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Tecnologia

Nuova tecnica per identificare i criminali, ora basta una ciocca di capelli

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 Addio vecchie analisi del Dna. Una singola ciocca di capelli potrebbe bastare per risolvere i crimini piu’ duri. Questo grazie a uno studio condotto dal National Institute of Standards and Technology (NIST) e pubblicato su Science Magazine. I ricercatori hanno scoperto che, riscaldando un follicolo in soluzione, e’ possibile estrarre le proteine che sono uniche per quella persona, consentendo di identificare quindi l’individuo ricercato. Il test è otto volte più sensibile delle principali tecniche di analisi delle proteine.

La necessità di disporre di una nuova tecnica per analisi forense nasce dal fatto che le prove basate sul Dna si degradano velocemente. Le proteine sono costituite da blocchi chiamati amminoacidi, che sono legati insieme in una sequenza particolare. Nei capelli, queste sequenze variano leggermente da persona a persona e, poiche’ sono codificate nei nostri geni, sono caratteristiche permanenti della nostra identita’. Tuttavia, le principali tecniche di analisi dei capelli consistono in diversi passaggi che finiscono per distruggere la proteina. Il metodo precedente alla nuova tecnica di analisi delle proteine dei capelli prevede di tenere a mollo, tagliuzzare ed effettuare trattamenti chimici multipli sul campione prima di ottenere le proteine. E poiche’ alcune proteine andavano perse ad ogni passaggio, per il metodo “tradizionale” e’ necessaria una grande quantita’ di capelli.

I ricercatori del NIST hanno scoperto che utilizzando solo uno dei passaggi, ovvero riscaldare i capelli in una soluzione con detergente, e’ possibile estrarre la molecola necessaria senza danneggiare il campione. Una volta in soluzione, le molecole proteiche possono essere studiate e confrontate, ottenendo risultati quantitativi oggettivi. Dopo aver analizzato cio’ che e’ stato estratto, i ricercatori hanno scoperto di aver recuperato ancora piu’ proteine rispetto ad altre tecniche di estrazione. Sono stati anche scoperti peptidi geneticamente varianti (GVP), che sono unici in ogni persona. Piu’ GVP hai, piu’ persone riesci a distinguere l’una dall’altra”, dice Zheng Zhang, autore dello studio. Tuttavia, c’e’ ancora una possibilita’ – una su 1 milione o addirittura una su 10 milioni – che due persone condividano le stesse sequenze proteiche. Il team sta inoltre lavorando con i genetisti del NIST per mappare le variazioni di cheratina alle sequenze genetiche che le danno origine. Questo consentira’ il confronto non solo tra un capello e l’altro, ma tra un capello e un campione di Dna. In altre parole, se un capello viene trovato su una scena del crimine e viene trovata una macchia di sangue su un’altra, gli investigatori potrebbero essere in grado di valutare se provengono dallo stesso individuo.

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Cina: Huawei supera Apple nel mercato smartphone, aumento vendite del 70% nel primo trimestre

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Le vendite di iPhone di Apple in Cina sono calate del 19% nel periodo gennaio-marzo 2024, segnando il peggior trimestre dal 2020 segnato dalla pandemia del Covid-19. Il colosso di Cupertino sta continuando a cedere quote di mercato a favore dei rivali locali come Huawei, secondo i dati sviluppati dalla società di ricerca indipendente Counterpoint Research. Allo stato, Apple è al terzo posto nel mercato, più o meno alla pari con il rivale in rapida ascesa Huawei. Il mercato cinese degli smartphone è cresciuto nel suo complesso di circa l’1,5% trainato dai marchi locali, tra cui Honor e Xiaomi, ha riferito Bloomberg.

La debolezza dell’iPhone ha un peso rilevante perché è relativo al primo trimestre dell’anno quando in Cina si celebra il Capodanno lunare, un tradizionale periodo di consumi elevati. Huawei, in contrasto, ha avuto un balzo delle vendite di quasi il 70%, sottolineando il ritorno nel segmento premium dominato in passato proprio da Apple. I dati di Counterpoint Research seguono le analisi di IDC, secondo cui le spedizioni globali di iPhone sono diminuite di quasi il 10% nei primi tre mesi del 2024, sollevando preoccupazioni sulla capacità della Casa di Cupertino di sostenere la crescita in vista dei conti del 2 maggio.

