La rubrica “RestiAMO al SUD” che ho avuto l’onore di curare in questi primi mesi, nata anche per incoraggiare tanti conterranei a restare nelle proprie meravigliose regioni di appartenenza e così scongiurare la diffusione del “Covid19”, abbandona da oggi la sua veste estiva e cambia dunque passo con l’avvicinarsi dei mesi più freddi. Continueremo ovviamente a parlare del nostro meraviglioso Sud e nel farlo oggi vi lasciamo non con la descrizione di una località o di un territorio, ma con quella di un libro bellissimo, che narra in modo preciso ed intenso i sentieri più emozionanti che attraversano tutto il nostro Belpaese, come dalle Alpi al Massiccio del Matese, fino all’Aspromonte che non ti aspetti, ed ovviamente tanti altri. Il titolo che è già tutto un programma non poteva essere diverso: “ L’ITALIA E’ UN SENTIERO – Storie di cammini e camminatori” (GLF Editori Laterza).
Un’opera snella e coinvolgente, dedicata non solo agli escursionisti più abili e soprattutto più in forma, ma che si rivolge davvero a tutti. Un vero e proprio stimolo letterario capace di trasmettere o far riemergere l’amore per viaggiare “passo dopo passo”, attraverso i luoghi più belli della nostra Penisola, narrata in modo unico da Natalino Russo, scrittore, speleologo, esploratore e fotografo, inviato fin nei posti più remoti ed impervi del mondo, quindi bellissimi, per testate internazionali come National Geographic, Le Scienze, Geo, Meridiani ecc.
“Incamminandosi” tra le pagine di questo prezioso scritto, al di là dei puntuali ed utilissimi consigli tecnici e dettagliate indicazioni dei percorsi che si descrivono, si riesce dunque a godere di suggestioni che ci invitano a compiere quella elementare azione motoria che in effetti ha cambiato la storia dell’umanità: camminare. Perché solo attraversando a piedi un determinato luogo lo si può davvero conoscere e vivere fino in fondo, calandosi in una dimensione dove tutto è finalmente percepibile.
Soprattutto per noi che abbiamo la fortuna di abitare l’Italia, possiamo intraprendere percorsi straordinari praticamente da dietro casa nostra, perché nel nostro Paese la bellezza della natura e quella storico artistica, così come per le eccellenze enogastronomiche, è anch’essa a chilometro zero. Ovunque ti incammini finisci per immergerti in panorami meravigliosi, spesso arricchiti da testimonianze archeologiche dove giunge ancora l’eco di storie millenarie.
Ed in questi giorni tormentati, con lo spettro della pandemia che riprende ad aleggiare tra di noi, leggere questo testo significa già iniziare a rimettersi in viaggio, con Natalino Russo che ci condurrà ad esempio tra le valli e le vette delle Alpi, di una bellezza struggente e dove il sangue dei caduti nelle due devastanti Guerre Mondiali sembra ancora perdersi tra i colori del tramonto. Potremo quindi discendere lo stivale fino al Matese, dove duemila anni fa si sono incrociati i destini dei Sanniti con quelli dei Romani, che ci hanno lasciato in eredità una straordinaria viabilità, prevalentemente rupestre, che ha rappresentato una vera e propria opera di infrastruttura primaria per decine di secoli, capace di mettere in contatto realtà economiche e commerciali distanti centinaia di chilometri tra di loro, e così connettere le realtà italiche più remote, dai due Mari fino a quelle dei monti dell’Appennino.
Anche qui sarà possibile imbattersi in siti archeologici che hanno resistito alla furia del tempo e dell’uomo e che d’improvviso irromperanno, con tutto il loro fascino, sul percorso dei fortunati ed appassionati camminatori. La narrazione dei Briganti matesini, che da inizio ‘800 diedero filo da torcere al potere centrale, colpevolmente distante e disattento alle esigenze della sua gente, lascia poi comprendere come nella nostra Nazione non ci sia luogo che non sia stato attraversato da forti passioni e volontà di riscatto sociale, tema oggi di rinnovata attualità e che l’autore dipinge con discrezione sullo sfondo dell’attraversamento dell’Aspromonte, bellissimo ed incontaminato, che dopo decenni di abbandono a sé stesso finalmente tenta un doveroso ed irrinunciabile rilancio, anche grazie al mondo dell’escursionismo, da sempre attento e rispettoso dell’ambiente e delle tradizioni locali.
Tante storie, tanti luoghi incantati in cui ci si può imbattere sfogliando pagina dopo pagina, costantemente rapiti da descrizioni mai enfatizzate che colpiscono dritte al cuore.
