Il movimento delle Sardine, nato in Emilia Romagna per contrastare la Lega alle regionali e propagatosi poi a macchia d’olio in tutto il Paese, aveva riscosso anche a Napoli grande successo, quando, lo scorso 30 novembre, erano scese in piazza circa diecimila persone. Poi qualcosa è andato storto. Martedì 18 febbraio, in serata, a piazza Dante – per l’evento contestuale alla presenza in città del leader della Lega Matteo Salvini – erano presenti non più di trecento persone. Dopo l’evento Bruno Martirani, uno dei fondatori del gruppo napoletano delle Sardine, s’è ritrovato fuori da chat e gruppi Facebook. Lo abbiamo raggiunto al telefono per comprendere le ragioni di quella che lui ha definito “epurazione” e del flop napoletano delle Sardine.
Piazza Dante. La manifestazione delle Sardine a Napoli il 10 novembre del 2019
Martirani, ci può raccontare cos’è successo martedì sera?
L’evento s’è svolto come da programma. Era un flop annunciato. Avevo cercato più volte di avvertire l’organizzazione sulle difficoltà di portare la gente in piazza di martedì, giorno lavorativo, alle 19:30; ma non mi hanno ascoltato. Santori non ha detto la verità. Nessun centro sociale ha occupato il palco. L’intervento di Santori era in programma, ma ha deciso di non salire sul palco; non s’è voluto assumere la responsabilità del flop dell’evento. L’unico intervento non previsto era il mio. L’ho fatto perché mi sembrava assurdo che nessuna sardina di Napoli ci mettesse la faccia. Dal palco non ho attaccato le Sardine, ho detto solo che non bisogna assumere posizioni ambigue su temi quali l’autonomia differenziata o gli 840 miliardi di euro di spesa pubblica sottratti al Sud dal 2000, con l’applicazione della riforma del Titolo V.
A quel punto è stato cacciato dall’organizzazione…
Rientrando a casa mi sono accorto che mi avevano espulso dalla chat Whatsapp. Si sono inoltre appropriati della pagina e del gruppo Facebook creati da me. Il gruppo “Sardine Napoletane” è stato rinominato “Sardine Napoletane #areanord”. Io non nutro alcun rancore, ma se è questo il nuovo modo di fare politica, lo lascio fare a loro.
L’incontro sbagliato. I vertici delle Sardine in visita alla Fabrica dei Benetton con Oliviero Toscani
Perché le Sardine al Sud non hanno attecchito in maniera efficace come al Nord?
Perché si tratta di contesti sociali ed economici profondamente diversi. In Emilia Romagna la società civile si è mobilitata per difendere i propri interessi e scongiurare una svolta autoritaria. Qui da noi il tessuto produttivo ed economico è praticamente distrutto, bisognerebbe ricominciare da zero, iniziando a parlare di temi concreti. A Napoli solo la piazza del 30 novembre è stata un successo, gli eventi successivi sono stati assai deludenti. Significa che l’antisalvinismo non basta. Bisogna prendere una posizione chiara su argomenti quali l’autonomia differenziata e l’emigrazione di tanti giovani dalle nostre terre. A tal proposito, credo che l’uscita di Santori sull’Erasmus fra Nord e Sud Italia sia stata indelicata nei confronti di tante famiglie meridionali i cui figli sono in Erasmus forzato, costretti ad emigrare per cercare lavoro.
Qual è il suo giudizio complessivo sulle Sardine?
Inizialmente avevo riposto tanta fiducia nelle Sardine, ma alcune dichiarazioni recenti e poi gli episodi di Napoli me l’hanno fatta crollare completamente. Non so bene cosa potrebbe succedere al movimento. Per quanto riguarda il Sud, credo che la parabola delle Sardine sia prossima alla conclusione, perché non hanno saputo interpretare gli interessi e le esigenze dei nostri territori. L’incontro della delegazione delle Sardine con i ministri Provenzano e Boccia, ad esempio, è stato totalmente infruttuoso. Boccia ha presentato una proposta di legge sull’autonomia differenziata simile a quella dell’ex ministro Stefani della Lega.
E su Mattia Santori?
Non lo conosco personalmente, l’ho incontrato solo un paio di volte per pochi minuti. Da un punto di vista politico, il mio giudizio su di lui non è molto positivo. Ultimamente ha avuto uscite poco felici. Qui a Napoli non si è voluto assumere le sue responsabilità. Se pretendi di essere il leader di un movimento nazionale, devi essere in grado di riparare agli errori commessi. Santori in questo momento sta dimostrando di non saperlo fare.
Agguato a Napoli nel quartiere San Giovanni a Teduccio dove un uomo è stato brutalmente ucciso a colpi d’arma da fuoco. L’omicidio è avvenuto in corso Protopisani, nei pressi del parcheggio del supermercato Deco. Il personale della Squadra Mobile e del locale commissariato è intervenuto dopo una segnalazione e ha rinvenuto il cadavere dell’uomo.
La vittima, un ingegnere di 66 anni, sarebbe stato un ex collaboratore di giustizia vissuto sotto regime di protezione in passato. Recentemente, era tornato nella sua città natale e nel suo quartiere d’origine. Secondo quanto si è appreso, l’uomo sarebbe stato vittima di un agguato pianificato, essendo stato colpito mortalmente al volto con arma da fuoco. Gli investigatori stanno cercando di capire chi e perchè volesse morto l’uomo.
