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Cronache

Torino, l’accusa del pm: la sindaca Appendino vittima di estorsione dal suo portavoce

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La sindaca Chiara Appendino è stata vittima di un’estorsione messa in atto da uno dei suoi collaboratori piu’ fidati. Questo dice la procura di Torino al termine di un’inchiesta che, nei suoi diversi filoni, riguarda otto persone e si estende dal Piemonte alla Basilicata. La figura centrale del procedimento e’ il giornalista Luca Pasquaretta, 43 anni, originario della provincia di Potenza, ex portavoce di Appendino a Palazzo Civico e amico di famiglia. La collaborazione tra i due cesso’ il 3 agosto 2018 e, secondo i pm Gianfranco Colace ed Enrica Gabetta, per ottenere un nuovo lavoro Pasquaretta non esito’ a fare fuoco e fiamme, minacciando di rivelare chissa’ quali particolari (“se parlo io viene giu’ tutto …”) in merito a una serie di vicende giudiziarie. La stessa sindaca, quando e’ stata ascoltata in procura, ha affermato di non avere mai percepito pressioni minacciose. Gli inquirenti, pero’, sono convinti di avere raccolto indizi sufficienti e hanno collegato l’estorsione con il contratto che in capo a poche settimane Pasquaretta ottenne come addetto alla comunicazione dell’allora sottosegretaria all’Economia Laura Castelli. Il filone lucano vede indagato Giuseppe Musacchio, commissario straordinario del Consorzio di bonifica della Basilicata, per una consulenza affidata a Pasquaretta nel dicembre del 2018.

Luca Pasquaretta. L’ex capo ufficio stampa del Comune di Torino indagato per estorsione ai danni del sindaco Chiara Appendino

Qui si procede per turbativa d’asta e corruzione: Pasquaretta avrebbe ringraziato Musacchio mettendogli a disposizione le sue entrature negli ambienti politici torinesi e romani. L’avviso di chiusura indagini contiene accuse a Pasquaretta – e altri – legate alla ristrutturazione del Palastampa (traffico di influenze illecite) e al maxischermo allestito al Parco Dora per la diretta della finalissima di Champions League 2017, quando il portavoce della sindaca avrebbe ottenuto dall’organizzatore cinquemila euro piu’ la messa a disposizione di 4 auto a noleggio. Non manca, infine, il caso da cui l’inchiesta e’ cominciata: la scoperta che nel 2017, quando ancora lavorava con Appendino, Pasquaretta percepi’ una consulenza da cinquemila euro dal Salone del Libro. Il M5S parlo’ di “incarico inopportuno”. I magistrati invece ipotizzano il peculato. Ma qui la sindaca, indagata a sua volta, esce di scena: una chat dimostra che era all’oscuro di tutto. Prima di chiedere l’archiviazione i pm comunque attendono gli ultimi interrogatori. Pasquaretta intanto annuncia che intende presentarsi in procura: “Le accuse non intaccano l’orgoglio per il lavoro svolto in questi anni con dedizione e sacrificio. Provero’ in maniera inoppugnabile, con email e documenti, la mia totale estraneita’ ai fatti che mi vengono ingiustamente addebitati. Chi mi conosce bene, lo sa”.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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