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Cronache

Terrorismo, condannato a Bolzano e estradato in Italia il mullah Krekar

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Nell’ambito dell’indagine denominata JWEB condotta dal R.O.S. dell’Arma dei Carabinieri, in collaborazione con le Autorità giudiziarie e di Polizia del Regno Unito, della Norvegia e della Germania, sotto il coordinamento giudiziario della Procura Distrettuale di Trento e del Desk italiano presso Eurojust e il raccordo investigativo di Europol, lo scorso 15 luglio 2019, la Corte d’Assise di Bolzano ha condannato per “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale” sei cittadini di origine curdo-irachena, emettendo contestualmente una ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti. In particolare, tre degli imputati risultano residenti in Norvegia, mentre i rimanenti tre si trovano residenti in Gran Bretagna, uno dei quali detenuto in quanto riconosciuto come membro effettivo dello Stato Islamico.  

Tra gli arrestati figura Faraj Ahmad Najmuddin, conosciuto come mullah Krekar, già leader dell’organizzazione terroristica sunnita Ansar Al Islam (presente nella lista stilata dalle Nazioni Unite), che la Corte di Assise di Bolzano ha condannato a 12 anni di reclusione, riconoscendolo colpevole di aver costituito una propria organizzazione terroristica di matrice curdo-sunnita, denominata “Rawti Shax”, dotata di ramificazioni operative e organizzative transnazionali sotto forma di cellule presenti in Italia (i cui sodali sono già stati condannati in via definitiva), in Norvegia, in Germania, in Inghilterra, in Svizzera, in Grecia, in Finlandia e in Iraq. 

In particolare, il gruppo aveva tra le proprie finalità:

  • l’invio di foreign fighters nelle zone di conflitto tra Iraq e Siria;
  • la partecipazione al jihad su scala globale;
  • l’instaurazione nel Kurdistan iracheno di un califfato regolato dalla legge coranica (sharia);
  • la realizzazione di atti di intimidazione nei confronti di diversi governi occidentali, attraverso la costituzione di cellule dormienti disseminate in tutta Europa.

Il mullah Krekar, residente dal giugno 1991in Norvegia, ove aveva ottenuto un permesso come rifugiato, è stato dichiarato estradabile da quelle Autorità, le quali hanno provveduto al suo trasporto in Italia con volo giunto nella mattina odierna a Fiumicino. All’esito delle formalità di rito e della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare da parte dei militari dell’Arma dei Carabinieri, il leader di “Rawti Shax” è stato tradotto presso il carcere di Rebibbia in Roma, ove rimarrà in custodia in attesa di proseguire l’iter giudiziario instaurato nei suoi confronti di fronte alla Corte d’Assise di Bolzano.

Roma, 26 marzo 2020.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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