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“Wolves coming”, lupi famelici assediano il cuore delle istituzioni di Napoli: il fascino dell’arte moderna cinese in piazza Municipio

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Un branco di lupi famelici assedia piazza Municipio: è “Wolves coming”, la monumentale installazione del cinese Liu Ruowang, uno dei nomi più influenti del movimento di arte contemporanea cinese. Inaugurata lo scorso 14 novembre, l’opera resterà a Napoli fino a marzo 2020. Ad organizzare e curare la mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, il gallerista milanese Matteo Lorenzelli, con la collaborazione di Alfred Mirashi, in arte Milot, artista italo-albanese.

“Wolves coming” in piazza Municipio a Napoli. Tra i lupi famelici c’è Liu Ruowang, uno dei nomi più influenti del movimento di arte contemporanea cinese

“Liu Ruowang aveva visitato Napoli restandone affascinato. Allora abbiamo parlato con l’assessore alla cultura Nino Daniele (da qualche giorno Nino Daniele ha lasciato l’assessorato, al suo posto c’è Eleonora De Majo, ndr) che s’è mostrato sin da subito sensibile all’iniziativa”, racconta Lorenzelli, il gallerista che ha curato la mostra. “Abbiamo scelto Napoli perché città di respiro internazionale, con un background culturale di grandi mostre alle spalle; per noi era la location perfetta”, aggiunge. Inizialmente la scelta della piazza che avrebbe dovuto ospitare l’installazione era ricaduta su Piazza Plebiscito; poi, data l’impossibilità per la concomitanza con concerti ed altri eventi di Natale, si è optato per Piazza Municipio.

Wolves coming. Il gallerista milanese Matteo Lorenzelli, con la collaborazione di Alfred Mirashi, in arte Milot, artista italo-albanese, sono gli organizzatori della mostra in piazza

I cento lupi, realizzati in ferro, dall’aspetto imponente e dal peso di 280 chilogrammi ciascuno, convergono verso il centro della piazza, accerchiando un guerriero rappresentato in atteggiamento di difesa. L’arte contemporanea si presta alle più svariate interpretazioni. La lettura più immediata è quella della rappresentazione dello scontro fra uomo e natura. I lupi sono il monito lanciato dalla natura contro le devastazioni ordite dal genere umano. Un’interpretazione quasi scontata data la stringente attualità della crisi climatica ed ambientale. 

“L’artista in realtà ha dato un altro senso alla sua opera”, chiarisce Lorenzelli. “Il guerriero, nucleo centrale, rappresenta ciascuno di noi, con le proprie paure ed indecisioni, che si difende dalle insidie della vita”. 

C’è poi anche un’altra chiave di lettura proposta dall’artista cinese, che parte invece dai lupi. A differenza della cultura occidentale, dove il lupo è il cattivo delle favole, animale feroce e temibile che ostenta aggressività verso l’uomo, “nella cultura cinese – spiega Ruowang – il lupo è allegoria del lavoro collettivo: gli uomini devono collaborare fra di loro per dare vita ad un mondo migliore”. 

“D’altronde il branco è un gruppo che lavora per il bene comune, una famiglia allargata dove ciascuno ha un compito e tutti contribuiscono a difendere il branco”, aggiunge Lorenzelli.

“All’inizio abbiamo ricevuto delle critiche, soprattutto sui social”, racconta Milot, l’artista italo-albanese, amico di Ruowang, che ha contribuito ad organizzare l’evento. “Si diceva che i bambini fossero spaventati dai lupi, ma non è così: sono anzi quelli che hanno maggiormente interagito con l’opera”.  

L’arte contemporanea di Liu Ruowang non è stata confinata ad uno spazio chiuso: posta all’aperto, in piazza Municipio, annullando la distanza fra l’opera d’arte ed il fruitore, è alla portata di tutti e consente ai visitatori di interagire attivamente con l’opera. I più entusiasti senza dubbio i bambini, che giocano divertiti in mezzo ai lupi. Molti si appoggiano o si siedono per una pausa.

“Di solito siamo abituati agli avvisi nei musei apposti accanto alle opere d’arte: ‘non toccare’ – spiega Milot -, qui invece abbiamo voluto lanciare il messaggio opposto: toccate i lupi, giocateci, interagite con loro!”.

