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Voto dl scuola a rischio, centrodestra fa ostruzionismo

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Il governo incassa la fiducia sul decreto scuola ma rischia di farlo decadere a causa dell’ostruzionismo del centrodestra che sta rinviando il voto finale: obiettivo impedire il voto finale sul decreto entro sabato, il che implicherebbe la sua decadenza. Un incidente che nelle intenzioni, specie di Lega e Fdi, dovrebbe essere il primo passo per chiedere le dimissioni del ministro Azzolina, con l’auspicio che cio’ costituisca il primo passo per una crisi di governo. Il Regolamento della Camera, diversamente da quello del Senato, distingue il voto di fiducia da quello finale sul decreto. Nella prima votazione il governo ha incassato nel pomeriggio 305 si’ contro 221 no e 2 astenuti, ed anche nel voto finale non avrebbe problemi di numeri. Tuttavia devono essere illustrati, discussi e votati 188 ordini del giorno, vale a dire quei documenti di indirizzo al governo che riguardano l’applicazione del decreto. Nella seduta notturna che si esaurisce la fase della loro illustrazione, mentre la discussione e il voto e’ prevista a partire dalla mattina alle 9. Su ogni ordine del giorno ciascun gruppo ha diritto di intervenire per cinque minuti, e ciascun deputato puo’ poi esprimere il proprio dissenso dalla linea del gruppo. Il Regolamento non prevede contingentamento dei tempi. Sfruttando al massimo i tempi, e puntando sul fatto che l’Aula deve essere deve essere sanificata ogni tre ore, il centrodestra ritiene di avere buone chance di far saltare il voto finale non solo entro venerdi’ ma anche entro sabato, dando cosi’ la spallata al decreto. La maggioranza potrebbe replicare con una seduta fiume. Una possibile capigruppo potrebbe sancire la rottura o l’accordo tra maggioranza e opposizione.

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Economia

Ue: Italia resta vulnerabile su debito, deficit e crescita

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“L’Italia continua a far fronte alle vulnerabilità legate all’elevato debito pubblico, abbinato a consistenti deficit di bilancio e a una debole crescita della produttività in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e di alcune debolezze residue nel settore finanziario”. E’ quanto si legge nelle conclusioni degli esami approfonditi della Commissione europea, nell’ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici del Paese.
“Il rapporto debito pubblico/Pil dell’Italia è diminuito nettamente di circa 15 punti percentuali rispetto al suo picco durante la crisi pandemica, principalmente a causa della forte crescita del Pil nominale, mentre i deficit di bilancio sono rimasti elevati – ricorda l’esecutivo comunitario -. Tuttavia, con il 139,8% del Pil nel 2023 secondo le previsioni autunnali 2023 della Commissione, il rapporto debito pubblico è ancora elevato e si prevede che la tendenza al ribasso si invertirà quest’anno e il prossimo. Ciò è dovuto principalmente a un ampio aggiustamento stock-flussi che incrementa il debito, ancora consistente anche se in diminuzione, ai disavanzi pubblici e a un differenziale tra crescita nominale e tasso di interesse meno favorevole”.
“Inoltre, gli ingenti costi del servizio del debito limitano ulteriormente la portata del governo per quanto riguarda le politiche fiscali a sostegno della crescita. I rischi per la sostenibilità fiscale rimangono elevati nel medio e medio termine nel lungo termine”, afferma anche Palazzo Berlaymont. Sulla produttività la Commissione segnala un “andamento piatto” che riflette “persistenti carenze strutturali” con “condizioni di finanziamento più restrittive” che “smorzano le prospettive di un ulteriore incremento del capitale”.
“Le banche italiane sono ancora notevolmente esposte al rischio di credito sovrano e all’andamento dei prestiti garantiti dallo Stato nei loro bilanci – nota tra l’altro l’Idr della Commissione -. La qualità degli attivi bancari è notevolmente migliorata e la redditività è aumentata parallelamente alla normalizzazione della politica monetaria, anche se le banche potrebbero dover affrontare sfide man mano che l’impatto economico della stretta finanziaria si espande ulteriormente”. “Una materializzazione dei rischi derivanti da queste vulnerabilità potrebbe avere ripercussioni su altri Stati membri attraverso vari canali, di modo che le vulnerabilità abbiano rilevanza transfrontaliera”, afferma tra l’altro la Commissione.
Bruxelles segnala infine nelle proprie conclusioni degli esami approfonditi che “rimane essenziale mantenere il ritmo di attuazione del Pnrr, comprese le misure a sostegno delle competenze e della partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei giovani”.

