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Quindici anni fa lo tsunami in Asia che sconvolse il mondo: 125mila morti

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Migliaia di corpi senza un nome, altri mai ritrovati e molti ancora che continuano a riaffiorare dalle acque che li hanno inghiottiti. Sono passati 15 anni dal violentissimo terremoto di magnitudo 9.1 che colpi’ l’Oceano Indiano al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, in Indonesia, provocando un gigantesco tsunami: quelle gigantesche, maledette onde anomale, alte fino a 30 metri, che devastarono parti delle regioni costiere dell’Indonesia, dello Sri Lanka, dell’India, della Thailandia, della Birmania e del Bangladesh, si portarono via 230mila vite umane e sconvolsero il mondo. Anche quest’anno, migliaia di famiglie si sono date appuntamento davanti alla fossa comune nella provincia indonesiana di Aceh Besar, dove interi villaggi sono stati inghiottiti dalle onde con almeno 125mila morti, per la cerimonia di commemorazione. Sul campo d’erba di Aceh, dove sono sepolte 47mila vittime in una fossa comune, ogni anno i parenti pregano, spargono petali di fiori e cercano conforto tra di loro. “Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo visto 15 anni fa, con migliaia di cadaveri davanti agli occhi”, ha detto il governatore ad interim di Aceh, Nova Iriansyah, durante la cerimonia di commemorazione a Sigli, citta’ nel distretto di Pidie. “Oggi possiamo vedere come le persone di Aceh sono state in grado di superare la sofferenza e risorgere, grazie all’aiuto di tutti gli indonesiani e delle persone di tutto il mondo”, ha aggiunto. Come segno di rispetto, i pescatori di Bireuen hanno tenuto una preghiera sulla spiaggia, decidendo poi di non avventurarsi in mare con le loro barche. Quello che viene considerato uno dei piu’ catastrofici disastri naturali dell’epoca moderna ha avuto la sua origine e il suo sviluppo nell’arco di poche ore e ha riguardato l’intero sud-est dell’Asia, giungendo a lambire le coste dell’Africa orientale. Quindici anni dopo la tragedia, di tanto in tanto dall’Oceano continuano a riemergere altri resti. Anche se l’Indonesia e’ stato il Paese con il maggior numero di vittime, diverse cerimonie di commemorazione si sono tenute anche in Thailandia (dove tra gli oltre 5mila morti ci furono molti turisti), India e Sri Lanka. Intanto nelle Filippine almeno 16 persone hanno perso la vita a causa di un tifone che si e’ abbattuto su villaggi rurali e aree turistiche. L’uragano ‘Phanfone’, con venti che soffiavano fino a 195 chilometri orari, ha divelto i tetti degli edifici e abbattuto i pali della corrente elettrica. I danni maggiori e le vittime si contano sull’arcipelago delle Visayas.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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