Poco prima di questo episodio, nei pressi di un altro market Deco a Giugliano in Campania, un altro uomo di 30 anni , Gennaro Giappone, è stato ferito e ricoverato in codice rosso all’ospedale di Aversa. Fortunatamente, le sue condizioni non sono considerate critiche.
In azione al Vomero, a Napoli, nella zona di via Morghen, i Vigili del Fuoco che stanno facendo evacuare un’intera palazzina a rischio crollo per una perdita d’acqua. Si è aperta una voragine stradale che ha inghiottito almeno due auto e si lavora con la luce delle fotoelettriche.
L’incidente ha causato l’avvallamento di una porzione di terreno, inghiottendo una vettura in transito con a bordo due persone. Fortunatamente, l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha permesso di trarre in salvo gli occupanti, evitando gravi conseguenze.
Sul posto sono intervenuti anche tecnici di Abc e agenti della polizia locale, per cercare di comprendere le cause di tale disastro. Si sospetta che una perdita d’acqua abbia minato la stabilità del terreno, provocando il cedimento improvviso.
Parallelamente, si è reso necessario l’evacuazione di un edificio situato in Via Solimena, sempre nel quartiere Vomero. Anche in questo caso, l’allarme è stato innescato da un guasto alla condotta idrica, con conseguente allagamento della struttura. Non è la prima volta che la via è teatro di simili disastri: solo qualche giorno fa, un altro guasto idrico ha costretto all’evacuazione di un palazzo, richiedendo interventi di estrema urgenza per riparare la condotta e garantire la sicurezza degli abitanti.
L’episodio mette in luce la fragilità delle infrastrutture urbane e l’importanza di un monitoraggio costante per prevenire simili tragedie. La comunità locale, già provata da eventi simili, si interroga sullo stato di manutenzione delle condotte idriche e sulla sicurezza delle abitazioni. È urgente l’intervento delle autorità competenti per garantire la stabilità e il benessere dei cittadini del quartiere Vomero e di Napoli nel suo complesso.
Caravaggio nel cuore di Napoli. E’ anche un messaggio alla città del neo direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Eike Schmidt, l’esposizione al Museo diocesano Donnaregina de ‘La Flagellazione di Cristo’, dal 28 febbraio al 31 maggio. Dipinto nel 1607 per la Chiesa di San Domenico Maggiore, il capolavoro di Caravaggio da oltre un cinquantennio è una delle opere iconiche di Capodimonte, molto in viaggio negli ultimi tempi: appena rientrato dal Louvre, si fermerà ora tre mesi nel centro storico di Napoli.
Per Schmidt, che è già da qualche anno presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo Edifici di Culto, “l’esposizione della Flagellazione di Caravaggio al Museo diocesano di Donnaregina non offre solo la possibilità a tutti i napoletani di rivedere il capolavoro di Michelangelo Merisi dopo le lunghe assenze dalla città per mostre all’estero, ma consente anche un approfondimento teologico-pastorale e storico-artistico del quadro, e consolida i rapporti forti e reciproci tra le tre istituzioni coinvolte”. Iniziativa voluta fortemente dall’arcivescovo Domenico Battaglia in occasione della Pasqua, per il curatore Pierluigi Leone de Castris la mostra “costituisce un coraggioso tentativo di riavvicinare quest’opera così straordinaria al territorio e alla città” e di farlo attraverso il racconto delle grandi chiese costruite o ricostruite nel cosiddetto ‘secolo d’oro’ dell’arte napoletana.
Passeggiando con Caravaggio tra i suoi vicoli, un biglietto unico consentirà di ammirare insieme a “La Flagellazione” anche le “Sette Opere di Misericordia”, tesoro del vicinissimo Pio Monte. Il valore religioso ed etico dell’esposizione è sottolineato da mons. Adolfo Russo: “Nel periodo antecedente la Pasqua saranno moltiplicati gli incontri culturali per consentire a tutti di fissare, nella tela di Caravaggio, quella testa di Cristo reclinata, abbandonata sulla spalla sinistra, con i suoi occhi socchiusi e le labbra serrate. Là dove tutto preannuncia pittoricamente che il momento della crocifissione si sta avvicinando. Mentre la luce bianca che illumina il corpo di Cristo, per quanto ne sottolinei le sofferenze, ne preannuncia già la futura risurrezione.
Per la città – conclude Russo – tutta l’esposizione della Flagellazione sarà uno stimolo a non arrendersi alle difficoltà incontrate lungo il cammino del proprio riscatto sociale”. La mostra “Caravaggio a Donnaregina” è sotto l’egida dell’arcidiocesi di Napoli, del ministero dei Beni culturali e del ministero dell’Interno Fondo Edifici di Culto, proprietario dell’opera; curatore anche del catalogo è Pierluigi Leone de Castris, coordinamento di Elio de Rosa. “Obiettivo strategico del ministero dell’Interno è quello di adeguatamente tutelare le opere dello Stato, ricercando anche opportunità di consona valorizzazione – spiega il prefetto Angelo Tortorella, direttore del Fondo Edifici di Culto -. La mostra rappresenta una ulteriore opportunità per visitatori, appassionati e viaggiatori di conoscere ed approfondire le radici che caratterizzano la storia del nostro Paese”.
Si annuncia intanto un altro evento dedicato al grande pittore lombardo: dal 1 marzo a Palazzo Ricca – Fondazione Banco di Napoli arriva “La presa di Cristo” dalla Collezione Ruffo.