Il problema delle coperture si fa ancora più intenso. Valutiamo tutto, ma mantenendo la barra dritta sui conti”.
Una posizione che non frena l’entusiasmo del Carroccio: “Le coperture non è impossibile trovarle – replica il leghista Claudio Borghi, relatore della manovra – l’importante è che i saldi restino invariati e lo saranno”.

Leo ha inoltre confermato gli ambiti di intervento già delineati dal ministro Giancarlo Giorgetti, tra cui la possibilità di rendere strutturali iper e superammortamento, modificare le compensazioni dei crediti e rivedere l’aumento dell’Irap, con l’ipotesi di escludere le holding industriali non finanziarie.


I partiti al lavoro sugli emendamenti

Mentre il Mef impone prudenza, i partiti si preparano a presentare gli emendamenti. La Lega insiste su rottamazione, pensioni e sicurezza, chiedendo inoltre di cancellare l’aumento al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi.
Forza Italia, che si riunirà giovedì, punta su casa, sicurezza e imprese, con l’obiettivo di cancellare la norma sui dividendi.
Fratelli d’Italia lavora su proposte di aggiustamento tecnico, mentre Noi Moderati chiede incentivi per gli affitti a lungo termine e la detassazione dei libri.

Un ulteriore nodo è quello del tesoretto da 100 milioni di euro, che dovrà essere distribuito tra i gruppi parlamentari. In arrivo anche la “tagliola” dei 400 emendamenti segnalati, destinati a essere discussi e votati.


Obiettivo: chiudere entro Natale

L’iter in Parlamento dovrà rispettare tempi serrati. L’obiettivo è portare la manovra in Aula al Senato il 15 dicembre e chiudere con il via libera definitivo alla Camera entro Natale.
“Questo è l’auspicio – ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – ma dipenderà dalla buona volontà di tutti”.


Sindacati e imprese, nuove tensioni

Sul fronte sindacale, la Uil ha annunciato una manifestazione nazionale per il 29 novembre, mentre il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha discusso le sue proposte con la segretaria del Pd Elly Schlein e con Avs.

Intanto, monta la polemica sul programma Transizione 5.0, i cui fondi risultano ormai esauriti. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha replicato a Confindustria, rivendicando i risultati ottenuti e sottolineando che l’esaurimento delle risorse “è la prova del successo della misura”. Tuttavia, anche i fondi di Transizione 4.0 risultano ormai completamente prenotati.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto