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Cronache

A casa aveva file con bimbe abusate e torturate e donne violentate: arrestato operaio genovese

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Un accumulatore seriale di scene raccapriccianti. Immagini catalogate per fasce di etá e tipo di sevizie. Oltre ottomila file custoditi gelosamente su un computer per sedare una ingordigia malata. La mole di materiale pedopornografico e non solo e’ stata trovata dalla polizia postale di Genova in casa di un operaio edile della Valbisagno, nelle valli del genovesato. L’uomo, 40 anni, é stato arrestato con l’accusa di detenzione e diffusione di materiale pedoporno. L’operaio era seguito da tempo dagli investigatori perche’ ritenuto un soggetto “a rischio” e perche’ trovato in possesso di materiale informatico illegale. Dopo vari servizi gli agenti hanno deciso per un controllo dell’abitazione ed hanno ottenuto il mandato di perquisizione. Una volta nell’appartamento la scoperta di quanto sospettavano, anche se non immaginavano di poter trovare cosi’ tanto materiale ora al vaglio degli investigatori. I filmati erano tutti meticolosamente catalogati per eta’ delle bambine, alcune anche infanti. Ma c’erano anche immagini di donne adulte, seviziate, sottomesse, torturate. Scene di violenza inaudita, scambiate nel dark web, nella rete internet piu’ oscura dove menti malate intessono rapporti deviati, dove si organizzano crimini e si vendono ogni tipo di droghe e armi. L’uomo e’ un soggetto pericoloso, secondo gli investigatori coordinati dal pubblico ministero Gabriella Dotto, pm del gruppo fasce deboli. Che andava fermato al piu’ presto, per evitare nuovi scambi. Nella vita dell’operaio ci sono anche altre ombre oltre a quella della pedopornografia. L’uomo in passato ha subito una condanna a quattro anni per tentata rapina e violenza sessuale ai danni di alcune donne, di cui una allora minorenne. Un violentatore seriale di escort, anche minorenni. L’operaio abbordava le prostitute sui social, poi le portava sulle alture di Genova e prima le violentava e poi cercava di rapinarle. Gli investigatori della polizia postale sono arrivati a lui monitorando i social e il deep web, la “rete sommersa”, dove l’operaio condivideva e prendeva video e filmati di minori abusati e donne torturate e seviziate. Il lavoro degli investigatori prosegue per capire da chi vengono realizzati quei video. Ma la rete oscura ha maglie troppo fitte per riuscire a risalire all’origine delle brutalitá.

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Cronache

Penalisti Napoli a Gratteri: evitare schemi inadatti a città

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“Comprendere le specificità di ogni singolo territorio e di ogni stagione, evitando di riproporre schemi e visioni che mal si attaglierebbero a una realtà come quella napoletana” ed, evitando di fare “tabula rasa del passato”, “comprendere e governare la complessità, estirpando attraverso un lavoro certosino e chirurgico le sacche di malaffare e delinquenza che ancora impediscono ai cittadini l’esercizio di tutti i loro diritti costituzionalmente garantiti”. E’ quanto la Camera Penale di Napoli chiede al neo procuratore Nicola Gratteri attraverso una nota nella quale viene anche ricordato “l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dai suoi predecessori: il procuratore Giovanni Melillo e la facente funzioni di procuratore Rosa Volpe”.

“Non ci sfugge ovviamente – scrive la Camera Penale in una nota – e sarebbe ipocrita da parte nostra non farne cenno, che la storia e soprattutto talune dichiarazioni pubbliche del neo-procuratore destano qualche perplessità, poiché in taluni casi agli antipodi con quell’idea di diritto penale liberale e democratico di cui i penalisti (e soprattutto le camere penali) sono da sempre strenui sostenitori”. La Giunta della Camera Penale di Napoli, nella nota, ricorda, anche, “il rapporto sovente turbolento che il neo-procuratore ha avuto con gli avvocati calabresi” i quali “in più di un’occasione, sono stati costretti a dar vita a condivisibili iniziative di protesta e di denunzia finalizzate a portare a conoscenza dell’opinione pubblica alcune innegabili torsioni avvenute, specie nei processi di criminalità organizzata, nei vari Tribunali della Calabria”.

“Vogliamo essere onesti fino in fondo, – dicono i penalisti napoletani – avremmo preferito un profilo diverso alla guida della Procura napoletana” ma “al di là dei nostri desiderata, – spiegano i penalisti – crediamo che, pur nella profonda differenza di vedute e di orientamenti culturali che certamente permarranno e con i diversi ruoli e responsabilità di cui ciascuno è portatore, il dott. Gratteri possa, abbandonando auspicabilmente alcune posture del recente passato non del tutto in linea con il ruolo di ‘capo’ della prima Procura italiana, svolgere egregiamente il suo difficile compito nell’interesse di tutti i cittadini. Noi penalisti – come sempre – vigileremo e ci impegneremo fattivamente perché ciò accada”, concludono i penalisti.

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Bus giù dal cavalcavia a Mestre, il sindaco di Venezia Brugnaro parla di almeno 20 morti

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Un bus è precipitato dal cavalcavia Vempa a Mestre in provincia di Venezia. Ci sono molte vittime, morti e feriti, secondo i primi soccorritori arrivati sul posto. Il sindaco di Venezia Brugnaro ha parlato di “almeno 20 morti”, oltre ai feriti, molti dei quali gravi. Tra le vittime anche dei bambini. Brugnaro ha anche parlato di “immane tragedia” per la comunità e disposto il lutto cittadino. E’ stata interrotta, sempre dalle prime informazioni, anche la linea ferroviaria. Il bus sarebbe dell’azienda di trasporti Actv e si è incendiato dopo l’impatto.  Sono stati mobilitati tutti gli ospedali della zona.

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Spacciatori creativi: nascondevano 24 chili di droga nel camino

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Nascondevano la marijuana nel camino, 15 chili da una parte e 9 dall’altra. La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato tre persone per il reato di detenzione ai fini di spaccio di circa 24 chili marijuana.

Un’operazione congiunta tra Squadra Mobile della Questura di Caserta e Commissariato di P.S. di Santa Maria Capua Vetere, finalizzata al contrasto dello spaccio di stupefacenti, ha permesso di effettuare perquisizioni in un’azienda del Comune di San Tammaro, al cui interno vi era il sospetto vi fosse conservata una grossa quantità di sostanza stupefacente.

In particolare, durante le ricerche, all’interno di un camino di un locale adibito a cucina, gli investigatori hanno trovato nascoste 15 grandi buste con all’interno marijuana, del peso di 15 chili. L’attività di ricerca ha inoltre consentito di trovare, in un capannone adiacente, 5 ventilatori, utilizzati per disperdere il forte odore prodotto dalla sostanza stupefacente durante l’essiccazione.

Il gestore dell’azienda agricola, un quarantenne della provincia di Caserta con precedenti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza psicotropa ed è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Ulteriori perquisizioni sono state effettuate presso l’abitazione di due coniugi di nazionalità albanese di 35 e 29 anni, residenti in San Tammaro, ove sono stati ritrovati circa 9 chili di marjuana nascosti nel camino dell’abitazione. I coniugi sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, mentre la donna agli arresti domiciliari.

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