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Cronache

Albergatore condannato per spaccio, spediva droga a Ischia dove gestisce un albergo

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E’ stata confermata dalla Cassazione la condanna a cinque anni e quattro mesi di carcere, oltre alla multa di 26.666 euro, per detenzione e spaccio di droga a carico di un imprenditore napoletano, gestore di un albergo a Ischia presso il quale l’uomo – di 47 anni – aveva incaricato il suo spedizioniere di fiducia di provvedere alla consegna di un pacco che lui stesso si era mandato. Per errore il pacco, che conteneva due chili e mezzo di hascisc e 270 grammi di cocaina, era finito a Procida dove era stato consegnato a un commerciante del tutto estraneo a questo traffico di droga, e anche la ditta di spedizioni è risultata inconsapevole del contenuto del pacco.

Da questo disguido – sul pacco c’era scritto solo ‘Gianni’, soprannome dell’imputato – hanno preso l’avvio le indagini condotte dai carabinieri di Ischia che sono risaliti al ‘mittente’ del pacco. Ad avviso degli ‘ermellini’, che hanno respinto la richiesta della difesa di concedere all’albergatore le attenuanti generiche, ‘Gianni’ non merita sconti di pena per “l’ingente quantitativo” di droga trovata nel pacco e per “la diversa tipologia delle sostanze stupefacenti detenute”, elementi che dimostrano la “pericolosa caratura criminale” dell’imprenditore “evidentemente inserito in circuiti di mercato stabilmente dediti al traffico illecito”.

Inoltre la Cassazione mette in evidenza l’ulteriore circostanza di “segno negativo” rappresentata “dalle modalità subdole della condotta” di ‘Gianni’. I supremi giudici infatti rilevano – nel verdetto n. 12012 depositato oggi dalla Terza sezione penale – che l’albergatore non si era fatto scrupolo di “coinvolgere” il titolare della ditta di spedizioni “consegnandogli un pacco contenente merce scottante e perciò esponendolo al rischio anche soltanto potenziale, ma poi di fatto verificatosi, della scoperta del suo contenuto e di trovarsi involontariamente coinvolto in una vicenda criminosa di cui era del tutto ignaro”.

Oltre a dichiarare “inammissibili” i motivi di ricorso proposti dagli avvocati difensori, la Cassazione ha condannato l’imputato anche a versare tremila euro alla Cassa delle Ammende, e a pagare e spese processuali. Con questa decisione – presa al termine dell’udienza svoltasi lo scorso 16 febbraio -, la Suprema Corte ha confermato la condanna inflitta a ‘Gianni’ dalla Corte di Appello di Napoli il 12 aprile 2022. In primo grado, l’uomo era stato giudicato con rito abbreviato.

 

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Trovati morti nel giardino di casa madre e figlio

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I cadaveri di due persone, che al momento sono identificato come quelli di una madre – una donna molto anziana – e del figlio, sono stati ritrovati nel giardino di una casa di Orbetello (Grosseto), a San Donato, in una zona isolata di campagna. A segnalare il ritrovamento sarebbe stato un passante che ha visto la donna a terra, a faccia in giù, nel vialetto di casa. Pensando a un malore avrebbe chiamato i soccorsi. L’uomo è stato invece ritrovato dentro un pozzo artesiano. Non è ancora chiaro cosa sia successo e gli accertamenti dei carabinieri sono in corso.

Secondo le prime valutazioni, i decessi potrebbero risalire ad alcuni giorni fa ma la casa si trova in aperta campagna, in un reticolo di strade vicinali che non sono granché frequentate. Tale ubicazione avrebbero favorito il ritardo nella scoperta dei corpi. Sul posto la Croce rossa e i vigili del fuoco.

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Chiusa in auto con le fiamme, prima di morire ha raccontato i fatti a figlia: arrestato il marito

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L’ultima carezza di una figlia alla madre: “Mamma, hai i capelli tutti bruciati”. “Mi ha chiuso in macchina con le fiamme. Mi sento morire”. Ed e’ proprio in quell’istante che la 60enne Maria Angela Turturo, davanti agli occhi della figlia Antonia e del personale sanitario dell’ospedale “Perinei” di Altamura, ha esalato l’ultimo respiro. Parole sussurrate e un’altra vita spezzata, un altro femminicidio che si aggiunge agli oltre 65 gia’ registrati in Italia dall’inizio del 2024, secondo i dati del Viminale.

L’ultimo episodio si e’ verificato a Gravina in Puglia, a circa 55 km da Bari: per il delitto, la polizia di Stato ha arrestato questa mattina il 65enne Giuseppe Lacarpia, pregiudicato e marito della donna, con l’accusa di omicidio premeditato e aggravato. Secondo la ricostruzione dei fatti, la tragedia e’ avvenuta nella notte di domenica 6 ottobre, lungo strada vicinale dei Pigni. L’uomo avrebbe appiccato il fuoco alla propria automobile, una Fiat Panda X, con la moglie all’interno.

Nonostante la vittima sia riuscita a fuggire dall’auto in fiamme, riportando ustioni parziali, e’ stata brutalmente aggredita dal marito. Lacarpia l’ha immobilizzata sull’asfalto in posizione supina, schiacciandola con il proprio corpo – che pesava circa 100 kg – e posizionando le ginocchia sull’addome, esercitando pressione sullo sterno con le braccia. Questo avrebbe provocato alla donna fratture gravi allo sterno e alle costole, causando la compressione del cuore e, infine, l’arresto cardiocircolatorio che ha portato al decesso della 60enne.

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Si muove la polizia Usa sul caso del piccolo Ethan

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Si muove la polizia americana sul caso del piccolo Ethan, il neonato la cui madre, Claudia Ciampa, ha denunciato esserle stato sottratto con l’inganno dall’ex compagno statunitense lo scorso 30 agosto durante una vacanza in Puglia e portato in America senza il suo assenso. Fonti della Farnesina confermano infatti che la polizia americana in California e Arizona sta perquisendo e ispezionando i luoghi in cui Ethan potrebbe essere stato portato dal padre. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sollecitato anche da un appello della signora Ciampa, ha chiesto il massimo impegno alle autorità consolari italiane negli Usa sul caso. L’attaché di polizia presso l’ambasciata a Washington, secondo quanto si apprende, ha segnalato con forza il caso attraverso i canali Interpol, doppiando la trasmissione delle comunicazioni da Interpol Roma e segnalando l’importanza e l’urgenza di localizzare al più presto il bambino.

Ethan è stato inserito dalle autorità americane nel sistema di ricerca/rintraccio nazionale, sia interno che di frontiera. Diplomatici dell’ambasciata il 4 ottobre, dopo l’emissione da parte di Interpol/Roma della blue notice a carico del padre, in connessione con l’avvio anche dell’azione penale a suo carico, hanno incontrato il sottosegretario al dipartimento di Giustizia Usa Bruce Swartz per sensibilizzarlo sulla vicenda. La madre del piccolo Ethan, nella lettera al ministro Tajani, ha scritto di essere “disperata ed esausta” e di aver bisogno “del suo aiuto e del supporto di tutto il governo per poter riabbracciare” il figlio “sottrattole con l’inganno dall’ex compagno statunitense. Si tratta di una situazione drammatica di non semplice risoluzione che ha bisogno anche di interventi in sedi diplomatiche internazionali” si legge in un altro stralcio della missiva in cui la mamma sottolinea che da 40 giorni, il suo bambino di 7 mesi, nato a Cincinnati ma residente a Piano di Sorrento (Napoli), quindi con la doppia cittadinanza italoamericana, “è tenuto in una località segreta, probabilmente statunitense”, lontano da lei che ancora lo allattava. Al massimo – ricorda Claudia Ciampa – il padre “effettua una videochiamata al giorno per far vedere per pochi istanti il bambino alla madre, “senza tradire in alcun modo la propria posizione”.

La vicenda legale è seguita costantemente dall’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, che ha attivato immediatamente tutte le procedure previste dalla convenzione internazionale dell’Aja del 1980 nell’ambito della cooperazione tra Stati. Con una serie di messaggi in tv l’avvocato Gassani “ha più volte cercato di ricondurre alla ragionevolezza il padre del bambino”, si sottolinea in una nota, chiedendo allo stesso tempo “anche l’intervento della Farnesina per una vicenda drammatica che si gioca non solo sul piano legale ma anche diplomatico tra due Stati”.

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