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Accoltellata nel parcheggio di un supermarket, è grave

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Intorno alle 9,15 di stamane una donna di 39 anni è stata accoltellata al culmine di una lite da un uomo nel parcheggio del supermercato Lidl di via Lombardia, a Seriate, in provincia di Bergamo. I due sarebbero stranieri. La donna ferita, sotto gli occhi attoniti e impauriti dei clienti del supermercato, è stata portata all’interno del market, dove le sono stati prestati i primi soccorsi. In ambulanza è stata poi condotta all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in codice rosso.

L’accoltellamento è avvenuto a tre giorni di distanza l’omicidio di Mamadi Tunkara, accoltellato in pieno centro a Bergamo venerdì pomeriggio. Morte per cui è in carcere c’è un ventottenne del Togo, Sadate Djiram, accusato di omicidio volontario premeditato e aggravato dai futili motivi.

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Scala: Barbara Berlusconi in cda per Regione Lombardia

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Regione Lombardia indicherà Barbara Berlusconi (foto Imagoeconomica in evidenza) come proprio consigliere nel cda della Scala, che, dopo il rinnovo, dovrebbe insediarsi il 17 febbraio. La terzogenita di Silvio Berlusconi prende il posto di Nazzareno Carusi, nominato nel 2020 quando era responsabile Cultura di Forza Italia.

“Alla dottoressa Berlusconi – commenta il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana – i migliori auguri di buon lavoro”. Laureata in Filosofia a pieni voti, Barbara Berlusconi, 40 anni, è da sempre vicina al mondo della cultura, arte contemporanea e teatro in particolare. È socia della Cardi Gallery, galleria d’arte con sedi a Londra e a Milano. Come manager è presente nel consiglio amministrazione di Fininvest dal 2003. È stata amministratrice delegata del Milan e oggi riveste l’incarico di amministratrice delegata della Holding Italiana Quattordicesima, società di investimento in private equity e venture capital che ha partecipazioni in numerose aziende e società, in Italia e nel mondo. La terzogenita di Silvio Berlusconi è attiva nel sociale, finanzia attività educative e di recupero di ragazzi in difficoltà.

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Inchiesta corruzione, 1500 ore lavori utili per ex comandante Cc

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

È stata accolta oggi dal gup di Firenze Francesca Scarlatti la proposta di patteggiamento per l’ex comandante della compagnia di Prato dei carabinieri Sergio Turini e per l’imprenditore tessile pratese Riccardo Matteini Bresci, coinvolti in un’inchiesta corruzione che ha portato l’anno scorso anche al loro arresto. Al militare venivano contestati, oltre alla corruzione, l’accesso abusivo al sistema informatico in uso alle forze dell’ordine e il peculato. Entrambi, grazie all’accoglimento del patteggiamento, dovranno fare 1.500 ore di lavori socialmente utili. Il gup ha invece condannato con rito abbreviato un terzo indagato, l’investigatore privato Roberto Moretti: ha avuto un anno e nove mesi, pena sospesa. Era stata la Direzione distrettuale antimafia di Firenze a chiedere e ottenere le misure cautelari dopo essere incappata, durante intercettazioni telefoniche sul mondo imprenditoriale cinese, in conversazioni sospette tra il carabiniere, l’imprenditore e un investigatore privato. L’accusa sosteneva che i tre avessero messo in piedi un sistema di scambio di favori.

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L’Aisi e le carte divulgate, faro Copasir su caso Caputi

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Sugli accessi dell’Aisi alla banca dati Punto Fisco dell’Agenzia delle Entrate nei confronti di Gaetano Caputi, capo di Gabinetto della premier Giorgia Meloni, c’è stato un confronto durato un’ora e mezza al Copasir, che ha ascoltato l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano. La documentazione è stata divulgata – con disappunto dell’intelligence – perchè la procura di Roma l’ha inserita negli atti messi a disposizione dei legali dei giornalisti del Domani, indagati in seguito ad una denuncia di Caputi dopo una serie di articoli pubblicati dal quotidiano sul suo conto.

Il Copasir potrebbe approfondire questo aspetto con ulteriori audizioni sul caso; non escluso che possa essere sentito il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi. Mantovano ha svolto, a quanto si apprende, una relazione dettagliata spiegando le motivazioni che hanno determinato gli accessi alla banca dati da parte di agenti dell’Aisi in tre occasioni nel 2023: il 23 gennaio, il 4 settembre ed il 25 settembre. Era stato il procuratore Lo Voi a scrivere all’allora direttore del Dis, Elisabetta Belloni, per chiedere conto degli accessi, scoperti dagli inquirenti nel corso dell’indagine avviata – dopo la denuncia di Caputi – per capire da dove fossero uscite le informazioni in possesso dei giornalisti del Domani.

La risposta arriva il 26 luglio sotto forma di un documento firmato dal direttore dell’Aisi, Bruno Valensise. Il primo accesso, viene indicato, è nato perchè alcuni ‘target’ seguiti dal servizio, impegnati nella progettazione di un rigassificatore al Sud, volevano avvicinare Caputi; l’interrogazione del 4 settembre fa riferimento all’accertamento di una parentela tra la moglie di Caputi e la moglie di “un soggetto attenzionato dall’Agenzia”; quella del 25 settembre, infine, riguardava l’incontro di “alcuni individui attenzionati” con il capo di Gabinetto sul piano strategico nazionale sull’idrogeno. Un documento riservato, quello dell’Aisi, che non avrebbe dovuto essere pubblicato su un giornale. Disattenzione o prassi non perfettamente calibrata? Su questo aspetto il Copasir potrebbe decidere di avviare un’analisi.

Ma c’è un’altra vicenda giudiziaria che coinvolge l’intelligence: le inchieste, collegate, delle procure di Milano e Roma rispettivamente su Equalize e Squadra Fiore, gruppi che trafficavano informazioni riservate. E’ stato l’hacker Samuele Calamucci – indagato insieme all’ex carabiniere Carmine Gallo – sentito dai pm romani lo scorso 20 gennaio, a sostenere che il vicedirettore dell’Aisi, Carlo De Donno è il capo della Squadra Fiore, secondo quanto riportato dal Fatto. Secca la smentita di De Donno: “ho già dato mandato ai miei legali – ha fatto sapere il generale – di procedere giudiziariamente nei confronti di Samuele Calamucci”, del Fatto che “ne ha riportato le dichiarazioni” e dei “pubblici ufficiali che hanno favorito la fuoriuscita di notizie contenute in un atto giudiziario secretato”. Il legale del generale ha presentato oggi in procura a Roma una denuncia-querela per calunnia “in merito alle dichiarazioni rese nei confronti del mio assistito da Samuele Calamucci, così come diffuse oggi da Il Fatto Quotidiano”.

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