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“Questo non è un lavoro, ma una lavorazione” è un progetto de “ilfilodipartenope”

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Trasparenze della carta, rugosità, venature, colori, formati, li tocchi, li guardi, ci trovi fotografie, ma anche vere e proprie sculture, disegni e pitture.

Ti perdi nel capire se stai leggendo o ammirando un pezzo d’arte.

Le parole scritte si fondono con le creazioni visive di autori che hanno arricchito, preso, saccheggiato, decorato, razziato, impreziosito in un connubio sinergico tra scrittura e arti visive queste opere che sono le pubblicazioni di quest’ Officina-Laboratorio napoletana che non poteva portare altro nome che “ilfilodipartenope”, tutto attaccato e tutto minuscolo, perché la bellezza e la grandezza non è data da nomi e titoli pomposi, ma dalla passione che si mette inseguendo i propri sogni trasformandoli nel proprio lavoro e divenendone punti di riferimento.

Lina Marigliano e Alberto D’Angelo sono maestri di quest’arte.

Fondatori di ilfilodipartenope, piccola casa editrice artigiana nata nel 2003, da sempre seguono l’obiettivo di dar vita ad un luogo di ideazione e progettualità editoriale in cui il lavoro artigiano non sia inteso semplicemente come riabilitazione della manualità ma come coscienza di tutti i partecipanti al progetto complessivo, Lina e Alberto progettano, curano e realizzano libri con pochissime parole e molti segni o viceversa.

Ma sempre libri fatti pensando che dietro alle forme e ai segni ci sono le parole e che dietro alle parole ci sono le forme e i segni.

Piccoli libri in cui la fragilità e l’essenzialità minimalista sono valori da comunicare, ognu­no con carte, cuciture, frammenti, scrittori, artisti, poeti, artigiani diversi, ma sempre libri da costruire con la condivisione di chi parteci­pa al progetto, così il libro da opera individuale diventa opera comune, luogo di incontri di perizie artigianali e artistiche.

Dopo tante pubblicazioni dove questo incontro tra parole e scultura, fotografia, pittura, disegno hanno trovato una strada da percorrere insieme e tra i vari titoli ricordiamo:

  • “Una lacrima quadrata” di Alfonsina Storni con acquaforte di Giosetta Fioroni;
  • “Il Guarracino che andava per mare” di Raffaele La Capria con acquerelli di Alessandro Nocentini;
  • “Camminare ad occhi chiusi” di Riccardo Dalisi;
  • “Per I Schritto” di Alda Merini;
  • “Il Salto dell’acciuga” di Nico Orengo con acqueforti di Giuliano Tomaino;
  • “365 Il giorno del pane” con fotografie originali di Antonio Biasiucci e una novella di Stella Cervasio. 

Nella sede dell’Officina-Laboratorio di via Costantinopoli a Napoli 48 è stato presentato “Questo non è un lavoro, ma una lavorazione” un arazzo libresco realizzato da circa ottanta artisti che hanno lavorato sul librino 12 volte la carta piccolo libro d’artista di Valerio Magrelli pubblicato nel 2014 dalle Edizioni ilfilodipartenope nella collana Ex-voto. La piccola opera è stata smembrata pur mantenendo la matrice gutemberghiana per permettere la nascita di un nuovo progetto legato a questa scrittura. Gli oltre ottanta autori hanno lavorato ognuno su di una propria copia formando l’arazzo libresco che è stato in esposizione nello Spazio ArteLibri ilfilodipartenope dopo le tappe precedenti presso l’Archivio Fotografico Parisio e La Stanza del Gusto.

L’input alla nascita di questo progetto è stata la lettura della scrittura:

“E’ quì che devo tessere

l’arazzo del pensiero

e disponendo i fili di me stesso

disegnare con me la mia figura”

(Valerio Magrelli)

 

Gli artisti e autori che hanno partecipato al progetto sono:

Ilaria Abbiento, Marisa Albanese, Fulvio Ambrosio, Andrea Aquilanti, Chiara Arturo, Michele Attianese, Luigi Auriemma, Pasquale Autiero, Mario Avallone, Vittorio Avella, Mathelda Balatresi, Clarissa Baldassarri, Cristina Balsotti, Aniello Barone, Cecilia Battimelli, Andrea Bove, Michela Bresciani, Giuliana Calomino, Marianna Canciani, Cristina Cianci, Gerardo Cibelli, Chiara Coccorese, Antonio Conte, Antonio Coppola, Cristina Cusani, Gandolfo Gabriel David, Nunzio De Martino, Valentina De Rosa, Prisco De Vivo, Pina Della Rossa, Sandro Del Pistoia, Adriana Del Vento, Irene Maria Di Palma, Elisabetta Diamanti, Enzo Distinto, Matilde Domestico, Danilo Donzelli, Assunta D’Urzo, Maurizio Esposito, Ivana Fabbricino, Mariella Fabbris, Marina Falco, Filippo Felaco, Paolo Fiorellini, Lino Fiorito, Anna Fusco, Maria Gagliardi, Lucia Gangheri, Claudia Guastini, Valentina Guerra, Stefano Lanzardo, Mario Laporta, Christian Leperino, Lucrezia Longobardi, Anna Maglio, Angela Maione, Maria Manfredi, Enza Monetti, Fabrizio Monsellato, Claudia Mozzillo, Paola Nasti, Antonio Onorato, Vincenzo Pagliuca, Lucia Patalano, Renata Petti, Caroline Peyron, Felix Policastro, Agostino Rampino, Vincenzo Rusciano, Vincenzo Russo, Sergio Scognamiglio, Antonello Scotti, Lucia Sforza, Fabio Sironi, Mariano Sommella, Mario Spada, Donatella Spaziani, Giovanni Timpani, Giuliano Tomaino, Caterina Tosoni, Salvatore Vitagliano, Francesco Vizioli, Angelo Volpe, Andreas Zampella, Angela Zurlo.

La traduzione musicale del testo “12 volte la carta” è stata curata da Antonio Onorato.

 

 

 

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Un momento della presentazione dell’arazzo libresco “Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione” presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

  • Un momento della presentazione dell'arazzo libresco "Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione" presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

  • Un momento della presentazione dell'arazzo libresco "Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione" presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

  • Un momento della presentazione dell'arazzo libresco "Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione" presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

  • Un momento della presentazione dell'arazzo libresco "Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione" presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

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  • Un momento della presentazione dell'arazzo libresco "Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione" presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

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  • Un momento della presentazione dell'arazzo libresco "Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione" presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

  • Un momento della presentazione dell'arazzo libresco "Questo non è un lavoro, ma una Lavorazione" presso lo Spazio ArteLibri ilfilodipartenope in via Costantinopoli a Napoli Ph. Mario Laporta/KONTROLAB

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Anm, ‘lo scopo del governo è di intimorire i giudici’

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Con gli “attacchi” e le “reazioni scomposte” di “esponenti del governo” sul caso del giudice di Catania, Iolanda Apostolico, “lo scopo perseguito è evidente: intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata ad un certo indirizzo politico”. E’ quanto mette nero su bianco l’Associazione nazionale magistrati in un documento approvato ad ampia maggioranza al termine del direttivo dell’associazione che è stato, di fatto, dedicato al caso del giudice siciliano che per primo ha bocciato il decreto Cutro non convalidando i trattenimenti di otto tunisini richiedenti asilo. L’associazione conferma lo “stato di agitazione sui temi dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura” e ha deliberato la convocazione di una assemblea generale con all’ordine del giorno “gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”.

Unici a votare contro i rappresentati di Magistratura Indipendente che avevano presentato una propria mozione. La decisione di Mi è stata stigmatizzata dai magistrati di Area. Nel documento approvato si afferma che “i cittadini italiani assistono da giorni ad attacchi e reazioni scomposte di esponenti del governo che – senza confrontarsi con il merito della decisione di un giudice del Tribunale di Catania in materia di protezione internazionale – investono con grande risonanza mediatica e insistenza la persona, gli affetti e la vita del magistrato – situazione che ha reso doverosa anche l’apertura di una pratica a tutela da parte del Csm, di cui auspichiamo un celere esame”. L’obiettivo, a detta dell’Associazione, è da un lato intimorire i giudici e dall’altro “persuadere i cittadini che decisioni sgradite, non in linea con le scelte del governo, siano solo frutto di esercizio strumentale e, quindi, deviato della giurisdizione e di contrapposizione politica”.

E ancora: “siamo in presenza di un attacco di straordinaria gravità che sposta volutamente l’attenzione dalla discussione sul merito del provvedimento” sui migranti ai “comportamenti tenuti al di fuori dell’esercizio delle funzioni” da un magistrato. L’Anm chiede, quindi, “con forza alla politica di riflettere sugli effetti dannosi per i cittadini di simili operazioni di delegittimazione, volte ad indebolire la credibilità del potere giudiziario e l’indipendente esercizio della funzione giudiziaria”. L’associazione delle toghe sollecita, inoltre, al Garante per la privacy di “adottare tutte le opportune iniziative a tutela dei magistrati che sono stati e che saranno oggetto di intrusioni indebite nella loro vita privata in conseguenza del contenuto dei loro provvedimenti”. Al ministro della Giustizia, poi, chiede di “precisare il contenuto e le finalità del mandato conferito agli ispettori” sul caso Apostolico.

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Cultura

FORESTART, una collettiva fotografica-evento, organizzata da 3 gallerie per 22 autori

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A Tora e Piccilli, nel borgo di Foresta, da dove parte il sentiero per le Ciampate del Diavolo, incontri FORESTART. L’evento, voluto dalla Galleria Primo Piano, da Magazzini Fotografici  e dallo Spazio Kromia,  nomi che si confermano tra le realtà fotografiche più interessanti del panorama napoletano e meridionale proiettate, sempre più decisamente,   nello scenario nazionale ed europeo. la ricerca, lo studio, la continuità, la linea editoriale artistica insieme all’ opera di valorizzazione dei giovani autori sono i loro punti di forza. Linguaggi come il fotogiornalismo, la fotografia di ricerca, la fotografia d’arte e quella d’ambiente, si fondono e sfociano nel lessico della fotografia autoriale. 22 fotografi giovani e meno giovani in esposizione, alcuni di loro già conosciuti e presenti ai primi posti nelle classifiche di importanti premi, altri alle prime mostre, altri ancora con pubblicazioni su importanti testate nazionali e internazionali con trascorsi e presenti professionali solidi, ma comunque,  tutti accomunati da un futuro nel quale sentiremo molto spesso parlare di loro. i 22 si sono incontrati fisicamente o attraverso le loro fotografie a Tora e Piccilli, nella località Foresta, antico borgo con 18 abitanti nell’alto casertano, sulla strada dell’Abruzzo, che si è animata, durante l’inaugurazione,  di un foltissimo pubblico accorso a salutare Antonio Maiorino Marrazzo e Massimo Pastore, animatori della rassegna ForestArt che li vede durante tutto l’anno organizzatori di eventi culturali connessi al piccolo borgo e Donatella Saccani di Kromia che insieme a loro e a Yvonne De Rosa di Magazzini Fotografici hanno selezionato gli autori  in mostra. Un allestimento che si sviluppa nelle case disabitate da tempo, ma in via di rifacimento, del piccolo borgo. Le abitazioni, di una bellezza antica, con camini, dispense, cellai e pochissimi componenti d’arredo rimasti abbandonati nel corso degli anni, si sono rianimate ospitando le foto degli autori che le hanno accompagnate nella scoperta di nuovi orizzonti e nuovi mondi, auspicando una veloce, ma meditata rigenerazione.