Ecco che così faremo finalmente risvegliare quel “Lazzaro” che è sempre in agguato dentro di noi e tenta in modo subdolo di inchiodarci in una opaca vita sedentaria. Come dice l’autore allora, alziamoci e camminiamo, perché “L’Italia è un sentiero” ed è meraviglioso.
Oltre al vasto repertorio fotografico di Natalino Russo, disponibile per tutti gli appassionati estimatori, si segnalano altri libri dell’autore come: “111 luoghi di Napoli che devi proprio scoprire” (Emons Edizioni), “Il respiro delle Grotte”,“Nel mezzo del Cammino di Santiago” (entrambi editi da Emiciclo) ed il volume fotografico “Una grotta fra terra e mare” (curato per Skira). Per qualsiasi info: www.natalinorusso.it
Da 20 anni a questa parte si respira un’aria più pulita in Europa, ma nonostante ciò la maggior parte della popolazione vive in zone in cui le polveri sottili (PM2.5 e PM10) e il biossido di azoto (NO2) superano ancora i livelli di guardia indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: il Nord Italia, in particolare, è tra le regioni con le concentrazioni più alte. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nature Communications dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal) e dal Centro nazionale di supercalcolo di Barcellona (Bsc-Cns). I ricercatori hanno sviluppato dei modelli di apprendimento automatico per stimare le concentrazioni giornaliere dei principali inquinanti atmosferici tra il 2003 e il 2019 in oltre 1.400 regioni di 35 Paesi europei, abitate complessivamente da 543 milioni di persone. Per lo studio sono stati raccolti dati satellitari, dati atmosferici e climatici e le informazioni riguardanti l’utilizzo del suolo, per ottenere una fotografia più definita rispetto a quella offerta dalle sole stazioni di monitoraggio. I risultati rivelano che in 20 anni i livelli di inquinanti sono calati in gran parte d’Europa, soprattutto per quanto riguarda il PM10 (con un calo annuale del 2,72%), seguito da NO2 (-2,45%) e dal PM2.5 (-1,72%).
Le riduzioni più importanti di PM2.5 e PM10 sono state osservate nell’Europa centrale, mentre per NO2 sono state riscontrate nelle aree prevalentemente urbane dell’Europa occidentale. Nel periodo di studio, il PM2.5 e il PM10 sono risultati più alti nel Nord Italia e nell’Europa orientale. Livelli elevati di NO2 sono stati osservati nel Nord Italia e in alcune aree dell’Europa occidentale, come nel sud del Regno Unito, in Belgio e nei Paesi Bassi. L’ozono è aumentato annualmente dello 0,58% nell’Europa meridionale, mentre è diminuito o ha avuto un andamento non significativo nel resto del continente. Il complessivo miglioramento della qualità dell’aria non ha però risolto i problemi dei cittadini, che continuano a vivere per la maggior parte in zone dove si superano i limiti indicati dall’Oms per quanto riguarda il PM2.5 (98%), il PM10 (80%) e il biossido di azoto (86%). Questi risultati sono in linea con le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente per 27 Paesi dell’Ue, basate sui dati provenienti dalle stazioni urbane. Inoltre, nessun Paese ha rispettato il limite annuale di ozono durante la stagione di picco tra il 2003 e il 2019.
Lo studio ha infine esaminato il numero di giorni in cui i limiti per due o più inquinanti sono stati superati simultaneamente. E’ così emerso che nonostante i miglioramenti complessivi, l’86% della popolazione europea ha sperimentato almeno un giorno all’anno con sforamenti per due o più inquinanti: le accoppiate più frequenti sono PM2.5 con biossido di azoto e PM2.5 con ozono. Secondo il primo autore dello studio, Zhao-Yue Chen, “sono necessari sforzi mirati per affrontare i livelli di PM2.5 e ozono e i giorni di inquinamento associati, soprattutto alla luce delle crescenti minacce derivanti dai cambiamenti climatici in Europa”.
Il mese di febbraio 2024 è stato il piu’ caldo mai registrato al mondo, parte di una serie di nove record mensili consecutivi, con temperature ben al di sopra della norma in Europa. Lo ha annunciato Copernicus. La temperatura degli oceani, insolita da quasi un anno, contribuisce in gran parte a questa straordinaria serie. Secondo il bollettino mensile dell’Osservatorio europeo si e’ raggiunto un nuovo record assoluto, sommando tutti i mesi, con 21,06 C registrati a febbraio sulla superficie dei mari (escluse le zone vicine ai poli).
Dal Centro Nazionale Meteomont arrivano i consigli per evitare di trovarsi coinvolti in valanghe in montagna: le recenti nevicate, scrivono i carabinieri, localmente ancora in corso ed associate a vento forte, determinano attualmente e per i prossimi giorni un ulteriore aumento del pericolo valanghe su tutti i settori alpini. Fortemente sconsigliate le uscite escursionistiche ed alpinistiche al di fuori delle piste battute e segnalate. Attendere qualche giorno dopo le perturbazioni affinchè il manto nevoso si stabilizzi. Pericolo moderato ma in diminuzione alle alte quote dei settori liguri, emiliani ed abruzzesi. Seguire attentamente l’evoluzione dei prossimi giorni anche attraverso l’app METEOMONT CARABINIERI. In dettaglio:
– ALPI. Le diffuse ed abbondanti nevicate delle ultime 24 ore, localmente ancora in corso, associate con quelle dei giorni precedenti e con un forte vento, hanno determinato un ulteriore aumento del pericolo valanghe su tutti i settori alpini, con gradi diversificati a seconda delle cumulate registrate al suolo, delle quote e della posizione geografica. Dalle Alpi Marittime a quelle Lepontine, dalle Retiche alle Giulie, in generale, il grado di pericolo sale a FORTE 4 alle alte quote al di sopra dei 1700/1900 mslm, per problemi connessi principalmente alla NEVE FRESCA, localmente anche ai LASTRONI DA VENTO, mentre al di sotto di tali quote sale a MARCATO 3, per problemi connessi alla NEVE BAGNATA.
In generale, le uscite escursionistiche al di fuori delle piste battute e segnalate, sono sconsigliate alle alte quote delle Alpi. Attendere qualche giorno che il manto nevoso si stabilizzi. Fortemente limitate le attività a quote inferiori. Previste localmente in alta quota ulteriori nevicate nel corso della settimana. Seguire con attenzione l’evoluzione giornaliera e settimanale delle condizioni di stabilità del manto nevoso.
In alta quota il problema è legato alle nevicate in atto o più recenti, il cui sovraccarico progressivo prodotto sul manto nevoso preesistente è il fattore cruciale. Possibili valanghe di medie e, in taluni casi, di grandi dimensioni, a lastroni e a debole coesione asciutte, spontanee e provocate con debole sovraccarico, a tutte le esposizioni, per presenza di strati deboli nel manto nevoso e mancanza di coesione tra le particelle di precipitazione recenti. Pericolo presente durante le nevicate residuali ancora in corso e fino ad alcuni giorni dopo le nevicate. In caso di ulteriori nevicate pericolo stazionario. Avvertenze: fare attenzione ai cambiamenti minimali delle condizioni meteorologiche (es: il cambiamento dell’umidità e della temperatura dell’aria) che influenzano le condizioni della neve fresca. In alcuni casi il pericolo di caduta è più importante del pericolo di seppellimento. Attenzione ai pendii ripidi !
A quote inferiori il problema è legato all’indebolimento del manto nevoso per la presenza di acqua che si infiltra per fusione o per pioggia. Possibili valanghe di medie e, in taluni casi, anche di grandi dimensioni, a lastroni ed a debole coesione di neve bagnata, principalmente spontanee, a tutte le esposizioni (al di sotto dello zero termico o della quota limite della nevicata). Durata del pericolo da ore ad alcuni giorni, possibile una rapida perdita della stabilità. Avvertenze: l’inizio della pioggia, la formazione di pallottole e chiocciole di neve e piccole valanghe a lastroni bagnati o valanghe di neve bagnata a debole coesione sono precursori di un ciclo di valanghe spontanee a lastroni di neve bagnata. Un elevato sprofondamento dello scarpone è un altro segnale di progressivo inumidimento del manto nevoso. Valutare ed evitare le abituali zone di scorrimento ed accumulo delle valanghe di neve bagnata.
– APPENNINO, pericolo valanghe di grado MODERATO 2 alle alte quote dei settori LIGURI,EMILIANO ed ABRUZZESE, per NEVE BAGNATA, ma in progressiva e rapida diminuzione. Da seguire con attenzione l’evoluzione sui settori liguri (Alpi ed Appennino) nel corso della settimana.
Per le necessarie ed indispensabili informazioni locali, di dettaglio e di approfondimento, da seguire con attenzione nel corso della settimana, nonché per interpretare con correttezza i termini, le simbologie, i problemi e le situazioni tipo sopra riportate ed indicate nei bollettini valanghe nel rispetto degli standard europei EAWS, si consiglia di consultare il sito e l’app METEOMONT CARABINIERI.