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Cronache

Roma, esalazioni tossiche dalla spa, albergo evacuato, alcuni dipendenti intossicati

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Una situazione di emergenza si è verificata oggi in un hotel in via Rasella, nel cuore di Roma, a causa di esalazioni tossiche probabilmente provenienti dalla zona tecnica del centro benessere della struttura. L’evento ha portato all’evacuazione dell’hotel e al soccorso di diverse persone intossicate.

Secondo le autorità, otto persone sono state soccorse a seguito dell’incidente. Cinque di loro sono state trasportate in ospedale, tre delle quali con sintomi lievi, mentre altre due sono state ricoverate in codice rosso, ma non sarebbero in pericolo di vita. Tutti i pazienti presentano difficoltà respiratorie causate dall’inalazione di cloro, e si tratterebbero di dipendenti della struttura coinvolta. Come ha spiegato il direttore della struttura soltanto i dipendenti nel momento della fuoriuscita delle esalazioni

Le cause dell’intossicazione sono state inizialmente attribuite a operazioni di manutenzione in corso nella Spa dell’hotel, che coinvolgevano l’uso di ipoclorito di sodio e acido solforico. Tuttavia, ulteriori indagini sono in corso per stabilire con certezza cosa abbia provocato il rilascio di sostanze nocive.

Nonostante il pericolo sembri essere rientrato e i locali siano stati adeguatamente areati, è necessario eseguire una verifica completa prima di consentire il rientro in sicurezza nella struttura. Nel frattempo, gli ospiti dell’hotel stanno rientrando per recuperare i propri effetti personali, mentre le operazioni di pulizia e ripristino procedono.

L’evacuazione ha coinvolto un considerevole numero di persone, dato che l’hotel dispone di 35 stanze tutte occupate da turisti. Tuttavia, il direttore dell’albergo ha confermato che tutti gli ospiti si trovano bene e che nessuno di loro era nella zona della Spa al momento dell’incidente, ad eccezione del personale coinvolto.

 

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In Evidenza

Cina: Huawei supera Apple nel mercato smartphone, aumento vendite del 70% nel primo trimestre

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Le vendite di iPhone di Apple in Cina sono calate del 19% nel periodo gennaio-marzo 2024, segnando il peggior trimestre dal 2020 segnato dalla pandemia del Covid-19. Il colosso di Cupertino sta continuando a cedere quote di mercato a favore dei rivali locali come Huawei, secondo i dati sviluppati dalla società di ricerca indipendente Counterpoint Research. Allo stato, Apple è al terzo posto nel mercato, più o meno alla pari con il rivale in rapida ascesa Huawei. Il mercato cinese degli smartphone è cresciuto nel suo complesso di circa l’1,5% trainato dai marchi locali, tra cui Honor e Xiaomi, ha riferito Bloomberg.

La debolezza dell’iPhone ha un peso rilevante perché è relativo al primo trimestre dell’anno quando in Cina si celebra il Capodanno lunare, un tradizionale periodo di consumi elevati. Huawei, in contrasto, ha avuto un balzo delle vendite di quasi il 70%, sottolineando il ritorno nel segmento premium dominato in passato proprio da Apple. I dati di Counterpoint Research seguono le analisi di IDC, secondo cui le spedizioni globali di iPhone sono diminuite di quasi il 10% nei primi tre mesi del 2024, sollevando preoccupazioni sulla capacità della Casa di Cupertino di sostenere la crescita in vista dei conti del 2 maggio.

La Cina rimane uno dei mercati più grandi dell’azienda, ma le attività – malgrado la forte campagna promozionale, tra un nuovo mega Apple Store e Shanghai e un nuovo centro di ricerca nel Dragone – sono diventate più difficili dopo che Pechino ha intensificato il divieto sull’uso di dispositivi stranieri a carico dei dipendenti delle aziende statali e delle agenzie governative. Quanto a Huawei, i suoi nuovi smartphone hanno debuttato con i chip made in China, superando le sanzioni americane. Gli investitori, infine, sono molto attenti a come Apple sarà in grado di azzerare la percezioni sui ritardi accumulati in settori promettenti come l’intelligenza artificiale.

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