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Cronache

Aereo in fiamme atterra all’aeroporto Sheremetyevo, almeno 41 morti

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Tragedia con morti e feriti all’aeroporto di Mosca. Un Aereo di linea della compagnia di bandiera russa Aeroflot ha preso fuoco ed è stato costretto a un atterraggio di emergenza all’aeroporto Sheremetyevo, dal quale era decollato poco prima, diretto a Murmansk. Il primo bilancio è di 13 morti e diversi feriti. Non è però ancora certo il numero delle vittime e manco le cause dell’incidente. A bordo dell’Aereo, un Sukhoi Superjet 100, c’erano 78 o 79 persone, tra cui cinque membri dell’equipaggio. Le drammatiche immagini mandate in onda dalla tv di Stato russa mostravano un’enorme colonna di fumo nero che si alzava dall’Aereoin fiamme. In altri filmati si vedevano i passeggeri in fuga sugli scivoli delle uscite di emergenza e mentre si allontanavano dall’Aereo. Il Nell’incidente all’aeroporto di Mosca, dove oggi e’ atterrato un aereo in fiamme sono morte 41 persone sulle 78 persone che erano a bordo: lo riferisce il Comitato investigativo russo citato dalla tv filo-Cremlino Russia Today.

“Stando ai dati aggiornati ottenuti dagli investigatori, 37 persone sono sopravvissute”, ha annunciato la portavoce del Comitato Investigativo, Svetlana Petrenko. Secondo i media, a bordo del jet c’erano 78 persone, tra cui cinque membri dell’equipaggio e 73 passeggeri.

Secondo i media russi, i piloti hanno lanciato l’allarme e chiesto l’atterraggio di emergenza pochi minuti dopo il decollo, avvenuto alle 18.03 (le 17.03 in Italia). L’incendio sarebbe infatti scoppiato quando l’Aereo era in volo. Un’ipotesi che pare confermata dai video che mostrano il Sukhoi Superjet gia’ in parte divorato dalle fiamme nel momento dell’atterraggio. L’incendio, sempre stando alle immagini, pare abbia inizialmente interessato la zona della coda. La causa della tragedia non è nota. Alcune fonti sostengono che ci sia stato un guasto al circuito elettrico. Altre affermano che l’Aereo sia stato colpito da un fulmine. Secondo una fonte interpellata dall’agenzia Interfax, un primo tentativo di atterraggio di emergenza non avrebbe avuto successo, e al secondo tentativo l’apparecchio avrebbe colpito la pista con il carrello e con la parte anteriore e si sarebbe incendiato. Secondo la Bbc, i dati del sito Flightradar24, che da’ la posizione degli aerei in tempo reale, sembrano confermare che l’atterraggio d’emergenza sia avvenuto circa 30 minuti dopo il decollo.

Kristian Kostov, un ex partecipante bulgaro all’Eurovision che si trovava a Sheremetyevo, ha postato la sua testimonianza dell’incidente sui social media, spiegando che le persone nello scalo “tremavano” dalla paura dopo aver visto il velivolo inghiottito dalle fiamme sulla pista. L’Aereo era piuttosto nuovo, pare che la costruzione fosse stata ultimata nell’agosto del 2017. Le autorita’ hanno annunciato un’inchiesta sulla catastrofe. Ma fa gia’ discutere il fatto che il principale tg della tv di Stato russa non abbia dedicato l’apertura alla tragedia ma alla situazione in Venezuela.

“Stando ai dati aggiornati ottenuti dagli investigatori, 37 persone sono sopravvissute”, ha annunciato la portavoce del Comitato Investigativo, Svetlana Petrenko. Secondo i media, a bordo del jet c’erano 78 persone, tra cui cinque membri dell’equipaggio e 73 passeggeri.

