Collegati con noi

Ben'essere

A Ischia riapre l’hotel Miramare e Castello, Calise: è un messaggio di speranza, l’isola è meravigliosa e gli isolani caparbi e ospitali

Pubblicato

del

Nell’incertezza che regna sovrana nel settore turistico, c’è chi prova con coraggio a rimettersi in marcia. Ad Ischia l’hotel Miramare e Castello, struttura turistica d’eccellenza incastonata nel delizioso  borgo di Ischia Ponte, riaprirà i battenti a partire dal 30 aprile. Senza garanzie, ma con tanta voglia di ricominciare, mandando un segnale agli altri imprenditori dell’isola. “Ad Ischia si respira un clima di grande tristezza, in molti si stanno preparando ma aspettano per riaprire, così abbiamo deciso di mandare un messaggio di speranza”, confessa a Juorno Ciro Calise, chef e gestore dell’hotel insieme a sua moglie Anna Olmo. Una stagione che parte in ritardo rispetto al solito – ad Ischia normalmente sono le feste pasquali a sancire l’inizio dell’attività turistica – e con tantissime incognite. “Ma se la campagna vaccinale procederà a ritmo spedito, faremo grandi cose. Il nostro territorio richiama sempre tanti turisti stranieri. Ischia ne ha davvero bisogno”. 

Calise, riaprire ora è un azzardo o una scelta coraggiosa.

È coraggio e realismo. Noi siamo sempre sul pezzo: aspettavamo che il Governo ci permettesse di aprire. Avremmo voluto incominciare già a Pasqua, ma non è stato possibile. Nel frattempo però abbiamo preparato le nostre strutture, è quasi tutto pronto. Dato che siamo siamo passati dalla zona rossa a quella gialla, abbiamo pensato di proporci per gli abitanti della Campania e delle altre Regioni che potranno tranquillamente raggiungere l’isola. 

Che momento sta vivendo l’isola d’Ischia? 

C’è un clima di grande tristezza. Abbiamo scelto di riaprire anche per smuovere un po’ le acque. Alcuni si stanno preparando, però c’è grande incertezza, si aspetta sempre che qualcun altro riapra per primo. Allora ho pensato che potevamo prendere la palla al balzo e riaprire l’hotel. 

Come funzionerà il vostro servizio con le attuali limitazioni? Penso ad esempio alla cena e ai limiti imposti dal coprifuoco. 

Per adesso a cena il ristorante sarà aperto solo per gli ospiti della struttura. Quando il clima sarà più caldo però, potremo ricorrere al ristorante sul tetto, all’aperto, così da aprire le porte anche al pubblico esterno. La data del 31 luglio, anche se non è sicuro che il coprifuoco sarà mantenuto fino a quella data, ha un po’ destabilizzato i turisti stranieri. Alcuni americani, ad esempio, hanno incominciato a spostare le prenotazioni. Per ora dovremo rivolgerci ad un pubblico italiano, gli stranieri arriveranno più in là. A settembre abbiamo molte prenotazioni dall’estero, è un po’ slittato tutto. Noi però ci siamo, Ischia c’è. Speriamo che andrà tutto bene. 

Non teme che Paesi essenziali per il turismo dell’area, come Stati Uniti o Francia, possano sconsigliare un viaggio in Italia per il rischio di contagio?

Io credo che ciascun Paese cercherà di alimentare il turismo interno. D’altronde lo facciamo anche noi quando invitiamo a scegliere l’Italia per le proprie vacanze, perché in questo momento ne ha bisogno. Ci sono però tante nazioni che sono comunque molto legate all’Italia: il nostro è uno di quei Paesi che attira sempre tantissimo. I governi che sconsigliano un viaggio qui credo che incideranno poco, perché tanta è la voglia di viaggiare. Secondo me fra due o tre mesi, se le vaccinazioni procederanno a ritmo spedito, andremo forte. 

Avete già prenotazioni per questo periodo? 

Per questo periodo no, i tedeschi ad esempio arriveranno da metà luglio in poi. Abbiamo anche tanti americani, spesso di origine italiana, che si stanno prenotando. Ischia ha ospitato anche film e fiction di grande successo negli Stati Uniti, come L’Amica Geniale. Hanno visto i nostri paesaggi e l’interesse per l’isola è cresciuto. Purtroppo nel frattempo è arrivato il Covid che ci ha un po’ tarpato le ali. 

Che stagione si prospetta rispetto a quella dell’anno scorso?

L’anno scorso avevamo già le prenotazioni e un po’ alla volta abbiamo avuto le disdette. Quest’anno invece non ne abbiamo e dobbiamo aspettare. Dovremo farci trovare pronti, perché credo arriveranno quasi tutte all’ultimo momento, in base a come andranno le vaccinazioni e come scenderà il tasso di positività. Io penso che la stagione entrerà nel vivo da metà giugno in poi. E forse non ci chiuderanno ad ottobre come avvenne l’anno scorso, per cui magari potremo allungare un po’ la stagione, fino a novembre, recuperando qualcosa di ciò che abbiamo perso finora. 