Il Lupo di Cervinara. L’opera è stata donata al comune irpino da Milot perchè quando arrivò in Italia dall’Albania fu “adottato” da questo piccolo e bellissimo villaggio

I lupi resteranno in città fino alla fine di marzo 2020. C’è un altro lupo però, che resterà per sempre: il Lupo di Cervinara in Irpinia, inaugurato il giorno dopo l’evento di piazza Municipio, realizzato sempre da Ruowang e approdato in città grazie al lavoro della galleria Lorenzelli Arte, con la mediazione di Milot e dei ragazzi della Pro Loco, promotori dell’iniziativa. “Cervinara è la mia città adottiva – racconta Milot -, quella che mi accolse nel 1991 quando arrivai da profugo con un barcone dall’Albania. Per me è il momento di ricambiare. Due anni fa ho donato una mia opera e adesso sto lavorando per portare quelle di importanti artisti internazionali: sogno di fare di Cervinara una piccola città d’arte contemporanea”.

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Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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Aggressione omofoba a Federico Fashion style, ‘botte e insulti’

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Preso a schiaffi e pugni sul treno e insultato da un passeggero solo perchè gay. Un’aggressione omofoba che ha visto sul treno Milano-Napoli vittima Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style, parrucchiere e volto tv. Lo racconta lui stesso sui social e un’intervista al Corriere della Sera on line. “Preso a schiaffi e pugni in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti — scrive Federico, che è anche un volto di Real Time —Essere insultato, denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso. Vi prego smettetela di chiamare la gente fr… L’omosessualità non è una malattia». L’aggressione è avvenuta sul Milano Napoli all’altezza di Anagni. Il treno si ferma per un guasto, Lauri chiede informazioni e un passeggero prima lo insulta con frasi omofobe e poi lo picchia. Lauri finisce all’ospedale a Colleferro cn un trauma cranico e una prognosi di 15 giorni. Ora promette che denuncerà tutto. “Questa bestia mi ha dato un cazzotto, ma se avesse avuto un coltello mi avrebbe accoltellato -dice al Corriere- Il rischio è uscire di casa e non rientrare più. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Loro si devono curare”.

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Lo stupro di Palermo, la difesa vuole la vittima in aula

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Dentro l’aula è scontra tra accusa e difesa. Fuori dal tribunale di Palermo i familiari dei detenuti che arrivano con il pullman della polizia penitenziaria sono in attesa di salutare ‘i loro ragazzi’ mentre non lontano una decina di associazioni hanno dato vita ad un sit in per chiedere di essere ammesse come parti civili. Sono in aula cinque dei sei giovani indagati per lo stupro di gruppo a una 19enne avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Uno solo segue l’udienza in videoconferenza, collegato da una sala del carcere dove è recluso. Assente la vittima dello stupro, ospite in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia. L’unico minorenne del branco è in un istituto minorile, dopo essere stato già condannato a 8 anni e 8 mesi in abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup Cristina Lo Bue per i sei maggiorenni – Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia – si apre in un clima di scontro aperto tra le parti. I legali degli indagati hanno già preannunciato le contromosse per ribaltare le accuse nei confronti dei loro assistiti.

La linea difensiva è chiara ed è legata alla richiesta di ascoltare nuovamente la vittima alla luce delle “nuove prove” che gli avvocati avrebbero raccolto. Alla prossima udienza chiederanno l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese due mesi fa nel corso dell’incidente probatorio. Il materiale raccolto dalla difesa già in un’udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Secondo gli avvocati le nuove prove dimostrerebbero in sostanza che la giovane era consenziente. Una linea difensiva che non sorprende l’avvocato Carla Garofalo, legale della ragazza. “Questa è letteratura – spiega -, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. In ogni caso questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano (i video girati con i cellulari dagli stessi indagati ndr)”.

La legale parla di “un ambiente tossico” attorno alla sua assistita “che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita” e denuncia “una campagna denigratoria nei confronti della ragazza durata tutta l’estate”. “Io, purtroppo – aggiunge -, sono entrata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocato Garofalo sottolinea anche lo stato di profonda prostrazione vissuto dalla giovane: “ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare”. Attorno alla ragazza vittima dello stupro si sono strette una decina di associazioni che oltre a manifestare davanti al tribunale hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come ha fatto il Comune di Palermo. Il Gup ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato i legali degli imputati dovranno scegliere tra l’abbreviato “secco” o l’ordinario.

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