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Cronache

 Aggredisce la moglie, donna difesa da prof e studenti 

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Il marito aggredisce la moglie, ma in difesa della donna arrivano una professoressa e i suoi studenti che riescono ad evitare il peggio. E’ successo ieri mattina a Pesaro, protagonista una classe del secondo anno del Liceo Mamiani, indirizzo Scienze Umane, 25 ragazze e ragazzi che approfittando della bella giornata erano andati nei campetti all’aperto del complesso San Decenzio per l’ora di attività motorie, accompagnati da un’insegnante. Le strutture si trovano nei pressi di un parcheggio e da lì gli studenti hanno sentito provenire delle grida. Si trattava di una coppia in un’automobile parcheggiata: l’uomo aveva un atteggiamento particolarmente violento, brandendo una stampella.

Ma i ragazzi non si sono fermati, sono corsi verso il veicolo e lo hanno circondando, gridando per convincere l’uomo a smetterla. Con loro è corsa anche l’insegnante, che però è caduta fratturandosi un malleolo. “Che cosa volete? Stiamo litigando” ha urlato il marito agli adolescenti. Sul luogo è arrivato il figlio della coppia, che è riuscito a dividere i genitori, il padre si è allontanato, la madre è rimasta lì, scossa, ma illesa. Sul luogo anche la polizia, i vigili urbani e i soccorsi del 118, che hanno accompagnato la professoressa all’ospedale. I ragazzi invece sono stati riaccompagnati al Mamiani da due collaboratori scolastici.

Oggi è andato a trovarli il preside Roberto Lisotti: “so che ieri erano agitati – racconta   -, ma oggi erano sereni, stavano seguendo le lezioni come sempre. Ho fatto loro i complimenti, si sono comportati in maniera esemplare, supplendo anche alle difficoltà della professoressa che si era fatta male. Mi hanno raccontato che si sono fermati anche a consolare la signora. Saranno le lezioni di educazione civica – osserva -, ma vuole dire che qui imparano anche valori oltre l’istruzione. Sono consapevoli di avere fatto una cosa buona, ma forse un po’ frastornati dall’attenzione mediatica”. “Un gesto straordinario e molto coraggioso, che dovrebbe essere di esempio per i loro coetanei, ma anche per tanti adulti – ha sottolineato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci -, un gesto che dimostra il loro grande senso di civiltà e comunità. Un valore che va insegnato in tutte le scuole, tramandato nella cultura, diffuso da chi esercita responsabilità pubbliche”. “Davanti al grido di aiuto non sono rimasti indifferenti e non si sono voltati dall’altra parte, segno che le nuove generazioni sono molto attente e sensibili – ha aggiunto -. Nei prossimi giorni vorrei incontrarli per consegnare loro il ‘Plauso della città'”, la civica benemerenza pesarese. “Non dobbiamo abbassare mai la guardia sulla violenza contro le donne ha concluso -. È una piaga della società, che va vinta anche attraverso i giovani”.

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Cronache

Papa registra graduali miglioramenti, ridotta ventilazione

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Le condizioni cliniche del Papa sono rimaste stabili, confermando i progressi evidenziati nell’ultima settimana. Prosegue l’ossigenoterapia ad alti flussi, riducendo progressivamente la necessità di ventilazione meccanica non invasiva nelle ore notturne. Il Papa necessita ancora di terapia medica ospedaliera, di fisioterapia motoria e respiratoria; tali terapie, allo stato, fanno registrare ulteriori, graduali miglioramenti. Lo riferisce il bollettino medico.

La riduzione della ventilazione meccanica per il Papa, durante la notte, significa che anche in parte delle ore notturne riceve l’ossigeno ad alti flussi attraverso le cannule nasali. Lo riferiscono fonti vaticane spiegando che con la ventilazione meccanica i polmoni sono a riposo mentre lavorano di più se c’è l’ossigenazione ad alti flussi. Si evince che in ogni caso il Papa sia legato all’ossigeno continuamente, a prescindere dalla strumentazione con la quale avviene.

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Cronache

Emanuele Filiberto di Savoia: “Vorrei che i miei nonni riposassero al Pantheon”

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Oggi, nell’abbazia di Altacomba, in Francia, Emanuele Filiberto di Savoia (foto Imagoeconimica in evidenza) presenzia alla messa in suffragio di re Umberto II e della regina Maria José. Tra dame e cavalieri in manto rosso, collare bianco e medaglie, lui si presenta in jeans e t-shirt nera, lontano dal protocollo formale.

A un anno dalla morte del padre Vittorio Emanuele, avvenuta il 3 febbraio 2024, ha ereditato il titolo di una monarchia che non esiste più. Per i monarchici è “Sua Altezza Reale”, ma lui preferisce essere chiamato semplicemente Emanuele Filiberto: “Non è il titolo che fa l’uomo”.

LA SPERANZA DI UNA SEPOLTURA AL PANTHEON

Emanuele Filiberto esprime il desiderio che questa possa essere l’ultima commemorazione dei suoi nonni in Francia, auspicando che possano essere sepolti al Pantheon a Roma: “Confido in un gesto di umanità, rispetto e pace storica. Sono figure incriticabili”.

Secondo il principe, re Umberto II si adoperò per ottenere le migliori condizioni per l’Italia alla fine della guerra e, dopo un referendum controverso, scelse l’esilio per evitare una guerra civile: “Preferì mettere famiglia e affetti in secondo piano per il bene del Paese”.

IL PASSATO FAMILIARE E LA QUESTIONE MONARCHICA

Alla domanda sulla condotta della famiglia in epoca fascista, Emanuele Filiberto distingue tra Vittorio Emanuele III, già sepolto a Vicoforte, e suo figlio Umberto: “Se il primo trasferì il governo a Brindisi, Umberto restò a Roma. Inoltre, io stesso ho condannato le leggi razziali come vergognose”.

Riguardo alle trattative per la sepoltura al Pantheon, spiega che la Presidenza del Consiglio, diversi ministri e il Vaticano hanno dato parere favorevole. Manca solo il via libera del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo stesso che permise il rientro delle salme di Vittorio Emanuele III e della regina Elena.

LA QUESTIONE DEI GIOIELLI REALI

Il principe non rinuncia alla battaglia per la restituzione dei gioielli di famiglia custoditi presso la Banca d’Italia: “Mio nonno li affidò pensando che l’esilio sarebbe stato breve. Anche Luigi Einaudi nei suoi diari scrisse che gli sembravano appartenere alla famiglia reale e non al demanio”.

Sostiene di aver proposto una mediazione, respinta dalle istituzioni italiane, e di essere pronto a portare la questione fino alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.

TRA RICORDI E FUTURO

Parlando dei nonni, racconta il legame con Umberto II, che gli trasmise l’amore per l’Italia durante lunghe passeggiate sull’oceano a Cascais, e con Maria José, una donna che ha vissuto incontri storici con Einstein, D’Annunzio e Benedetto Croce.

Sul momento più difficile della sua vita, confessa che la perdita del padre lo ha segnato profondamente: “Non ho pianto ai funerali perché ero concentrato su mille cose, ma ho versato lacrime in silenzio nei giorni successivi”.

IMPRENDITORIA E VITA PRIVATA

Oggi Emanuele Filiberto divide il suo tempo tra gli ordini dinastici, ai quali devolve 1,5 milioni di euro all’anno in beneficenza, e le sue attività imprenditoriali:

  • Crh Money, una carta di credito
  • RoyaLand, un videogioco online quotato alla Borsa americana
  • Prince of Venice, la sua catena di ristoranti attiva in America, Montecarlo e presto in Marocco e nelle Filippine

Sul fronte privato, conferma la separazione da Clotilde Courau, avvenuta quattro anni fa, ma mantiene un ottimo rapporto con lei e con le figlie Vittoria (21 anni) e Luisa (18).

IL LEGAME CON L’ITALIA

Alla domanda se tornerà mai a vivere in Italia, risponde con una nota polemica: “Ho comprato casa in Umbria, ma tornerò residente solo quando la tredicesima norma transitoria della Costituzione sarà abrogata e mi saranno restituiti i miei beni personali”.

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Cronache

Maltratta per anni figlio omosessuale, a giudizio immediato

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Avrebbe maltrattato per anni suo figlio perché omosessuale: per questo il gip di Lecce, Angelo Zizzari, ha disposto il giudizio immediato nei confronti di un uomo residente in Salento. L’uomo è accusato di minacce e maltrattamenti perché avrebbe avuto nei confronti del figlio condotte offensive e denigratorie. L’inchiesta della Procura è partita in seguito alla denuncia sporta ai carabinieri dal giovane lo scorso 14 gennaio attraverso il proprio legale, avvocato Alessandra Assunta Luchina. I maltrattamenti avrebbero avuto inizio sin da quando suo figlio era un bambino. Il processo è stato fissato per il prossimo 4 giugno.

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