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Sangue infetto, la famiglia di un militare napoletano morto nel 2005 sarà risarcita con un milione di euro

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Dopo quasi vent’anni di battaglie legali, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto al risarcimento per i familiari di un militare napoletano, deceduto nel 2005 a seguito di complicazioni derivanti da una trasfusione di sangue infetto. La sentenza storica condanna l’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina, stabilendo un risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari del defunto.

Il militare, trasferitosi da Napoli a Sicilia per lavoro, subì un grave incidente durante il servizio che necessitò un intervento chirurgico d’urgenza e la trasfusione di quattro sacche di sangue. Anni dopo l’intervento, si scoprì che il sangue trasfuso era infetto dall’epatite C, portando alla morte del militare per cirrosi epatica. La complicazione si manifestò vent’anni dopo la trasfusione, rendendo il caso particolarmente complesso a livello legale.

In primo e secondo grado, i tribunali di Palermo e la Corte d’Appello avevano respinto le richieste di risarcimento della famiglia, giudicando prescritto il diritto al risarcimento. Tuttavia, la decisione della Corte di Cassazione ha ribaltato questi verdetti, affermando che la prescrizione del diritto al risarcimento non decorre dal momento del fatto lesivo ma dal momento in cui si manifesta la patologia collegata al fatto illecito.

Questa sentenza non solo porta giustizia alla vittima e ai suoi cari ma stabilisce anche un importante precedente per la tutela dei diritti dei pazienti e la responsabilizzazione delle strutture sanitarie. Gli avvocati della famiglia hanno sottolineato l’importanza della decisione, che apre nuove prospettive nel campo della giustizia sanitaria e sottolinea l’obbligo delle strutture ospedaliere di rispettare protocolli medici dettagliati, anche in situazioni di urgenza.

Il caso di Antonio (nome di fantasia) sottolinea la necessità di garantire la sicurezza nelle procedure mediche e di monitorare con rigore le condizioni di sicurezza del sangue donato, indipendentemente dalle circostanze. La sentenza rappresenta un passo significativo verso una maggiore giustizia e sicurezza nel sistema sanitario italiano, ribadendo che nessuna circostanza può esimere dal rispetto delle norme di sicurezza e prudenza necessarie per proteggere la salute dei pazienti.

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Addio a Italo Ormanni, magistrato e gentiluomo napoletano

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Italo Ormanni, magistrato, è scomparso all’età di 88 anni. Dopo una vita dedicata alla giustizia e alla lotta contro la criminalità organizzata, Ormanni ci lascia ricordi indelebili di un uomo che ha saputo coniugare serietà professionale e un vivace senso dell’umorismo. È deceduto ieri a Roma, nella clinica Quisisana, dove era ricoverato e aveva subito un’angioplastica.

La carriera di Ormanni, iniziata nella magistratura nel 1961, è stata lunga e fruttuosa, con servizio attivo fino al 2010. Tra i casi più noti che ha seguito, ci sono stati quelli che hanno toccato i vertici della camorra a Napoli, sua città natale, e importanti inchieste su eventi di cronaca nazionale, come il rapimento di Emanuela Orlandi e l’omicidio di Simonetta Cesaroni. Anche nel suo ruolo di procuratore aggiunto a Roma, Ormanni ha gestito casi di grande risonanza, contribuendo significativamente alla sicurezza e alla giustizia in Italia.

Oltre al suo impegno nel campo giudiziario, Ormanni ha avuto anche una breve ma memorabile carriera televisiva come giudice-arbitro nella trasmissione “Forum”, dove ha lasciato il segno con la sua capacità di gestire le controversie con saggezza e empatia.

Amante delle arti e della cultura, Ormanni ha sempre cercato di bilanciare la durezza del suo lavoro con le sue passioni personali, dimostrando che dietro la toga c’era un uomo completo e poliedrico. I suoi funerali si terranno a Roma, nel primo pomeriggio di lunedì, dove amici, familiari e colleghi avranno l’occasione di rendere omaggio a una delle figure più influenti e rispettate del panorama giudiziario italiano.

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Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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