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Cronache

Sieropositivo contagiò una trentina di donne, confermati 24 anni di carcere

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Sapeva di essere positivo all’Hiv, ma ha deciso volontariamente di infettare una trentina di persone nel corso di incontri sessuali non protetti. Una azione criminale che e’ costata una condanna a 24 anni a Valentino Talluto, “l’untore di Roma”, responsabile del reato di lesioni gravissime ai danni delle sue inconsapevoli vittime. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Assise d’Appello della Capitale al termine del processo di appello-bis disposto dalla Cassazione che aveva recepito le istanze avanzate da alcune parti civili per quattro episodi per i quali l’imputato era stato assolto nel primo processo di secondo grado. La sentenza di oggi, conferma quindi la decisione di primo grado arrivata nell’ottobre del 2017 riconoscendo la sua responsabilita’ anche per gli altri episodi. Talluto, secondo l’accusa, aveva infettato 32 persone, per la maggior parte si tratta di ragazze conosciute in chat per incontri e frequentate tacendo loro la sua sieropositivita’. Nel primo processo d’appello, nel dicembre del 2018, gli erano stata ‘scontata’ la condanna a 22 anni con la formula dubitativa, ma il Pg della Suprema Corte, Pasquale Fimiani – insieme alle quattro vittime non riconosciute – ha puntato l’indice contro l’ ‘untore’ anche per questi ulteriori casi di contagio. Talluto sapeva di essere affetto da Hiv e dal marzo 2015 sapeva anche di essere indagato, ma fino al giorno prima del suo arresto, avvenuto il 23 novembre del 2015, ha continuato ad avere rapporti non protetti, provocando “danni immensi” con “volonta’ pianificatrice”, come aveva affermato il pg Simonetta Matone nel primo processo d’appello. La pubblica accusa, sia in primo che in secondo grado, aveva insistito per condannare Talluto per epidemia dolosa, accusa caduta gia’ in fase cautelare. Quello all’ ‘untore’ della Capitale e’ il primo processo del genere svoltosi in Italia. Centinaia i rapporti non protetti, chiesti dall’uomo alle partner con la scusa di provare piu’ piacere, e alcune volte ha anche approfittato di ragazze giovanissime e inesperte. Anche di donne incinte. Un bambino e’ venuto al mondo sieropositivo. Su 57 donne identificate per aver avuto rapporti sessuali con lui, 32 hanno contratto la malattia, mentre altre 25 si sono salvate grazie agli anticorpi. All’indagine ha molto contribuito l’ospedale Spallanzani, che cura l’hiv, dove si sono rivolte le vittime del contagio e il cerchio si e’ stretto attorno a Talluto, anche grazie alle intercettazioni che hanno consentito di rintracciare altre donne abbordate in chat con l’obiettivo di trasmetterle il virus.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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