Advertisement

Ben'essere

La Mozzarella di Bufala Campana è sul 90 per cento dei menu ma ci sono ancora ristoratori che usano fake

Pubblicato

del

Come ogni eccellenza vanta tanti tentativi di imitazione e troppi fake: l’attenzione sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop è altissima. La Mozzarella di Bufala Campana è il formaggio a denominazione di origine protetta più presente e più correttamente citato con l’acronimo “DOP” nei menu dei ristoranti italiani. Il primato arriva dalla ricerca promossa da Afidop (l’associazione dei formaggi Dop e Igp italiani) e realizzata dalla società Griffeshield, che ha valutato l’entità e le modalità con cui i formaggi Dop sono riportati nei menu, dalla denominazione del prodotto al logo fino alla stagionatura.

La Bufala Campana è presente nel 90 per cento dei menu esaminati e l’acronimo “DOP” è riportato nel 46,5 per cento dei casi, come elemento distintivo rispetto a una mozzarella generica. L’indagine è stata condotta su un campione di 21.800 ristoranti ed è stata presentata nei giorni scorsi alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. I numeri segnalano significative potenzialità di crescita nel segmento del fuori casa, tenendo conto che il 58 per cento dei consumatori italiani ritiene importante la presenza del marchio sui propri acquisti alimentari e il 40 per cento è disposto a spendere dal 5 al 10 per cento in più per avere un prodotto certificato.

Pier Maria Saccani, Direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop

Il Consorzio di Tutela esprime soddisfazione per i risultati della ricerca, ma allo stesso tempo lancia l’allarme: “Troppo spesso, purtroppo, la citazione del nostro prodotto nei menu dei ristoranti è solo uno specchietto per le allodole, con l’obiettivo di attirare soprattutto turisti, senza che in realtà venga servita una vera mozzarella Dop”, sottolinea il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani. Lo testimonia l’esito dell’operazione “E…state senza pensieri 2023”, condotta nei principali luoghi delle vacanze durante la stagione estiva appena conclusa. Dal lavoro svolto dal settore Vigilanza del Consorzio emerge che l’evocazione della mozzarella di bufala campana Dop è stata una costante, soprattutto nei menu dei locali. Troppi i prodotti fake nella ristorazione.
Nel corso dei controlli si è scoperto che i turisti venivano ingannati anche nella famosa piazzetta di Capri, meta del lusso e del jet set internazionale, dove un ristoratore indicava nei menu pizze con mozzarella di bufala campana Dop, ma in realtà le preparava con mozzarella vaccina pugliese. Identico raggiro in un locale vicino al Duomo di Amalfi. Invece, in un ristorante sul mare a Ischia Porto, la tipica “caprese” era realizzata con mozzarella mista, a prezzi esorbitanti e inspiegabili. Al termine dell’operazione sono stati controllati 14 punti vendita e segnalate 13 violazioni più una diffida: in pratica il 100% delle verifiche ha riscontrato irregolarità. Sono stati sequestrati 150 chili di prodotti non a norma ed elevate sanzioni amministrative per 45mila euro.

E dal 7 all’11 ottobre il Consorzio volerà in Germania per partecipare alla fiera Anuga di Colonia, nella collettiva di Afidop con gli altri grandi formaggi Dop italiani. Per l’occasione sono previsti nuovi controlli internazionali durante la kermesse per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. Solo nel primo semestre 2023, il Consorzio ha già effettuato 450 rilievi all’estero, principalmente in Europa.

“I risultati della ricerca e dei nostri controlli – sottolinea Saccani – testimoniano che i consumatori richiedono sempre di più i prodotti Dop, ma la risposta, purtroppo, in numerosi casi è solo scriverlo nei menu dei ristoranti. Ci sono le sigle, insomma, ma spesso non c’è il prodotto vero. Il nostro Paese sta vivendo un vero e proprio boom dei flussi turistici dall’estero e gli stranieri hanno voglia di assaggiare l’autentico Made in Italy. Proporre invece prodotti fake danneggia l’immagine non solo della Bufala Campana, ma più in generale del comparto agroalimentare che punta tutto sulla qualità. Il nostro Consorzio ha moltiplicato gli investimenti in vigilanza e continuerà a farlo, ma i controlli non potranno mai bastare. C’è bisogno di lavorare in rete con le istituzioni, tutti insieme per favorire la corretta informazione e la conoscenza dei prodotti autentici. In tal senso, un plauso va all’avvio dell’intesa tra Afidop e Fipe, che intende proprio puntare all’elaborazione di linee guida per promuovere le produzioni certificate all’interno dei menu dei pubblici esercizi, incentivandone il consumo”.