La Cina rimane uno dei mercati più grandi dell’azienda, ma le attività – malgrado la forte campagna promozionale, tra un nuovo mega Apple Store e Shanghai e un nuovo centro di ricerca nel Dragone – sono diventate più difficili dopo che Pechino ha intensificato il divieto sull’uso di dispositivi stranieri a carico dei dipendenti delle aziende statali e delle agenzie governative. Quanto a Huawei, i suoi nuovi smartphone hanno debuttato con i chip made in China, superando le sanzioni americane. Gli investitori, infine, sono molto attenti a come Apple sarà in grado di azzerare la percezioni sui ritardi accumulati in settori promettenti come l’intelligenza artificiale.

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Tecnologia

Università Camerino entra nel metaverso, attivato insegnamento

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L’Università di Camerino entra nel metaverso ed è la prima Università in Italia a tenervi un intero insegnamento. Innovazione tecnologica per essere sempre al passo, anzi in questo caso un passo avanti, con i tempi. La dimostrazione, appunto, è l’avvio del progetto sperimentale di didattica nello spazio virtuale del metaverso.

Un progetto realizzato da Unicam in collaborazione con Pa Social e con Meta Italia, nato ed annunciato la scorsa estate in occasione della presentazione della campagna di comunicazione dell’Ateneo, quando Unicam organizzò la prima conferenza stampa nel metaverso, progetto che oltre alla didattica porterà nel metaverso anche attività di comunicazione e di public engagement e per il quale l’ateneo ha costituito un apposito gruppo di lavoro. Presso il Polo di informatica hanno preso il via le lezioni dell’insegnamento in “Social media management” del corso di laurea in Informatica per la comunicazione digitale interamente nel metaverso, tenute dal docente Francesco Di Costanzo, presidente di Pa Social.

Cinquantadue studentesse e studenti avranno in dotazione ognuno un oculos Meta Quest3 con il quale potranno confrontarsi con questa tecnologia per apprendere contenuti relativi al corso, ma anche per scoprirne i segreti ed aggiungerli al loro background professionale da spendere poi nel mercato del lavoro. Non solo didattica, ma anche ricerca, dal momento che l’ambiente virtuale, l’aula in cui si svolge la lezione, è stata progettata e sviluppata dal team del prof. Daniele Rossi della Scuola di architettura e design “E. Vittoria”.

“Sono davvero soddisfatto – ha commentato il rettore Graziano Leoni – di poter avviare questa sperimentazione in Unicam: siamo un ateneo sempre all’avanguardia e non potevamo non esserlo anche in questa occasione”. “La realtà immersiva, molto utilizzata in altri contesti, è ancora in fase sperimentale quando si parla di didattica ed è per questo motivo che abbiamo voluto avviare questo progetto per valutarne in pieno tutte le potenzialità, coinvolgendo direttamente tutti gli attori, quindi sia i docenti che le nostre studentesse ed i nostri studenti ed avere un loro feedback”.

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Google aprirà l’utilizzo dell’IA generativa per le immagini

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Google apre l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per le immagini. Dal 15 maggio permetterà a tutti di usare le opzioni di IA generativa nell’app Foto, che ad oggi erano a pagamento o legate all’uso di uno smartphone della sua serie Pixel. Sarà possibile eliminare elementi indesiderati dalle immagini, renderle più nitide e migliorare la luce nei ritratti. La mossa dovrebbe arrivare all’indomani della conferenza degli sviluppatori del colosso tecnologico, prevista il 14 maggio, che si presuppone spingerà sempre di più sull’intelligenza artificiale. Intanto l’aumento su larga scala di applicazioni che rendono semplice l’editing di foto e video con l’intelligenza artificiale – come il software Sora di OpenAi, la casa madre di ChatGpt – fa crescere secondo gli esperti i rischi per i cosiddetti deepfake, i contenuti digitali fasulli. In un’intervista alla Cnbc, alcuni manager della compagnia digitale Okta e dell’azienda di cybersecurity Crowdstrike hanno sottolineato la necessità che i big della tecnologia aumentino l’attenzione sul tema, anche in vista dei tanti appuntamenti elettorali. “Vedremo sicuramente più deepfake durante il processo elettorale. Servirà applicare misure perché tutti possano verificare l’autenticità di qualcosa, prima di condividerlo”, afferma Todd McKinnon, Ceo di Okta.

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