 

Le foto della Galleria sono di Mario Laporta/KONTROLAB per quanto concerne l’inaugurazione , seguite da una delle foto degli autori in mostra

per informazioni e visite contattare il numero 3518015422

 

 

 

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Addio al grande fotografo Douglas Kirkland: fu l’autore delle foto più sexy di Marilyn Monroe

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Le foto di Douglas Kirkland sono entrate nella storia. Come quelle a Marilyn Monroe, ancora oggi tra le immagini piu’ belle che siano mai state scattate all’attrice. Leggendario il suo servizio fotografico realizzato nel 1961 per la rivista Look Magazine, dove Kirkland, appena ventiquattrenne, assistente di Irving Penn, immortalo’ la divina a letto avvolta solo da lenzuola di seta bianche (e Chanel n. 5), trasformandola nell’icona del cinema piu’ sexy di tutti i tempi. L’artista canadese e’ morto nella sua casa a Los Angeles, a 88 anni, dove viveva con la moglie Francoise, con cui lavorava insieme da decenni. Nato il 16 agosto del 1934 in Canada, Kirkland ha fotografato piu’ di 600 grandi celebrita’, e’ stato “special photographer” sul set di oltre 150 film (titoli del calibro di 2001: Odissea nello Spazio, La mia Africa, Moulin Rouge, Titanic. Il Grande Gatsby, Australia, I Fantastici 4). Nel 2014 era venuto in Italia per accompagnare A life in pictures, una mostra-evento dal titolo calzante, a Venezia nell’ambito della Mostra del cinema, prodotta da Vanity Fair in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecitta’. Le domande cadevano sempre la’, su Marilyn e quella notte storica. “Marilyn si presento’ con tre ore di ritardo – aveva raccontato Kirkland – poi scomparve per un momento e torno’ indossando solo un accappatoio. Non c’era luce stroboscopica, solo un semplice proiettore costante che ha contribuito a produrre le ombre laterali”. Kirkland si arrampico’ su una ringhiera sopra di lei e comincio’ a scattare. Marilyn lo guardava, gli sorrideva seducente e con quegli scatti l’ha consegnata al mondo per sempre. “Sapeva esattamente cosa fare, i suoi movimenti, le mani, il suo corpo era semplicemente perfetto. Era la piu’ sexy. Meglio di chiunque altro. Emotivamente, ha fatto bene ogni cosa. Ha espresso proprio quello che volevo”, aveva detto. Kirkland e’ entrato a far parte di Look Magazine poco piu’ che ventenne e successivamente di Life Magazine. Durante l’eta’ d’oro del fotogiornalismo degli anni ’60/’70 i suoi incarichi spaziavano dalla Trans Siberian Railway al Giappone, dalla moda al cinema. Ha fotografato la mitica Coco Chanel al lavoro e le star di centinaia di film con indimenticabili servizi dedicati al mondo della moda e dello spettacolo. Oltre a Marilyn, per lui hanno posato le piu’ grandi celebrita’ internazionali del cinema, dell’arte e della musica, da Mick Jagger a Sophia Loren, da Coco Chanel a Elizabeth Taylor, a Marlene Dietrich e Andy Warhol, da Brigitte Bardot a Sofia Loren, a Michael Jackson, da John Lennon a Nicole Kidman, da Paul Newman a Peter Falk, Sharon Stone e decine di altri. Le sue foto sono state esposte in tutto il mondo, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti prestigiosi, a livello internazionale, tra cui il LUCIE Award for Outstanding Achievement in Entertainment Photography. Gia’ nel 2008, Vanity Fair gli aveva dedicato una retrospettiva alla Triennale di Milano. Fino a qualche tempo fa ha continuato a lavorare nella sua villa-studio sulle colline di Los Angeles, tenendo lezioni pubbliche allo Smithsonian Institute, all’Art Center College of Design di Pasadena e nei Kodak Center di Hong Kong, Singapore e Taiwan. A lui e’ stato dedicato un documentario, That Click: raccontava l’uomo che ha dato un volto alla cultura pop per 60 anni, ritraendone le star.

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