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Cronache

Onida ritiene “anomalo che a guida Dap vadano sempre magistrati”, Maresca lo accusa di “disonorare la memoria di Falcone e Borsellino”

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È “anomalo”, sostiene Valerio Onida, presidente emerito della Consulta, che a svolgere il ruolo di capo del Dap “si ritenga sempre necessario preporre un magistrato (il cui compito è quello di svolgere le funzioni giudicanti o requirenti, non quelle amministrative relative si servizi della giustizia), quando l’amministrazione penitenziaria dispone di tanti ottimi e sperimentati funzionari, alcuni dei quali anche noti esponenti di punta della cultura dell’esecuzione penale aderente dalla Costituzione, e tutti specificamente formati e cresciuti nell’esercizio proprio di questi compiti”. Quale sarebbe l’anomalia, Onida non lo spiega a il ‘Riformista’ che l’intervista. Sulla ‘querelle’ tra il togato del Csm Nino Di Matteo e il Guardasigilli Alfonso Bonafede sulla mancata nomina del magistrato alla guida del Dap nel giugno 2018, Onida ha osservato: “Perchè mai un magistrato di procura specializzato nella benemerita lotta giudiziaria alla mafia (benemerita se condotta con mezzi legali e costituzionalmente consentiti) dovrebbe vantare una sorta di pretesa a occupare il ruolo di direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria?”.

Vaerio Onida

Anche qui Onida legittimamente ha una sua tesi, ma poi non spiega nulla rispetto al fatto che Di Matteo fu avvicinato, proposto e poi defenestrato senza spiegazioni da Bonafede. E Di Matteo non ha mai rispetto ad una domanda che dovrebbe rispondere Bonafede: perchè fu poi scelto il magistrato Francesco Basentini? E quali furono “i dinieghi” o “le resistenze” sulla nomina di Di Matteo? Sono queste amnesie che hanno provocato la reazione ferma ma pacata di un altro magistrato, Catello Maresca, che ha mal digerito il ragionamento di Onida sulla questione Dap e su Nino Di Matteo. “Il presidente Valerio Onida può fare tutti i discorsi che ritiene sulle capacità manageriali di chi può assumere l’incarico di capo del Dap, ma con le sue dichiarazioni sui magistrati antimafia disonora la memoria di Falcone e Borsellino”. Il pm antimafia oggi alla Procura generale di Napoli si dice dispiaciuto perchè le parole dell’illustre costituzionalista arrivano “nei giorni nei quali si commemora la strage di via D’Amelio e in un periodo nel quale la lotta alla criminalità organizzata rischia di subire durissimi colpi e un drammatico arretramento”. “Non mi piacciono le sue dichiarazioni sul collega Nino Di Matteo – aggiunge Maresca – anzi ritengo che una persona equilibrata e certamente preparatissima come Onida debba chiedere scusa a tutti i magistrati antimafia che sacrificando la propria libertà e la loro stessa vita acquisiscono cognizioni ed esperienze che meriterebbero rispetto e ben altro tipo di dichiarazioni e di ringraziamenti. E questo lo dico al netto di tutti i legittimi discorsi del giudice Onida sulle capacità manageriali che servono per dirigere un ufficio delicato come il Dap”.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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