C’è un Alessandro Buongiorno in campo, roccioso e determinato, e ce n’è un altro fuori, appassionato di scacchi, rompicapo e puzzle da 1500 pezzi. È lui stesso a raccontarsi, in un’intervista esclusiva rilasciata a Il Mattino, dove parla del suo legame con Napoli, del suo percorso da difensore e del sogno scudetto.
Napoli, una città nel destino
Torinese di nascita, ma con radici napoletane, Buongiorno racconta di essere stato stregato dalla città, dalla gente e dal cibo, e ammette di avere un debole per la pasta e patate con la provola:
“Ne vado matto, è il mio premio dopo gli allenamenti”
Il difensore azzurro ha scoperto un legame ancora più profondo con Napoli quando ha saputo che i suoi nonni erano di Cardito. Un segno del destino, forse, che lo ha portato a vestire la maglia azzurra.
La passione per il calcio e la crescita con Conte
Ma in campo, oltre alla passione, ci sono studio e sacrificio. Cannavaro lo ha definito uno dei pochi difensori italiani con il senso dell’anticipo e la capacità di fiutare il pericolo, e lui non nasconde l’orgoglio per il complimento:
“Se lo dice uno dei miei miti, non posso che esserne onorato. Da bambino guardavo lui, Nesta e Maldini, provavo a imitarli. Ora cerco di applicare la stessa attenzione: un difensore deve essere pessimista, deve pensare che l’attaccante possa fare qualcosa di straordinario in ogni azione”.
E quando si parla di allenatori, il suo volto si illumina pronunciando il nome di Antonio Conte:
“Ha un carisma incredibile, riesce sempre a darti la carica, a trovare le parole giuste. Con lui abbiamo cambiato moduli e schemi, ma ci ha insegnato tutti i movimenti nei minimi dettagli. Ci sta forgiando per essere pronti a tutto”.
Il sogno scudetto e la mentalità del Napoli
Napoli sogna in grande, e Buongiorno lo sa bene. Ai tifosi non promette nulla, ma garantisce che ogni partita sarà giocata con il massimo impegno:
“Il nostro segreto è affrontare ogni gara con la massima determinazione, partita dopo partita. Stiamo mettendo un’intensità incredibile in ogni allenamento, e questo il pubblico lo riconosce. Sanno che ogni volta che usciamo dal campo abbiamo dato tutto”.
Sull’Inter e l’Atalanta, principali rivali nella corsa al titolo, dice:
“L’Inter è partita come favorita, ma anche l’Atalanta è ostica. Noi, però, non guardiamo gli altri: pensiamo solo a noi stessi”.
Un difensore con la testa e con il cuore
Oltre al calcio, Buongiorno è laureato in Economia Aziendale, un caso più unico che raro nel mondo del pallone. Una scelta non casuale, ma frutto di una mentalità sempre orientata al miglioramento:
“Ho notato che lo studio mi aiutava anche in campo: capivo meglio le richieste degli allenatori, anticipavo le situazioni. Quando mi fermano i ragazzini per un autografo dico sempre loro: ‘Divertitevi con il calcio, ma andate bene a scuola e impegnatevi sempre’”.
E se gli si chiede quale sia la sua più grande paura, la risposta è chiara:
“Ho paura di perdere me stesso, di smettere di essere il ragazzo normale che sono ora. Voglio continuare a vivere la mia vita con normalità, senza farmi travolgere dal mondo del calcio”.
Ma non temere, Alessandro. Finché continuerai a costruire puzzle da 1500 pezzi e a chiudere gli attaccanti avversari come fossero pezzi fuori posto, sarai sempre il ragazzo speciale che Napoli ha imparato ad amare.