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Esteri

Sarà Biden a sfidare Trump alla Casa Bianca, Sanders ha perso salvo soprese

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Joe Biden mette le mani sulla nomination democratica mentre Bernie Sanders, salvo clamorose sorprese, appare ormai a fine corsa. Per l’ex vicepresidente il mini Super Tuesday delle primarie democratiche, in cui si votava in sei stati, si e’ trasformato in un nuovo trionfo elettorale. Suo il Mississippi, suo il Missouri. Ma soprattutto e’ suo lo stato del Michigan, quello dove c’era la posta in gioco piu’ alta, ben 125 delegati, e dove Bernie Sanders non e’ riuscito a ripetere l’impresa del 2016 contro Hillary Clinton. La vittoria nello stato del Michigan, fino all’ultimo in bilico, e’ netta, e unita a quella del Missouri da’ la misura di come Biden sia destinato ad avere vita facile anche negli altri stati del Midwest in cui si deve ancora votare, dall’Ohio, all’Illionois passando per il Wisconsin. Qui i sondaggi sono gia’ tutti a favore di Biden, come quelli della Florida e della Pennsylvania, gli altri due grandi stati chiave in cui devono ancora svolgersi le primarie. Ora Biden e Sanders sono attesi domenica prossima per la prima sfida tv a due, quella che precede un nuovo martedi’ elettorale. Ma ormai per il senatore progressista potrebbe essere troppo tardi. E Biden, nel festeggiare l’ennesima vittoria, gli ha teso la mano.

Bernie Sanders

“Io e Bernie condividiamo lo stesso obiettivo, e insieme batteremo Donald Trump”, ha detto l’ex vicepresidente lanciando una sorta di appello all’unita’, per concentrarsi d’ora in poi solo su quello che per i democratici veramente conta: sconfiggere il tycoon alle urne il 3 novembre. “Abbiamo bisogno di una vera leadership in questo Paese, una leadership che sia di nuovo affidabile e credibile”, ha detto Biden, ribadendo come “in queste elezioni c’e’ in gioco la democrazia e l’anima, i valori del nostro Paese”. Intanto l’emergenza coronavirus travolge la campagna elettorale, con entrambe i candidati democratici che hanno cancellato i primi comizi elettorali da quando e’ scoppiata l’epidemia. La serata elettorale infatti per entrambe doveva concludersi in Ohio, a Cleveland, ma le rispettive campagne hanno preferito annullare gli appuntamenti dopo l’appello del governatore a evitare ogni tipo di assembramento. Biden ha cancellato anche un comizio a Tampa, in Florida, mentre Donald Trump, in controtendenza, ha annunciato un nuovo evento per il 19 marzo a Milwaukee, in Wisconsin, dove lancera’ la campagna “Catholics for Trump”.

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Esteri

L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Esteri

Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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