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Cronache

Tap, la Procura Lecce notifica chiusura indagini a 19 persone

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La Procura di Lecce ha notificato nei giorni scorsi un avviso di conclusione delle indagini a 19 persone, tra cui rappresentati legali di ditte incaricate dei lavori e i vertici di Tap (Trans Adriatic Pipeline) per reati ambientali relativi alla costruzione del tratto terminale del gasdotto nel territorio di Melendugno. La notizia e’ pubblicata da alcuni quotidiani locali. I pm Valeria Farina Valaori e il procuratore Leonardo Leone De Castris contestano che le opere siano state realizzate senza seguire le indicazioni della Valutazione di impatto ambientale (Via) ed in violazione dei vincoli paesaggistici contaminando la falda. A Michele Elia, Gabriele Lanza e Marco Paoluzzi, rispettivamente country manager, project manager e direttore dei lavori, si contesta di aver “realizzando le opere del tratto italiano del gasdotto marino e terrestre” anche “su aree sottoposte a vincolo paesaggistico e idrogeologico, dichiarate zone agricole di notevole interesse pubblico”. Secondo l’accusa, i lavori si sarebbero svolti in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie, “essendo illegittima – si legge nel provvedimento – quella rilasciata con D.M 223 dell’ 11/9/2014 e DM n 72/2015 (compatibilita’ ambientale) poiche’ adottata senza valutazione degli ‘effetti cumulativi’ esterni ed interni”. Stralciata invece l’ipotesi di truffa inizialmente contestata ai vertici di Tap Italia, Michele Elia e Clara Risso nonche’ al dirigente del Ministero dello sviluppo economico Gilberto Dialuce, per non aver sottoposto l’opera alla direttiva Seveso, sul rischio di incidenti rilevanti. La contestazione pare destinata all’archiviazione giacche’ nel corso dell’incidente probatorio i periti incaricati dal gip esclusero che il gasdotto dovesse venire assoggettato alla direttiva Seveso che riguarda i rischi rilevanti nei grossi impianti industriali. Nel dicembre scorso la Procura di Lecce aveva chiuso un altro troncone di indagini sul gasdotto notificando l’avviso di conclusione a 15 persone e alla societa’ Tap, per presunti illeciti commessi in due siti del cantiere del gasdotto e per differenti tipologie di interventi.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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