Continua a leggere

Ben'essere

Per mangiare fuori casa spesi nel 2023 66 miliardi di euro

Pubblicato

del

I consumi fuori casa legati alla ristorazione in Italia hanno raggiunto a giugno i 66 miliardi di euro annui (+14% sul corrispondente periodo precedente) e, sebbene l’attenzione per l’aumento dei prezzi resti alta, solo un consumatore su 10 ha dichiarato di avere avuto qualche difficoltà, mentre la maggior parte non ha cambiato le proprie abitudini. Emerge dai dati di Circana, azienda nata dalla fusione tra Information Resources, Inc e il gruppo Npd, presentati in vista di Host, il Salone della ristorazione e dell’ospitalità professionale, in calendario a Fiera Milano dal 13 al 17 ottobre. Lo studio evidenzia anche la crescita del ‘senso di comunità anche fuori casa tra i consumatori’. Il 72% si aspetta che i ristoranti siano inclusivi e soddisfino anche chi ha diete o esigenze alimentari, il 56% pensa che la tecnologia aiuti, il 40%, grazie alle app e al digitale, si gode di più l’esperienza in bar e ristoranti e al 46% piace usarli per interagire con i luoghi frequentati. L’innovazione è anche contaminazione, ibridazione e offerta rinnovata. La ristorazione in Italia infatti è percepita ancora come troppo tradizionale (36%) rispetto all’estero dove la contaminazione tra cucine diverse è forte.

Così il 48% dei consumatori si aspetterebbe innovazioni su ricette e sapori. Ad Host, ha ricordato il direttore di Manifestazioni Fiera Milano, Simona Greco, si troveranno tutti i prodotti del settore, dalla piccola macchina del caffè fino ai grandi macchinari per pastifici o pasticcerie. Sono attesi più di 2.000 espositori, dei quali il 40% internazionali da 50 Paesi. Oltre 600 buyers saranno portati da Ice. “Aiuteremo a scoprire le eccellenze della cucina italiana – ha detto ill presidente Matteo Zoppas – Il food ha prodotto esportazioni per 25 miliardi di euro, il 7,9% in più rispetto stesso periodo del 2022”. “Una importate occasione per questo settore dell’industria italiana composto da tante aziende, magari piccole, che lavorano silenziose, ma sono leader nel mondo per i loro comparti – ha aggiunto Greco – Il salone servirà a aziende e buyer anche per testare il mercato, capire come cambia il mondo dei consumi e per la formazione soprattutto in relazione all’ l’innovazione tecnologica”.

Continua a leggere

Ben'essere

Nerio Alessandri, l’imprenditore dietro Technogym: voglio trasformare Milano nella prima wellness city

Pubblicato

del

Nerio Alessandri, il fondatore e presidente di Technogym, noto come il principale produttore mondiale di attrezzi per il fitness e il benessere, ha deciso di portare il concetto di benessere al centro di Milano, con l’ambizioso obiettivo di trasformarla nella “prima wellness city.” Alessandri, 62 anni e con un patrimonio stimato di 1,5 miliardi di dollari secondo Forbes, è determinato a far sì che Milano diventi un esempio di stile di vita sano e sostenibile.

La sua Wellness Foundation, attiva da 20 anni, è stata all’origine del concetto di “wellness valley” nella regione della Romagna, un distretto del benessere che coinvolge ospedali, settore fitness, aziende, hotel, scuole e amministrazioni locali. Ora, Alessandri vuole replicare questo successo a Milano, sfruttando l’entusiasmo generato dai Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026.

Secondo Alessandri, la “wellness economy” può evolvere la “green economy,” aggiungendo alla centralità dell’ambiente la centralità della persona. Per farlo, il primo passo è cambiare la cultura, promuovendo la prevenzione sulla base di ricerca ed educazione.

Un’analisi dello stato di salute della città di Milano ha rivelato una serie di sfide significative. Mentre l’aspettativa di vita è in aumento, la salute delle persone è buona solo fino a circa 60 anni, dopodiché si verificano molte malattie croniche. Uno stile di vita sedentario e una dieta poco equilibrata contribuiscono all’obesità e al sovrappeso, aumentando la spesa sanitaria pubblica.

Alessandri ritiene che la chiave per affrontare questa sfida sia cambiare la cultura, promuovendo la prevenzione e l’educazione. Questo significa incoraggiare le persone a fare più attività fisica e adottare una dieta più sana. Il benessere, secondo Alessandri, non riguarda solo l’aspetto fisico ma anche la mente e il benessere mentale.

La Fondazione Wellness ha già avviato progetti in Romagna per promuovere il benessere, coinvolgendo scuole, aziende, ospedali e altre istituzioni. Alessandri vuole ora replicare questa iniziativa a Milano, coinvolgendo una varietà di settori tra cui moda, alimentazione, fitness, arte, turismo e scienza.

Il suo obiettivo è creare un gruppo di lavoro che metta insieme le competenze già presenti sul territorio, coinvolgendo amministrazioni locali, università, centri di ricerca e imprese. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita della popolazione milanese, attrarre talenti e investimenti e ridurre la spesa sanitaria.

La sfida è lanciata, e Nerio Alessandri è determinato a fare di Milano un esempio di benessere e sostenibilità che possa ispirare altre città in tutto il mondo.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto