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Cronache

A Capri sono stufi: ora basta, troppi monopattini e bici elettriche

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Troppi monopattini e biciclette elettriche in giro per l’isola di Capri: mettono a rischio l’incolumita’ delle persone, servono piu’ controlli. L’allarme arriva dal presidente di Federalberghi Isola di Capri, Sergio Gargiulo, esasperato dalle lamentele di vacanzieri, turisti e anche dei residenti. Gargiulo sollecita con forza un decisivo intervento ai sindaci delle amministrazioni comunali di Capri e Anacapri, Marino Lembo e Alessandro Scoppa, chiedendo loro di disciplinare questo abuso di mezzi elettrici, di cui molti anche vietati, che circolano a velocita’ sostenuta mettendo a rischio la circolazione ed i passanti. “Le strade pedonali sono strette ed e’ diventato impossibile camminare fra questo via vai di mezzi per cui chiediamo un intervento e la vigilanza delle autorita’ preposte di due comuni” dice Gargiulo. “L’impressione – aggiunge il presidente degli albergatori – e’ che chi adopera questi mezzi sia convinto di maneggiare un giocattolo senza rendersi conto che si tratta di un vero e proprio mezzo di locomozione con la conseguente pericolosita’. Forse dimenticano che lo stesso mezzo e’ soggetto alle regole del codice della strada, a partire dall’utilizzo del casco. Capri non e’ territorio franco, qua valgono le stesse regole della terraferma, e se fosse possibile bisognerebbe inasprirle considerando la natura del territorio”. Da Federalberghi Isola di Capri parte quindi un appello ai sindaci di Capri e Anacapri affinche’ dispongano un piu’ stretto controllo sulla circolazione di biciclette elettriche e monopattini prima che si possa incorrere in qualche serio incidente. “Bisogna porre fine a questo andazzo con limitazioni che impediscano a questa tipologia di mezzi di entrare nel centro storico dove possono passare solo i carrellini autorizzati che devono procedere a passo d’uomo”. conclude Gargiulo.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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